Alle porte di Annecy

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È passata una settimana da quando siamo fuggiti rapidi dalla locanda. Ho paura che davvero i soldati di Bouillè ci stiano inseguendo. Abbiamo spronato i poveri cavalli ma ormai sono stanchi. E poi piove. Piove da giorni,temporali continui, piogge incessanti, e Oscar tossisce sempre più sovente. Raggiungiamo sotto la pioggia battente una piccola città, Annency. C'è una lunga coda all'ingresso, alcuni soldati controllano i carri e le carrozze.

Porto i cavalli a passo, dall'alto della cassetta vedo una lunga file di uomini a cavallo, a piedi e in carrozza, sussurro al mio amico: "Alain, sono preoccupato ... temo che ci stiano cercando!"
"Cercano 4 uomini.....e noi non lo siamo! Spero solo che André passi inosservato, non saprei come spiegare la sua ferita."
"Invidio il tuo ottimismo Alain! Io sinceramente ho paura..."


Apro il piccolo finestrino che ci permette di comunicare con chi sta a cassetta, vedo i nostri amici agitati.
"Cosa succede?!!"
Ascolto la voce del Comandante e dall'alto rispondo: "Madame Françoise, siamo bloccati ... ovvero l'ingresso della città è bloccata dai soldati!"
"State tranquilli....e cerchiamo di passare inosservati! Siamo mercanti....mi raccomando!!"
Poi mi volto ed osservo André, ha un'aria stanca, sfatta e sofferente. Povero caro, questo viaggio è davvero faticoso per lui, con questa brutta ferita.
"Come stai?!"
"Abbastanza bene da tirarmi su e non far scoprire ai soldati che sono ferito." dico raddrizzandomi.
"Bene ... cerchiamo di resistere!! Coff..."
"Oscar ... stai male! Oh mia povera Oscar!"
"Coff...coff...." mi copro con un fazzoletto, faccio fatica a respirare. Cerco di calmarmi...piano, piano..... Poi sento una mano di André cingermi la vita, sorreggermi, mentre piano la carrozza raggiunge l'ingresso della città.

All'ingresso della cittadina ci sono dei soldati che controllano i passanti. Hanno fermato anche le altre carrozzi e carri.
"Fermi! Chi siete e dove andate?!"
Alain risponde deciso: "Siamo mercanti e veniamo da Lione!"
"Mercanti? Cosa vendete?!"
"In questo momento non vendiamo nulla, visto che dei banditi ci hanno assaliti e derubati! ... Accidenti a loro, ci hai rovinati!"
"Assaliti? Dove?!!"
"Stavamo per entrare a Parigi quando è successo! Noi mica sapevamo che nella capitale fosse in atto la rivoluzione! ... Quei disgraziati ci hanno derubati di tutto! Mancava solo che si portassero via anche le nostre mutande!"
"Uhm....si, ci hanno riferito di alcuni disordini. Viaggiate soli?!"
"No. Ovviamente con noi ci sono i padroni! ... Cioè i nostri capi per cui lavoriamo."
"Datemi i Vostri documenti!!"
Poi osservo per bene i due cavalli, uno bianco ed uno marrone, grandi, possenti. Sono sporchi di fango ma hanno la muscolatura dei cavalli da guerra.

"Documenti? Soldato, forse non hai capito che ci hanno portato via quasi tutto? Se non si sono impossessati anche dei cavalli è perché siamo riusciti a tirare fuori le nostre armi mentre tenevano in ostaggio la padrona! Povera donna era quasi morta per lo spavento!"
Alle parole di Alain mi verrebbe quasi da ridere, se non fossi così preoccupato. Certo che il mio amico ha una faccia tosta senza eguali.
"Niente documenti? Allora non potete entrare in città!! Questi sono gli ordini!!"
"Ma soldato, cosa dite? Adesso anche voi ci tenente in ostaggio? Noi siamo dei poveri commercianti che tentano di sopravvivere!"
"Niente da fare!! E ringrazia che non vi arresto!! Andate via prima che cambi idea!!"
"Si ..."
Un soldato sussurra all'altro: "Un momento, voglio dare un occhiata ai passeggeri!"
"Uhm ... hai ragione!" alzo su la testa e con tono deciso dico ai vetturini: "Ehi voi due ... un momento! Vogliamo parlare con i vostri padroni!"

Sussurro al mio amico: "Hai sentito Alain? Qui si mette male!"
"Sta calmo amico! Tu rimani qui, scendo io."

"EHI VOI DUE AVETE SENTITO?"

"Un momento soldato, ora scendo!" lascio la cassetta, con un salto mi ritrovo giù, sono di fronte ai due soldati. "Adesso sistemo il predellino così potrete verificare che abbiamo detto è la verità."
Sistemo la scaletta, con un colpo deciso busso allo sportello e a gran voce dico: "Monsieur, mi dispiace disturbarVi ma abbiamo visite!"
Il soldato con tono infastidito ribatte: "Togliti! Apro io!"
Il soldato mi spinge e apre lo sportello.

Signore proteggi il Comandante e André! ... Beh anche me e Gerard ... se ci scoprono finiamo tutti davanti al plotone di esecuzione!


Spalanco gli occhi e sussurro ad André: "Hai sentito?"
"Si, Oscar ..."
"Meglio essere previdente!" Dico tirando fuori dalla borsa la pistola.
"Oscar cosa fai? Non vorrai mica sparare a dei soldati?"
"Certo che non voglio ma se sarà necessario ..."
"Oscar, ti rendi conto di cosa dici? Sta calma e metti via quell'arma, anzi, dammela e lascia parlare me!"
"Ma André ..."
Mi raddrizzo con fatica su me stesso e sussurro: "Ti ho mai deluso?"
Osservo per bene gli occhi di Andrè, profondi, dolci e decisi. Faccio un bel respiro e poi rispondo decisa.
"No, mai ..."
"E allora fidati di me!"
"E va bene André ... ecco ... la pistola."
Prendo l'arma dalla mano di Oscar e la nascondo dietro di me, sussurro: "Adesso aspettiamo, vediamo cosa vorranno dirci!"

Vedo spalancarsi lo sportello, ho di fronte un soldato con addosso la divisa del reggimento del generale Bouillè. André mi posa il braccio sulle spalle con molta fatica camuffando il dolore.

Il soldato domanda: "Chi siete e da dove venite?"
André risponde: "Siamo i coniugi Delacroix, siamo commercianti e veniamo da Lione!"
"Mostratemi i documenti!"
"Impossibile! Siamo stati derubati dai rivoluzionari, come vedete non abbiamo nulla ..."
"Nulla dite?"
"Si, nulla a parte la vettura e i cavalli ..."
"Che strano ... possibile che non siano riusciti a portarvi via anche quelli?"
"No, non ci sono riusciti! ... Quando ci hanno intimato, per paura che facessero del male a mia moglie, non abbiamo fatto resistenza ed abbiamo ceduto tutto ma poi l'hanno presa in ostaggio ed io e i miei servitori a quel punto abbiamo reagito, avevamo con noi le pistole e ci siamo difesi!"
Uno dei due soldati risponde: "Bene, dei sporchi rivoltosi in meno!"
L'altro soldato guarda le nostre mani ribatte: "Avete detto che siete marito e moglie! Dove sono le vostre fedi nuziali?"
"Soldato, ma se vi ho appena detto che ci hanno derubati di tutto! Stentiamo a credere di essere sani e salvi! ... Ci farete attraversare la città?"
"No! La legge vale per tutti! Niente documenti, niente passaggio! ... Se vorrete varcare il confine, dovrete cambiare percorso!"
Oscar ribatte: "Ma ci impiegheremo almeno tre giorni in più!"
"Pazienza Madame! Vorrà dire che vi arrangerete, vedrete, sopravviverete alla polvere! Ah ahah .... E ringraziate Dio che vi lascio andare!"

Sento la mano di André farsi pesante sulla mia spalla, annuisco.

André risponde con tono pacato: "Soldato avete ragione, la legge va rispettata!"
"Sentito Madame? Vostro marito è un uomo saggio, molto più di Voi." dico con tono sarcastico mentre sbatto con forza lo sportello e guardo il vetturino. "E tu sali a cassetta e sparite!"
"Sissignore!" rispondo salendo in tutta fretta prendendo il posto accanto a Gerard. Un colpo di briglia sulle spalle dei cavalli e urlo: "AHHHHH .... Forza belli, andiamo!"


"André stai bene?"
"Si, si ... tu?"
"Anch'io, anche se per un attimo ho temuto che non ci lasciassero andare."
"Oscar, vedrai che raggiungeremo Venezia, lì cominceremo una nuova vita!"
Vedo gli occhi del mio André brillare, sussurro: "Si."

Poi mi stringo un poco nel suo abbraccio, ho davvero bisogno di rilassarmi un poco, sono così stanca. Credo di avere anche un poco di febbre, questa maledetta febbriciattola che torna tutte le sere, assieme a questa tosse insopportabile.

Ormai siamo lontani dai soldati e dico: "Alain, temevo che ci avrebbero arrestati."
"Ci è andata bene!"
"Si ... ma ora dove passeremo la notte?"
"Dovremo arrangiarci! ... Fortuna che abbiamo qualche coperta e siamo a Luglio."
"Si .... sempre che non faccia un altro temporale. Oggi ci siamo bagnati fin nelle ossa .... avrei davvero voluto un letto per riposare!"
"Non lamentarti e pensa piuttosto a portare la tua pellaccia a Venezia!"
"Si si .... certo. Ora cerchiamo un posto per fermarci ..... uff ...."
"Dovremo fermarci in una radura. Speriamo bene!"



"Non posso negare che mi sento debole! ... A volte mi domando come non sia morto con una ferita tanto profonda e vicino al cuore."
"Sei qui .... e questo è tutto ciò che conta! Ora però dobbiamo organizzarci per la notte, piove e Alain e Gerard saranno ormai zuppi ... ed anche i cavalli!"
"Cosa possiamo fare?"
"Magari troviamo una locanda lungo la strada. O almeno una grotta .... o forse una vecchia miniera abbandonata. Ci serve un posto coperto ..... coff .... coff"
Mi lascio andare sul sedile della vettura, sussurro: "Sarà un viaggio molto lungo e faticoso!"
"Già ..... e poi come passeremo il confine? Non abbiamo i documenti ... dovremmo passare per i boschi forse? A piedi? Coff"
"A piedi? Ma è impossibile?! Tu non stai bene, io con questa brutta ferita e poi il paese italico è ancora molto lontano!"
"E allora ci serviranno dei documenti falsi .... non so davvero come fare, Andrè!"

Vedo Oscar scuotere un poco la testa, non l'ho mai vista così avvilita e stanca. Questa tosse la sta consumando ...... ha bisogno di riposo, tanto riposo, la mia Oscar.

"Non conosciamo nessuno, figurarsi procurarsi dei documenti falsi! ... Non sarà facile."
"Dovremo trovare una soluzione! In certi momenti davvero non so se ce la faremo e .... se abbiamo fatto bene a coinvolgere i nostri amici. Alla fine .... è me che i soldati cercano!"
"Oscar ma cosa dici?! Come potrei vivere senza di te!? E poi anche Alain e Gerard sono stanchi di vivere in questo modo ... loro desiderano quanto noi vivere in pace in un mondo migliore."
" Vivere .... coff ....coff...." Mi piego su me stessa, ho un attacco di tosse, uno dei soliti che mi affliggono negli ultimi mesi. Come vorrei vivere .... ma forse non è nel mio destino ..... "COFF COFF"

Vedo la mia Oscar piegarsi su se stessa, sussulto, mi raddrizzo con molta difficoltà, la chiamo: "Oscar! Oscar! ... Stai male Oscar?!"
"COFF..... COFF ..." Tossisco con violenza, mi sembra di non riuscire a respirare, come se i polmoni volessero uscirmi dal petto. Chiudo gli occhi, mi sento mancare ..... piano di accascio mentre respiro con fatica.
"Oscar! OSCAR! ... Rispondimi, ti prego!"

Sento la voce di Andrè sempre più lontana .... mentre sprofondo nell'incoscienza.

"No, NOOO ...." poso la mano sulla sua fronte calda, sussurro: "Sei febbricitante!" con lentezza mi trascino allo sportello, mi affaccio, urlo: "ALAN! GERARD! FERMATEVI IMMEDIATAMENTE!"


Sento le urla di Andrè, mi volto verso Gerard, anche lui è spaventato. Tiro le redini e scendiamo entrambi rapidi. Siamo su una strada sterrata, in campagna. Apro lo sportello e vedo il comandante accasciata sul petto di Andrè.
"André....cosa è successo?"
"Oscar ... Oscar sta male!"
"Ci serve un dottore....ma qui siamo in mezzo al nulla! Lasonne non ti ha lasciato qualche intruglio?!"
"Solo una medicina per far abbassare la febbre, nulla di più!"
"Proviamo a dargliela?"
"E' nella borsa. Guarda ... è là sul sedile! ... Aiutami Alain!"

"Si subito!"
Entro nella carrozza, prendo la borsa e cerco con rapidità. La svuoto tutta rovesciando il contenuto sul sedile della carrozza.
Poi vedo un sacchetto, lo apro e trovo un intruglio in polvere.
"È questo André?!"
"Si, si ... ma dovrà essere sciolto nell'acqua ... presto, PRESTO!" poso la mano sul suo viso, la chiamo disperato: "Oscar ... Oscar, ti prego, apri gli occhi! ... Alain, credo che sia svenuta!"
"Aspetta, portiamola fuori, sotto quell'albero. Fa caldo qui dentro!"
"Si, si ... per fortuna ha smesso di piovere."

Prendo il comandante in braccio, certo che pesa davvero poco, è magrissima e leggerissima. Raggiungo piano l'albero mentre Gerard prende una coperta e la appoggia a terra.
"Alain, aiutiamo Andrè a scendere, non credo che voglia stare lontano dal comandante!"
" ...Si! ... Appoggiati amico! ... Forza!"
"Grazie Gerard ...... voglio stare accanto ad Oscar!" Mi appoggio con fatica sul mio amico e piano raggiungiamo Oscar. Mi siede al suo fianco, è così pallida. La prendo tra le mie braccia e la tengo stretta a me, con la testa un poco sollevata per farla respirare meglio. Mi sembra che con la testa sollevata respiri un poco meglio, anche se è molto affannata.
"Alain, riesci a preparare quella medicina? E magari passami una pezza bagnata con dell'acqua, per raffreddarle un poco la fronte"
"Si ... certo amico ... vado!"
Dopo un tempo che a me sembra interminabile vedo arrivare Alain con un fazzoletto bagnato, lo prendo e lo passo sul viso di Oscar, la accarezzo piano e le parlo, con voce dolce.
"Ti prego Oscar, apri gli occhi ..... "
"A ... Andrè .... sono ..... stanca"
La vedo sbattere un poco le palpebre, parla piano, quasi sussurra.
Gerard sussurra: "Comandante, Alain sta preparando l'infuso, tra poco Vi sentirete meglio."
"Oh .... io ....."
"Forza amore mio .... "
Poi vedo Alain arrivare con l'infuso, mi passa la tazza e piano la porto alle labbra di Oscar.
"Su forza, bevi un po'... ecco, piano .... forza Oscar"
Chino la testa, con piccoli sorsi consumo l'infuso, mormoro: "André ho freddo ... tanto freddo ..."
"Alain .... passami una coperta per favore!"
Schiudo gli occhi, vedo una sagoma, è mio padre.

"Padre cosa ci fate qui ... perché ci avete seguiti?"
"Oscar ...... tuo padre non è qui ..... stai tranquilla .... shhhhh"
" ... lo vedo ... si avvicina ... André, forse ... ha cambiato idea, non vorrà più aiutarci ..."
"Sh .... stai tranquilla, è tutto a posto"
La stringo forte a me, la cullo come fosse una bambina. Oscar ti prego ... non lasciarmi.
" ... André ..."

Osservo il Comandante e dico: "Gerard, spero davvero che ce la faccia! ... Amico mio, comincio a dubitarne."
"Ce la farà .... vedrai. Però ora dobbiamo organizzarci per la notte, dovremo restare qui. Vorrà dire che faremo i turni di guardia, tu ed io!"
"Si, ma prima mangiamo qualcosa, ho una fame!"
"Si .... certo! Prendiamo qualcosa anche per Andrè!"
"Gerard, non credi che il Comandante dovrebbe mangiare qualcosa ... una minestra, del brodo, insomma qualcosa di simile."
"Si, forse hai ragione. Riusciamo a prepararle qualcosa?"
"Proviamoci! Dai vieni con me! ... ho bisogno del tuo aiuto."
" Si certo ....."


E' ormai notte, Alain e Gerard hanno improvvisato una cena e sistemato i cavalli. La pioggia dei giorni scorsi ha reso l'aria della notte umida e fresca. Oscar è avvolta in una coperta, la tengo stretta a me, cercando di tenerla al caldo. La sua fronte è ancora calda, la rinfresco di continuo con un fazzoletto umido. Gerard ha trovato dell'acqua fresca in un torrente qui vicino.
"Non lasciarmi Oscar .... non lasciarmi. Resisti amore mio" sussurro piano, con le labbra sul suo viso. La bacio piano, voglio che senta la mia presenza, la mia vicinanza. Poso dei piccoli baci su suo viso, mentre la chiamo e la incito a resistere.


Sento la voce di Andrè ... è così lontana!
"Sono stanca ... ma voglio montare Cesar, desidero corre sulla spiaggia ... André, corri ... non riuscirai a raggiungermi!"
"Si ... certo .... come vuoi Oscar .... io sarò sempre con te ....."
" ... André ..." sussurro prima di addormentarmi.
"Oscar .... ti prego resisti ...." sento le lacrime scendere sul mio viso, sento Oscar abbandonarsi completamente, respira piano, con affanno. Signore, fa che ce la faccia. Vi prego Signore, non toglietemela!! Poi inizio a pregare, è l'unica cosa che posso fare, fino a crollare sfinito.



Apro piano gli occhi, ho le palpebre pesanti e la testa confusa. Sento un profumo rassicurante, il profumo del bosco, del fieno, del muschio. Il profumo del mio Andrè. Lo sento che è qui, con me. Mi tiene stretta. Mi muovo piano e poso una piccola carezza tra i suoi capelli corvini, setosi e profumati. Mi sento a pezzi, stanca ed affannata. Non ho la forza per alzarmi, ma resto qui. Credo che sia mattina, ma non ricordo cosa è successo.


Sento una mano tra i capelli, apro gli occhi e vedo Oscar, ha gli occhi socchiusi, ma la sento muoversi.
Devo essermi addormentato senza neppure rendermene conto, stringo ancora un poco Oscar e me.
"Buongiorno amore mio, come ti senti?" poi poso le labbra sulla sua fronte. E' molto più fresca di questa notte, la febbre deve essere scesa.
" ... Bene ... André, ho sete!"
"Aspetta ... ecco .... bevi!" Avvicino un bicchiere alle sue labbra e piano la aiuto a bere, a piccoli sorsi.
Assaporo l'acqua fino a bere tutta, sussurro: "Grazie!"
"Oscar ... mi hai fatto spaventare!"
"Io? Perché ... cosa è successo?"Domando frastornata. Mi sento così debole, stanca e confusa.
"Hai avuto la febbre alta, deliravi. Oscar ... ho davvero avuto paura!"
"Non ricordo nulla ... però ... mi sembra di aver visto mio padre, era triste ma forse ho sognato! ... Ahi che male alla testa!"
"Shhh .... hai bisogno di riposo ..... peccato che siamo in mezzo ai boschi!"
"... Andé hai ancora tanto male alla ferita?"
"Un po' ..... ma l'importante è che tu stia meglio. Direi che la febbre ti è scesa!"
" ... Credo di si! Dove sono Alain e Gerard?"
"Uhm .... "mi guardo in giro e poi li vedo, devono essere crollati per la stanchezza anche loro, sono sdraiati a terra.



Mi avvicino al Comandante e dico: "Vedo con piacere che siete tornata in Voi! Immagino che la febbre sia scesa ..."
"Si ..... adesso va meglio! Grazie ... coff ... coff ...."
"Ho portato la colazione ... beh ... non è un granché come colazione ma ... il formaggio andrà bene comunque! Ecco tenete! André anche tu devi nutrirti, sei debole. Prendi amico!"
"Grazie mille, ragazzi! Senza di voi non sapremmo come cavarcela!"
Mi gratto la testa e con fare baldanzoso ribatto: "Beh ... eravamo stufi dei problemi di Parigi! ... Cambiare aria non potrà che farci bene! ... Comandante, André, dopo aver messo qualcosa sotto i denti ve la sentite di ripartire?"
"Si, certo. Anche perchè non possiamo di certo restare qui. Voi due piuttosto .... sarete stanchi!"
"Non preoccuparti per noi, André, siamo soldati! ... Siamo abituati alle ronde e anche tu amico lo sei!"
"Già ... Brutta vita quella del soldato! ... Dai Oscar, mangiamo qualcosa, dobbiamo rimetterci in viaggio quanto prima. Venezia ci aspetta!"
"Si ... però ... non ho molta fame ..... coff ..."
"Sei debole, il viaggio sarà faticoso e tu devi mangiare! ... Dai, provaci amore mio!" sussurro perdendomi nell'azzurro ei suoi occhi.
"Si ... ci proverò ...Andrè" Poi piano mangio qualche boccone, sono però tanto stanca, mi sento un po' strana, come se non fossi realmente qui. Confusa forse .....

Io e teWhere stories live. Discover now