Tensione sotterranea

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Tensione sotterranea


I soldati stanno perquisendo la casa dei padroni.
Bernardo ed io siamo nelle cucine, abbiamo nascosto nella botola del legname i bagagli dei fuggiaschi. Il mio amico sussurra appena: "Bruno, spero che non frughino anche tra la legna altrimenti sarebbe la fine."
"Bernardo, sopra la botola abbiamo messo il tavolo e intorno ho messo sedie a sufficienza affinchè non la notino. Comunque noi restiamo seduti così diamo meno sospetti, e poi il mio piede copre la fessura della chiave."
"Speriamo vada tutto bene. Non ho mai avuto così tanta paura!! E poi .... chi sono questi?"
"Questi chi?"
"Questi soldati! Insomma .... qui siamo nel Regno Sabaudo! Che tornino a casa loro, queste giubbe blu!"
"Cosa vuoi ne sappia?! Come hai appena detto, se ne tornino in Francia!"
"Esatto! Puah...maledetti ...... noi qui stiamo bene!!"
"Sento i loro passi, stanno arrivando!"
"Che Dio ci assista!"


Vedo spalancarsi la porta, sono i soldati francesi, uno di loro con tono grave dice: "Spostatevi! Dobbiamo perquisire!"
"Certo Certo! Non abbiamo niente da nascondere noi! Voi piuttosto..... tornatevene a casa vostra!!"
"Ma come osi servo?"
"Ehi un momento, qui non siete in Francia e non potete parlarci in questo modo!"
L'ufficiale ribatte: "Ma come osi, plebeo!? Ancora una parola e ti sbatto dentro!"
Sento la mano del mio amico stringere il mio braccio, poi aggiunge: "Scusatelo, lui non è molto ... come dire ... ecco ... normale. Si, ecco, il mio amico è un povero storpio dalla nascita."
"Sarà anche un povero storpio come tu dici ma è molto offensivo, quindi fallo tacere!"
"Si... Signore!" poi guardo il mio amico e digrigno: "Sta zitto se non vuoi andare a letto senza cena!"

L'ufficiale ci guarda e con tono severo ordina ai suoi soldati: "Perquisite ogni angolo della cucina!"
"Sissignore!"
L'ufficiale ci guarda in malo modo e continua: "Non siete francesi eppure conoscete bene la nostra lingua!"
"Ecco, per lavorare abbiamo dovuto impararla, visto che il nostro padrone è francese." Rispondo timidamente mentre vedo i soldati rovistare in tutti gli angoli della cucina.
Spostano stoviglie, pentole, vasellame, persino una credenza. Si infilano con le testa nel grande camino, forse credono che ci sia qualcuno nascosto lì? Certo che sono davvero matti, matti e furiosi.

Spero che i soldati non si accorgano che sotto il tavolo c'è la botola. Signore Vi prego, aiutateci!




Ormai è passata quasi un'ora da quando siamo nascosti nelle cantine, comincio a sentire freddo, André mi stringe a sé, sussurra: "Oscar, ti è salita la febbre, credo che sia piuttosto alta!"
"André, ho freddo ... tanto freddo!"

Sento la voce di Oscar bassa, è quasi un sussurro. Ha qualche goccia di sudore sulla fronte.

"Aspetta Oscar!" dico allontanandola appena dal mio petto per togliermi la giacca. Gliela appoggio sulle spalle e domando: "Va meglio?"
"No ... no, André, ho troppo freddo ..."

La sento tremare e la stringo a me più che posso. È così magra, indifesa e fragile in questo momento. La sistemo meglio tra le mie braccia, nel tentativo di scaldarla.

Chiara sussurra: "Povera ragazza! Appena quei soldati saranno andati via, manderò a chiamare immediatamente il medico. Non puoi aspettare fino a domani!"
Vedo il Comandante tremare dal freddo, mi tolgo la giaccia immediatamente e gliela porgo sulle spalle, poi sussurro: "André, sistemala meglio!"
"Grazie Alain!"
Poco dopo anche Gerard porge la sua e mormora commosso: "FateVi coraggio Comandante! Vedrete che ce la farete a superare questo brutto momento!"

Sentiamo dei passi sopra di noi, sussurro: "André, temo che stiano arrivando ..."
Chiara ribatte a voce bassa: "E' molto improbabile scoprire questo nascondiglio, sta tranquilla!"



Il Comandante domanda: "Soldati avete trovato qualcosa?"
"No, Signore! Non c'è traccia dei ribelli!"
Un secondo risponde: "Credo che il conte De Laborde abbia detto la verità. Abbiamo cercato ovunque e non abbiamo trovato nulla di sospetto."
"Uhm ... forse si saranno nascosti tra la boscaglia, infondo sarebbe da sciocchi nascondersi da un parente, è il primo posto dove dei soldati verrebbero a cercare! ... Soldati, l'ispezione è terminata, andiamo!"
"Sissignore!"


Sentiamo i passi allontanarsi, sussurro al mio amico: "Alain, stanno andando via. Siamo salvi!"
"Amico, se ci avessero scoperti, avremmo venduto cara la pelle. Meglio morire battendosi che finire sul patibolo!"
"Sccc... smettila Alain! Non dire queste cose davanti al Comandante che sta molto male!"

Ascolto le parole dei miei soldati e mormoro: "Alain ha ragione! Preferisco morire in battaglia che essere arrestata e finire sul patibolo."
Le parole della mia Oscar mi gelano il sangue, la stringo a me, le poso un piccolo bacio sulla nuca e mormoro: "Vedrai che non ci accadrà nulla, ormai siamo sul suolo italico!"
Tremo tra le braccia del mio André e rispondo: "Sempre che quei soldati lascino il palazzo!"
"Sta tranquilla ... vedrai che andrà tutto bene!"


Sono preoccupato però, non tanto per quei soldati, l'accesso a questa stanza è piccolo e sarebbero costretti a procedere uno alla volta, basterebbe quindi uno di noi per tenerli occupati e magari sbarazzarci di loro. no, io sono preoccupato per Oscar. Ha la febbre molto alta e non abbiamo portato nessuna erba con noi, è tutto tra i nostri bagagli.



Faccio avanti e indietro nel salone, aspetto impaziente i soldati, quando sento lo scalpitio dei loro passi, li vedo. Nascondo la mia inquietudine e con finta allegrezza domando: "Dunque Signori, avete visto che non nascondo nessuno? Vi ho già detto che non so nulla di mio nipote e adesso, se non Vi dispiace, lasciatemi andare a riposare, visto che è già notte fonda."
"Uhm ... si ... togliamo il disturbo. Vi auguro una buona serata."

Vedo i soldati lasciare la mia casa, il maggiordomo spranga il portone ed io corro felice verso le cantine.


Siamo ancora nascosti nelle cantine nell'attesa che qualcuno ci avverta dello scampato pericolo. Udiamo dei passi veloci.

"Gerard ascolta!"
"Si, qualcuno viene di corsa, chi sarà?"
Chiara risponde: "Riconoscerei i passi di mio marito tra mille!"
André ribatte stringendo tra le braccia Oscar: "Lo spero ... Oscar ormai è priva di conoscenza."
Mi avvicino, poso la mano sulla fronte e dico: "Povera ragazza ... ha la febbre altissima. André, toglile di dosso tutte queste giacche, dobbiamo far scendere la febbre!"
Libero la mia Oscar dagli indumenti e dico: "Madame Chiara, Oscar ha bisogno degli impacchi di acqua fresca, solo così la febbre si attenuerà!"
Vedo spalancarsi la porta, è mio marito. "Fabrice!"
"I soldati hanno lasciato il palazzo, presto usciamo di qui!" poi guardo mia nipote e domando allarmato: "Cosa sta succedendo?"
"Fabrice, è quello che stavo per dirti ... Oscar ha la febbre molto alta, dobbiamo chiamare il dottore!"
Mi avvicino, tocco la fronte, sussurro: "Mio Dio! ... Presto André, portala in camera sua!"
"Sissignore!" Rispondo prendendola in braccio.

Vedo André prendere tra le braccia il Comandante e seguire i conti De Laborde verso l'uscita. Io e Gerard raccogliamo le giacche poste sul pavimento, sussurro: "Spero che il medico arrivi in tempo. Temo che ..."
"Non dirlo nemmeno per scherzo Alain! Il Comandante è forte, sono sicuro che tornerà quella di un tempo."
Sento le lacrime scendere giù senza che riesca a trattenerle, mormoro: "Lo spero amico ... ma ho tanta paura."
Poso una mano sulla spalla di Alain e ribatto: "Su, coraggio, meglio uscire da qui, fa troppo freddo, rischiamo di prenderci un brutto raffreddore."
Guardo negli occhi il mio amico e con voce tremante,dico: "Se lei dovesse morire allora preferisco ammalarmi e morire con lei."
"Ma sei impazzito? Ma dico, stai parlando della donna del nostro amico!"
"Lo so, non è il caso che tu me lo ricorda! Gerard nella vita tutto si può controllare ... tutto, tranne i sentimenti."
Sorrido appena e concludo: "Hai ragione! ... Ma non è il caso che ti abbatta. Dai andiamo!"
"Si ... andiamo!" Rispondo mesto.



Precedo in tutta fretta André e gli altri, corro per i corridoi fino ad arrivare nelle cucine, spalanco la porta e a gran voce dico: "Bruno, Bernardo, preparate immediatamente la carrozza!"
"Padrone, forse i Vostri ospiti lasciano il palazzo?"
"No. Andate a casa del dottore e portatelo qui!"
"Si, Padrone! Ma diteci almeno se ..."
"Mia nipote ha la febbre alta, presto!"
"Si, si, faremo in un attimo! ... Bernardo presto! Io preparo i cavalli e tu occupati della carrozza!"
"Si ... certo, certo!"




Entro nella camera di Oscar con lei in braccio seguito da il conte mentre sua moglie porta in camera una bacinella d'acqua fresca e delle pezzuole.
L'adagio sul letto, Madame Chiara mi dice: "André, dobbiamo liberarla dai vestiti, meglio che rimanga in camicia!"
"Si, avete ragione Madame! Dobbiamo fare in modo che scenda la temperatura."
Fabrice ribatte: "Ti manderò la cameriera così ti aiuterà a liberare Oscar dai vestiti." Esco dalla stanza alla ricerca di Cristina.


Alain ed io siamo nel corridoio nell'attesa di avere notizie del Comandante. Vedo il mio amico affranto, mi dispiace davvero per lui, non doveva innamorarsi di una donna irraggiungibile.


Percorro il corridoio seguito dalla cameriera, le dico: "Devi aiutare mia moglie ad occuparsi della nostra ospite!"
"Sissignore!"


Vedo passare davanti a noi il conte De Laborde seguito da una ragazza bellissima, sgomito il mio amico e dico: "Ehi ma hai visto che stupenda creatura?"
"Stupenda creatura? Ma di chi stai parlando?"
"Come di chi?! Forse non hai visto la donna che accompagnava il conte?"
" ... Non ho visto nessuno."
"Oh ma allora sei davvero grave se non hai notato una tale bellezza!"
"Non dire sciocchezze! In questo momento nella mia testa c'è solo lei ... il mio Comandante."
"Già ... Scusami Alain, non volevo farti arrabbiare."
"No, amico ... scusami, tu. Riconosco di essere intrattabile ..."
"Tranquillo Alain! ... Però quanto è bella quella ragazza!"
"Vorresti corteggiarla?"
"Perché no!? Mi piace, mi piace moltissimo!"
" Non appena il Comandante starà meglio dovremo ripartire ... quindi non avrai tempo per corteggiarla. E poi ne sei semplicemente attratto ..."
"E chi lo sa!"
"Dai! Non venirmi a dire che l'ami che non ci credo."
"Senti, io non so cosa sento, però quella ragazza mi piace!"
"Ih ih ih ..."
"E non prendermi in giro!"
"Non ti prendo in giro. Hai forse dimenticato che non appena il Comandante starà meglio, dovremo riprendere il nostro viaggio?"
"Come potrei dimenticarlo!? E poi non è il caso che tu me lo ripeta!"
"Appunto! Quindi non pensare a quella ragazza!"
"Si, ma ... come si fa!? Sono sicuro che stanotte la sognerò ..."
"Smettila e sii realista! Piuttosto, dobbiamo pensare cosa faremo quando saremo arrivati a Venezia..."
"Cosa intendi dire?"
"Ah ma sei tonto! Mi riferisco al fatto che dobbiamo pensare al nostro futuro!"
"Beh ... noi siamo dei soldati ..."
"Vorresti forse prestare servizio ai veneziani? No, grazie! Io ho rinunciato alla divisa, voglio vivere da civile."
"Alain hai qualche idea?"
"Nessuna ... ma ci penserò."



Sono a cassetta con il mio amico Bruno mentre tiriamo i cavalli al galoppo, dico: "Certo che l'abbiamo scampata bella! Non sai che paura avessi!"
"Lo so, ed è mancato poco che mandassi tutto all'aria! Certo che il coraggio non è una delle tue qualità."
"Dai! Adesso non burlarti di me! ... Si, lo so che ... ehi un momento! Ma se ho tenuto testa a quei maledetti soldati francesi!"
"Ah ah ah ah ... Amico, stavo scherzando! Ah ah ah ..."
"Scherza pure comunque per fortuna che il dottore abita in prossimità del palazzo Laborde e non in paese! ... Ecco siamo arrivati ... scendi tu, io rimando qui!"


Busso deciso alla porta ed attendo. Mi apre direttamente il dottore.
"Buonasera! Cosa vi manda qui?"
"Il mio padrone, il Conte De Laborde. Dottore dovete recarVi immediatamente a palazzo, c'è un ammalato che ha bisogno di Voi."
"Forse Maurice sta male?" Domando allarmato.
"No, non si tratta del Conte e nemmeno della Contessa."
"Forse un membro della servitù? Su forza, parla e vedi di essere chiaro!"
"No, no! Noi stiamo tutti bene. Vedete, si tratta del nipote del Conte ma Vi prego di mantenere il riservo, il padrone non vuole che si sappia che al palazzo ci sono degli ospiti."
"Il nipote? Va bene, va bene. Prendo la borsa e andiamo!!" Poi entro in casa, afferro la mia borsa ed esco. Salgo sulla carrozza e partiamo rapidi.



Sono seduto al capezzale della mia Oscar, la guardo ansimare per la febbre, ormai ha perso conoscenza da troppo tempo.
Madame Chiara è qui con noi, tiene costantemente fresca la fronte con degli impacchi di acqua fresca. Leggo sul suo volto un velo di preoccupazione anche se a modo suo tenta di rincuorarmi.

"André, vedrai che il dottor Ferrero saprà aiutarla! ... E' il miglior medico del territorio. Si è specializzato all'università di Padova... forse non lo sai ma è lì insegnano i migliori luminari di tutta la penisola."
"Madame Chiara .... non posso fare a meno di preoccuparmi! Io .... lei è tutto per me!!"
Poso la mano sulla spalla, sorrido, lo guardo negli occhi e sussurro: "So cosa provi ... anch'io amo mio marito come tu ami lei! ... Coraggio, vedrai che tutto andrà bene!"
"È così fragile ed indifesa ..... eppure è una donna forte, coraggiosa ed indomita! Sapete....siamo cresciuti assieme, conosco la storia di ogni piccola cicatrice della sua pelle ..... non potrei mai vivere senza di lei. È tutto....amica, sorella, moglie. È la mia famiglia...." Rispondo a bassa voce, mentre osservo Oscar e tengo stretta una sua mano tra le mie.

Le parole mi escono senza volerlo, sono i miei pensieri che si fanno concreti, escono dalle mie labbra senza che neppure me ne accorga. È vero, Oscar è il mio tutto, senza di lei io non sono nulla.


Le parole del ragazzo mi commuovono fino a sentire le lacrime rigare il mio viso. Non parlo, il silenzio scende tra noi mentre continuo a tenere fresca la fronte di questa sfortunata ragazza.

Poi d'improvviso sento spalancarsi la porta. Alzo gli occhi e vedo un uomo di mezza età, ben vestito, con i capelli legati ordinatamente, una camicia bianca aperta.
"Buonasera! Signora Chiara .... mi hanno detto che un vostro nipote ha bisogno di me? È lui immagino?!"
"Veramente ecco ... vedete dottore .."
Interrompo Madame Chiara e continuo: "Dottore, Oscar è una donna."
"Ma ..."dopo un attimo di esitazione continuo. "Non è il caso che faccia domande in proposito, ditemi qual è la situazione di Madame!"
"Dottore, mia moglie è malata di tisi ..."
"Da quanto tempo?"
"Io l'ho saputo da qualche settimana, credo che Oscar lo sapesse già da qualche tempo. Dottore, Vi prego fate l'impossibile per salvarla!"
Apro la mia borsa, guardo l'uomo e dico: "Adesso dovete lasciarmi da solo con la Signora! Potrà rimane soltanto la Contessa!"
"Si, Dottore!" Sento delle mani appoggiarsi sulle mie spalle, è lo zio di Oscar.
"Vieni André, aspettiamo fuori!"
"Si, Sissignore!" Rispondo mesto.

Accompagno André fuori la stanza, dove ad attenderci ci sono anche i due soldati di mia nipote.

Alain domanda: "Cosa ha detto il dottore?"
Fabrice risponde: "La sta visitando! ... Coraggio André, vedrai che il dottor Ferrero farà il possibile per guarirla! Matteo è un grande illuminare nel campo della medicina."
"Lo spero ..." Sussurro asciugandomi il viso.



Vedo il medico visitare accuratamente Oscar, attendo che deponga i suoi arnesi nella valigia e domando: "Dottore,il Vostro silenzio mi preoccupa! ... Ditemi, è grave?"
"Contessa, la situazione è piuttosto critica. Molte persone nelle sue condizioni non ce l'hanno fatta però, un mio amico e collega di Padova mi ha inviato un medicinale specifico per la cura della tubercolosi ..."
"Dite davvero dottore? C'è una medicina curativa?"
"Molti pazienti sono guariti! ... Proverò a somministrarla alla Signora!"
"L'avete con Voi?"
"No. Non pensavo certo che avrei avuto a che fare con un malato di tisi. Devo tornare nel mio laboratorio. Scusatemi, farò in un attimo!" Dico mentre apro la porta della stanza.


Vediamo spalancarsi la porta, mi precipito per primo, avanzo verso il medico e domando: "Come sta mia moglie?"
"Come mi avete detto, la Signora è affetta dalla tisi ..."
"Si, lo so ma come sta? La guarirete, vero?"
Tutti gli occhi sono puntati su di me, mi pronuncio: "Come ho già detto alla Contessa, un collega padovano mi ha inviato un farmaco per curare la tubercolosi ..."
Fabrice domanda: "Matteo, dimmi, è efficace?"
"La maggior parte dei pazienti guariscono. Fabrice, devo tornare al laboratorio a prendere il preparato."
Fabrice dice: "Penserà la servitù ad accompagnarti, la carrozza è fuori ad aspettarti ..."
André interviene: "Andrò con loro!"
"Sei troppo agitato, calmati André!"
"... Si avete ragione Conte de Labourde ..."



La carrozza sulla quale viaggia il Dottor Ferrero corre spedita, a cassetta ci sono André e Bruno.

Signore, salvate la mia Oscar! Se volete una vita, prendete la mia! ... Oscar amore mio, ti prego resisti ... non potrei mai vivere senza di te!


Entro nel mio laboratorio accompagnato dal marito della giovane. Guardo attentamente i flaconi, ne prendo due e comincio a miscelare con molta attenzione.


Osservo il dottore, è tutto preso a preparare la medicina.
I minuti mi sembrano ore. Penso alla mia Oscar che giace inerme nel suo letto, sono disperato, non voglio che mi lasci ... se dovesse succedere, andrò via con lei ....
Oscar, la mia Oscar, la mia vita. Signore Vi prego, salvatela. Non portatemela via, tutto ma non lei.

Dopo un po' sento il dottore che dice: "Ho preparato la medicina, adesso possiamo tornare a palazzo."
"Presto dottore, andiamo!"




Palazzo De Laborde

Entro nella camera di mia nipote, mia moglie è rimasta al suo capezzale tenendole costantemente la fronte fresca.

"Chiara, Oscar si è svegliata?"
"Poco fa ha aperto gli occhi e ha chiesto di suo marito. Le ho detto che è andato con il dottore a prendere la medicina e poi si è addormentata nuovamente."

Scuoto la testa preoccupata, mi sembra così fragile questa povera ragazza. La febbre non scende e nella sua incoscienza la sento lamentarsi e chiamare Andrè. Sempre lui e solo lui, Andrè. Devono amarsi molto questi due giovani, un poco sfortunati.

"Povera figliola! ... Sono sicura che se si è ridotta in queste condizione, è stato per la vita che ha condotto." Mi accascio pesantemente sulla poltrona, allento il collo della camicia e continuo: "Una ragazza che conduce la vita militare ... è pazzesco! ... Augustin è un pazzo squilibrato. Non ho mai approvato la sua decisione ma contro la sua testardaggine non c'è nulla da fare! ... Spero davvero che mia nipote si salvi e che continui la sua esistenza accanto a quel bravo giovane ..."
Immergo nuovamente la pezzuola nel catino e sussurro: "Oscar è una donna fortunata, André l'ama più della sua stessa vita."
Sorrido, mi alzo dalla mia poltrona, mi avvicino a mia moglie, appoggio le mie mani sulle sue spalle e sussurro: "Adesso divento geloso! Anch'io ti amo moltissimo!"
Guardo mio marito con tenerezza e ribatto: "Lo so caro ... lo so ..."

" ... A ... André ... dove sei?"

Sento la voce flebile di mia nipote, mi avvicino e sussurro: "Oscar, Oscar cara ... svegliati! Reagisci!"
"André ..."
"E' andato con il dottore a prenderti la medicina. Nipote fatti forza!"

Sento le parole di mio zio che mi incita a svegliarmi. Apro lentamente gli occhi, inizialmente le figure sono confuse fino a diventare nitide, poi sussurro con un fil di voce: "Zio ... cosa è successo? ... Forse i soldati ci hanno scoperti?" mi alzo di scatto ma poi le forze mi vengono a mancare, mi lascio andare sul cuscino. "André! Dov'è André? L'hanno portato via?"
"Ma no, no!I soldati non vi hanno trovati e André è andato con il dottore a prendere la medicina per te."
"Dite davvero zio? Non mi starete mentendo?"
"Non avrei motivo di farlo. Adesso calmati, vedrai che a breve saranno qui ...."

Sento dei passi veloci, la porta si spalanca, vedo entrare André seguito da Matteo che dice: "Ho portato la medicina, adesso non mi resta che somministrare." Apro la borsa e prendo il flacone, lo porto alla mia paziente, l'aiuto a sollevare il capo e avvicino la boccetta alla bocca e sussurro: "Signora, fate uno sforzo, dovete bere!"


Sollevo con fatica il capo, appoggio le labbra sul flacone e comincio a sorseggiare ....

Io e teTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon