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Parcheggio la macchina e salgo, devo ammettere che oggi sono proprio elegante, vediamo, quarto piano giusto? Vado, ho un po' di paura, ma vado. Sto salendo, che ansia, e finalmente, sono arrivata.
"Salve, lei dev'essere la nuova cardiochirurga, dottoressa Robertson giusto? Mi segua, la stavamo aspettando con ansia! Io sono Del, dammi pure del tu."
Sorrido e lo seguo. Arriviamo in sala riunioni, vedo dal corridoio una donna dai capelli rossi girata di spalle, cavolo, che bei capelli..apro la porta ed entro con un sorriso stampato sul volto, la donna si gira, ed è stato proprio lì, che persi la testa.
"Buongiorno Marta! Loro sono Sam, Naomi, Cooper, Charlotte, Amelia, Del l'hai appena conosciuto, Pete, Violet la nostra psichiatra, e infine ci sono io, piacere di conoscerti, sono Addison Montgomery, direttrice dell'Oceanside Wellness. Come siamo eleganti! Mi piacciono da impazzire le tue scarpe dottoressa."
Rimasi impietrita dal suo sguardo, così tanto che risposi balbettando
"È..è un p-piacere essere qui, io sono la d-dottoressa specializzata in c-cardiochirurgia-" non feci in tempo a finire la frase perché Addison mi interruppe e mi chiese di andare nel suo ufficio a scambiare due parole su come funziona qui.
"Seguimi Marta, e soprattutto, dammi del tu" annuii e la seguii. Entrammo nel suo ufficio e lei si mise a parlare di lavoro, lavoro e lavoro, io non riuscivo ancora a rendermi conto del fatto che avevo appena incontrato la donna più bella della mia vita, e così dalla mia bocca uscirono le ultime parole che avrei voluto dire in quel momento
"Addison, hai degli occhi che mi ricordano il cielo"
Mi pentii subito di ciò che avevo appena detto, lei stette zitta per un minuto, poi mi guardò, ero immobile dalla paura, ma lei mi disse una frase che rivoltò letteralmente il mio stato d'animo
"Stasera andiamo a bere qualcosa, sempre se non hai impegni, ti va?"
Subito spuntò una lieve risatina da parte mia, e la mia risposta penso sappiate già qual è stata.
Uscii dal suo ufficio, con la coda dell'occhio vidi che mi stava fissando, ma feci finta di niente. Lavorai per tutto il giorno, giornata pesante, non ho fatto nemmeno una pausa, mannaggia che fame..finalmente si fece sera, 22:45, appena andato già l'ultimo paziente, mi tolsi i tacchi, i miei capelli erano letteralmente sfasati e il mio trucco ormai era tutto colato, ma visto che non c'era nessuno ormai sul piano, a parte Violet, decisi di andarmene fregandomene del fatto che stavo camminando con delle scarpe un mano e conciata in quel modo. Mai che l'avessi fatto, infondo al corridoio vidi Addison che compilava gli ultimi documenti prima di andare a casa ma feci finta di niente e andai verso l'ascensore, che non fece in tempo a chiudersi perché una mano riaprì le porte, indovinate un po' di chi era la mano? Esattamente, proprio la sua.
"Ma salve Robertson! Giornata pesante vedo" disse con aria sarcastica, e io mi misi a ridere.
"Ricordi che dobbiamo andare fuori stasera vero? Non sarai mica stanca!"
ME L'ERO COMPLETAMENTE DIMENTICATO CHE SAREI DOVUTA USCIRE! Mi prese il panico ma risposi
"Certo che me lo ricordo, e devi ammettere che un po' stanca lo sono in realtà"
ma ad un tratto si bloccò l'ascensore, ci guardammo negli occhi e mi prese di nuovo il panico, stavolta davvero panico, così tanto che scoppiai letteralmente a piangere. Addison mi prese il viso e mi asciugo le lacrime con le sue stesse mani, accarezzandomi dolcemente le guance
"Marta, Marta! È uno stupido ascensore, arriveranno i tecnici a tirarci fuori da qui, non preoccuparti, ci sono io qui con te."
Mi disse fissandomi negli occhi con i suoi color oceano, e d'un tratto mi abbracciò..

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