2. Tra rimorsi e novità

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Presente...

Non so se sia stato esattamente in quel momento o la tensione successiva a quel momento a rompere l'armonia che c'era tra me e lui, nonostante tutto; fatto sta che non è rimasto più niente nemmeno della mia storia con Noah.

Ognuno si fa la propria vita, sta con i propri amici e non ci scriviamo da qualche mese dopo quella terribile e disarmante notizia. Ci ignoriamo e a quanto pare va bene così. Anche se ogni tanto ci penso, a noi e a quello che avremmo potuto essere. Ma evidentemente non era destino. Siamo morti entrambi quel giorno, nessuno sapeva niente ma io e lui sì, e cercavamo di farci forza a vicenda mentre la nostra storia stava prendendo sempre più la rincorsa verso un punto di non ritorno.

Sono passati cinque anni da quel giorno ed io sono riuscita a raccontarlo solo a mio fratello, perché sono stata obbligata, e alla mia migliore amica Betty. L'unica che mi sta veramente vicino da quando eravamo nella culla. Letteralmente, era vicino a me pure al nido dell'ospedale.

I miei genitori sono morti, un anno prima dell'inizio della mia fine. Senza sapere niente di quello che sarebbe successo. La nostra casa ha preso fuoco, per errore, a causa di un cortocircuito.

Un semplice cortocircuito e la mia vita ha iniziato a crollare.

Un paio di settimane dopo, io e mio fratello abbiamo trovato un appartamento vicino il centro, pagato da nostro zio Richard.

Sono un po' più forte, ad oggi, ma la paura di innamorarmi, di soffrire di nuovo, di fare di nuovo quel bellissimo errore e di andare avanti mi fa fare un passo indietro ogni qualvolta si presente un'occasione.

Adoravo fare amicizie, parlare con gli sconosciuti, uscire la sera e divertirmi come una normale ragazza ma la vita per me aveva altri piani. Ora invece, sorrido ma non come prima, parlo ma non come prima. Sopravvivo, e basta.

"Che ci fai vestita così?" mi chiede Betty davanti l'entrata dell'Università a cui siamo state prese solo un paio di mesi fa.

"Entro a fare lezione" dico più come domanda che come risposta.

L'enorme atrio è già pieno di studenti davanti a libri, computer, dispositivi elettronici e quaderni. E tutto questo lo si può vedere anche da fuori, dalle enormi vetrate perfettamente pulite che lo fanno risultare ancora più luminoso.

"Dovresti essere la mia spalla destra, dobbiamo fare colpo su Liam" mi dice, facendomi roteare gli occhi

"Ancora dietro a quello vai? Quando capirai che non vuole stare insieme a te? Probabilmente non sa nemmeno come ti chiami" le dico con una finta risata.

"Lo so che si fa ogni ragazza possibile, ma penso che potrei essere anche io una di quelle. Poi lo faccio cambiare e diventa un Liam diverso" Scuote la sua chioma biondo scuro e si tira giù la maglia guardando alle mie spalle.

"Non è una serie tv, Betty, è la vita vera" le dico

"Zitta, che arriva" mi dice a bassa voce "Ciao Liam" La sua voce più acuta del solito mi costringe a portarmi un dito all'orecchio per non rischiare di perdere il timpano.

Betty sorride forzatamente ma con gli occhi a cuoricino mentre accanto a noi passa Liam, un ragazzo alto, muscoloso, con una giacca in jeans nera ed i suoi meravigliosi capelli ricchi di un colore che ricorda del cioccolato bruciato. Il suo profumo di uomo e testosterone mi riempie le narici, mentre lui, pieno di sè, evita il saluto della mia amica.

Dopo il suo passaggio, Betty si ricompone e demoralizzata mi osserva facendomi scappare una leggera risata.

"Te l'ho detto" le dico e ci avviamo verso l'entrata.

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