Capitolo 33.

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Nota¹: vi chiedo di leggere la nota autrice alla fine, una volta che terminerete di leggere il capitolo, è importante. Ora vi lascio, buona lettura 🤍

Continuai a guardare prima il telefono e poi Chiesa, in modo alternato, come se non credessi, o magari non volessi credere, a ciò che mi era arrivato. Avrei voluto urlare per scacciare via quella sensazione orrenda che mi stava opprimendo il petto, era quello l'unico modo in cui sapevo reagire a quella situazione...

-Venere, che sta succedendo?- fece per prendermi la mano, ma io mi scostai, non volevo per nulla al mondo che mi toccasse, poi mi alzai di scatto, e continuai a guardarlo in lontananza.

Avevo ancora il telefono stretto tra le mani, se avessi potuto l'avrei disintegrato, mi aveva appena portato una delle notizie peggiori della mia vita

-Dove sei stato prima di venire qua?- lanciai un'occhiata alla sua felpa rossa che giaceva a terra. La stessa che indossava in quelle maledette foto sul mio cellulare. Non sapevo nemmeno perché glielo chiesi, ormai sapevo già cosa stesse succedendo. Forse volevo solo sentire quello che mi avrebbe detto, fino a che punto sarebbero arrivate le sue bugie.

I suoi occhi si spalancarono leggermente e poi scosse la testa freneticamente. In un attimo si alzò anche lui e si posizionò davanti a me, per fortuna lasciandomi spazio. -Non è come pensi, amore. C'è una spiegazione-

Lasciai perdere il modo in cui mi aveva chiamata e inarcai un sopracciglio mentre lo osservai. Una spiegazione... Perciò lui sapeva bene a cosa mi stessi riferendo. -Non è come penso? Mi arrivano delle foto tue dove baci una tipa e hai il coraggio di dirmi che non è come penso? Federico, sul serio?-

-Venere, per favore, ascoltami. Non ho idea di chi sia quella ragazza- provò a giustificarsi, facendomi innervosire solamente di più. Come poteva dirmi una cosa del genere? Le foto sul mio telefono erano chiare. -Chiara mi ha chiesto di vederci, voleva rendermi delle cose che avevo lasciato da lei, solo che quando sono arrivato nel posto dove avevamo appuntamento lei non c'era. Ha mandato una ragazza e questa mi ha spiegato che Chiara non poteva esserci e mi avrebbe dato lei le mie cose. Mi è sembrato subito strano, perché non aveva nulla con sé, ma poi mi sono detto che magari doveva averle lasciate in macchina per non portarsele appresso per il peso o che so.- parlò a raffica, gesticolando nervosamente, come se avesse paura che io potessi in qualche modo interromperlo e lui non potesse finire

-E poi?- lo esortai a parlare, per capirne di più. Quella storia mi sembrò così assurda... Mi stava davvero mettendo in difficoltà

-Poi, invece, improvvisamente si è avvicinata a me e mi ha baciato. Non me l'aspettavo, ma comunque l'ho allontanata subito. Mi sono incazzato da morire e lei è andata via senza nemmeno parlare, senza nemmeno provare a giustificarsi. E ora capisco il perché- ringhiò, ripensando, evidentemente, a ciò che era accaduto -Era tutto un piano di Chiara, lo scopo era avere delle foto per farmi litigare con te.-

Mi sentii così confusa e spaesata. Dentro di me aveva tremato, per l'ennesima volta, ogni mia convinzione. Era davvero assurdo come non riuscivo a trovare un momento di pace. Doveva sempre succedere qualcosa che mi faceva stare male. Mi sentii come soffocare, come se centinaia di mani mi stessero obbligando a tenere la testa sotto l'acqua senza farmi respirare nemmeno per un secondo.

Ero così impotente, ancora una volta travolta dalla situazione e non padrona della mia vita.

-E perché non me ne hai parlato?- sussurrai, sentendo il naso e gli occhi pizzicare. Il fatto che me l'avesse nascosto mi fece pensare che fosse in malafede. Per me era difficile fidarmi dopo tutto, ma avevo comunque deciso di aprirgli nuovamente il mio cuore e solo dopo due settimane accadeva ancora qualcosa che metteva a dura prova la mia fiducia. -Avresti potuto evitare tutto questo! Invece hai preferito tacere-

Un altro amore|| Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora