Fabrice De Laborde

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Fabrice De Laborde



Dopo una settimana di viaggio, con qualche sosta intermedia per riposarci, abbiamo attraversato tutta la valle di Susa, passando rapidi davanti al forte di Exilles, per non essere fermati, raggiungendo Susa, in cui abbiamo passato una piacevole notte, e finalmente siamo in prossimità della capitale Sabauda, Torino.
"André....credo che sia più opportuno fermarci fuori dalla città...."
"Oscar, se non sbaglio un tuo zio abita da queste parti ...... potremmo chiedergli ospitalità per qualche giorno!"
"Si, è il fratello maggiore di madre, zio Fabrice. Sono anni che non ci vediamo! ... Un tempo veniva spesso a palazzo Jarjayes a farci visita ma adesso come bene tu sai, lo zio Fabrice è avanti con gli anni, non è più in grado di viaggiare."
"Credi che potrebbe ospitarci? Senza fare troppe domande e senza dire nulla a tua madre, almeno per ora?"
"Credo lo zio sarebbe felice di vedermi dopo tanto tempo! ... Sai, lui era l'unico a criticare apertamente mio padre per avermi allevata come un uomo! Ma nessuno ha compreso che quella di mio padre è stata la decisione migliore per me, mi ha resa libera dai pregiudizi e ho vissuto nella totale libertà!"
"Allora andremo da lui. Eh .... credi che .... mi accetterà.... intendo al tuo fianco. O forse è meglio tacere?"

Vedo Andrè un poco imbarazzato, parlare di noi è ancora così strano ..... cederci come coppia, un noi di amore, fa un certo effetto anche a me. Ma ormai non permetterò a nessuno di dividerci .... Nessuno!

"Ecco ... io credo che lo mio zio sia un uomo piuttosto ancorato agli schemi sociali, però l'ultima volta che l'ho visto risale a quasi vent'anni fa, magari qualcosa in lui sarà cambiato!"
"Uhm .... vedremo. Adesso avviso Alain e Gerard .... ed indico loro la strada!"
Poi mi affaccio dal finestrino e li chiamo a gran voce.
"Alain!! Ferma un attimo!!"
Tiro le redini e dall'alto della cassetta dico: "Andrè, cosa succede?"
"Ferma, dobbiamo parlare un attimo"
"Va bene! ... Hai sentito Gerard? Su forza muoviamoci a scendere!"
La carrozza si ferma, apro lo sportello e scendo con calma. La ferita è ormai chiusa ma sento ancora un poco di dolore. Credo che dentro, in profondità, non sia ancora tutto a posto.
Poi allungo una mano verso Oscar, la vedo così pallida e stanca.
Scende con fatica, tossisce, nasconde la mano, e poi sorride.

Signore .... fa che Oscar possa guarire! È la cosa che più conta per me, vederla in salute, sorridente e felice.

"Abbiamo pensato di fermarci qualche giorno a riposare, da un mio zio. Sono certa che non ci tradirà!"
Gerard domanda: "Avete detto uno zio?! Comandante cosa Vi da la certezza che sarà dalla nostra parte? E poi credo che sia meglio non fare parola del motivo del nostro viaggio."
"È un fratello cadetto di mia madre, vedovo, senza figli. Un uomo gentile .... anche se non lo vedo da anni. È l'unico che ha criticato mio padre per avermi cresciuta..... così. Ci aiuterà, vedrete"
"Se lo dite Voi ...... e comunque qualche giorno di riposo ci vorrebbe proprio. Dove dobbiamo andare allora, Comandante?!"
"Verso est! ... Credo che arriveremo nel pomeriggio."
"Bene Comandante ... allora andiamo!"
Viaggiamo per tutto la giornata, attraversando alcune colline. Ci fermiamo solo per un veloce pasto, all'ombra di una quercia, vicino ad un ruscello. I nostri cavalli iniziano ad essere stanchi, senza dubbio un poco di riposo farà loro bene. Sono certa che lo zio Fabrice ci accoglierà bene e non ci tradirà, anche se è un monarchico convinto. Ma in fondo anche io sono rimasta legata alle loro Maestà, voglio solo un mondo più giusto, in cui un nobile non possa uccidere impunito un bambino, sparandogli alle spalle. Un mondo dove la gente non muoia di fame, dove una nobile possa sposare un uomo del popolo perchè lo ama, senza doversi nascondere o vergognare.
Verso sera raggiungiamo il bordo di Montiglio, nel cui castello abita lo zio. Abbarbicato sulla sommità di una collina,è il classico castello tutto in mattoni, ben più piccolo e meno moderno di Palazzo Jarjayes. Raggiungiamo il cancello in ferro battuto, entriamo nel cortile e Gerard ferma la carrozza.

Sono nel salone a sorseggiare un dolcetto quando sento dei passi, è mia moglie Chiara.

"Fabrice, si è appena fermata una carrozza davanti al cancello!"

"Andiamo a vedere chi sarà. Non riceviamo mai visite, a parte i nostri amici del borgo, ma non vengono di certo in carrozza!" Poso il bicchiere sul tavolino ed esco nel cortile con mia moglie.

Sono al braccio di mio marito e percorriamo il salone fino ad arrivare davanti all'atrio, guardo all'interno della carrozza, intravedo una cascata di capelli biondi e dico: "Chissà chi è? Non credo di conoscerla!"
"Uhm ... adesso andiamo a vedere però ..." Esco nel cortile quando vedo scendere dalla carrozza un uomo biondo, con capelli lunghi lasciati sciolti, occhi azzurri e un sorriso .... un sorriso ed uno sguardo inconfondibile. Ma chè uomo .... è mia nipote Oscar.

Sorrido al ricordo che quella giovinetta, vestita da uomo, a capo delle Guardie Reali. Certo che è diventata davvero una bella donna.

Allungo il passo, al suo fianco compare un uomo alto, moro, in lui rivedo i lineamenti del nipote della governante della casa dove abita mia sorella Marguerite, quel bimbetto giunto come compagno di giochi, ed esempio maschile, per forgiare l'utopia di mio cognato Augustin, il sogno del suo figlio maschio mancato.
"Buonasera Zio .... spero di non arrecarvi disturbo"

Saluto sorridendo quando riconosco nell'uomo anziano che si sta avvicinando il fratello di mia madre. Sono passati parecchi anni ma è rimasto sempre lui, stesso sguardo, stessa posa, anche se mi sembra un poco più rilassato.


Sento la voce di mia nipote, la riconoscerei ovunque, un timbro particolare, controllata per non essere troppo acuta, ma comunque femminile, e poi quegli occhi ... sono gli occhi dei Jarjayes.

"Oscar! Sei davvero tu! Oh .... ma quanti anni sono passati!"

Vedo lo zio sorridere mentre ci viene incontro. Spero davvero di non avere commesso un errore nel venire qui.

"Zio come state?" Domando porgendo la mano.

"Oh mia cara!" Prendo la mano della mia nipote, la stringo e sorridendo aggiungo: "Come stai, ma perchè non mi hai avvisato del tuo arrivo .... " Poi la osservo per bene ed aggiungo: "Sei pallida .... e magra. Forse tuo padre si è inventato qualche altra strana punizione? O richiesta assurda?"
Smorzo appena un sorriso e dico: "Ma no, zio! Mio padre non c'entra nulla!"
"Ah ... beh, su vieni dentro ...." Poi osservo i suoi accompagnatori ed aggiungo: "Venite tutti dentro .... sarete stanchi! Eh ...magari mi racconti cosa ti porta qui ..... "
"Grazie!" Rispondo con un sussurro, commossa ed imbarazzata per la calda accoglienza.

Spero davvero che ci possa ospitare.

Sorrido, mi volto verso mia moglie ed aggiungo: "Chiara, permettimi di presentarti mia nipote Oscar, la figlia minore di mia sorella, la mia unica sorella!"
Guardo stranita la nipote di mio marito e dico: "Sono contenta di conoscerVi, Madame Oscar!"
"Grazie ..... quindi Voi .... siete mia zia? Non sapevo che Vi foste sposati!"

Osservo questa donna, sembra una persona molto semplice, non indossa abiti sfarzosi ne gioielli appariscenti. Solo la fede nunziale ed una catenina al collo. Niente cipria nei capelli, niente trucco eccessivo. Sembra quasi una donna del popolo.....una borghese direi.

"Fabrice ed io ci siamo sposati tre anni fa."
"Oh ... perdonatemi .... credo di non ricordarlo" Rispondo imbarazzata mentre entriamo nel palazzo, seguita da Andrè, un passo indietro, Alain e Gerard.
"Zio ... possiamo ... fermarci qui .... qualche giorno?" Domando timida, "Sapete ... siamo in viaggio e .... vorremmo riposare. Loro sono Andrè, che spero ricorderete, e due nostri amici, Alain de Soisson e Gerard La Salle."

Osservo per bene questi ragazzi, di Andrè ho un bel ricordo e devo dire che è diventato un bell'uomo, gli altri due ... .sembrano persone educate, anche se mi appaiono un poco intimiditi dall'ambiente.

"Potete fermarvi tutto il tempo che vorrete. Lo sai che mi fa piacere averti qui!" poi guardo mia moglie e continuo felice: "Non immagini quante volte ho invitato Oscar a farci visita ma a causa del lavoro che svolge alla reggia ha sempre rimandato questo momento! ... Oh scusatemi Signori, non Vi ho ancora salutati! Andrè, come potrei non ricordarmi di te! Invece questi due altri Signori non li ho mai visti prima."
"Buonasera Conte de Laborde" Poi faccio un piccolo inchino. "Se non vi arreca disturbo ... portiamo i bagagli di Oscar e sistemiamo i cavalli e la carrozza ..... " Rispondo con gentilezza, come ho sempre fatto a palazzo Jarjayes.

L'idea di Oscar di fermarci qui è di certo buona, ma devo tornare ad essere il suo attendente ..... a malincuore ma tornerò al mio posto, un passo indietro e pronto a servirla, prima ancora che lei esprima una qualsiasi necessità.

"Si, certo André!"
"Portali di sopra! Ma aspetta che arrivi il maggiordomo! .. Ah ecco! Maurice, aiuta a scaricare i bagagli e portateli di sopra!"
"Subito Signore .... mi occupo io di tutto. Ditemi ... dove faccio alloggiare i Vostri ospiti? Vostra nipote nella stanza delle rose?"
"Ovviamente! Voglio che mia nipote abbia la stanza più comoda!"
"Eh .... i suoi accompagnatori? nell'ala della servitù, Signore?"
"Si, ma disponili nell'ala nord! Lì le camere sono decisamente più fresche."
"Bene Signore! Prego ... se volete seguirmi .... così sistemiamo anche i cavalli!"
"Ah ....fai servire della limonata, ti va bene della limonata fresca, Oscar? Su ma vieni, siediti qui!"
"Si, grazie zio!"


Entriamo in un salottino fresco e riparato, le ampie vetrate sono aperte e guardano verso un bel roseto. Ci accomodiamo, osservo per bene mia nipote, faccio un bel respiro e prendo per mano mia moglie.

"Dimmi Oscar, cosa ti porta qui. E non dirmi che è un viaggio di piacere, perchè non ci credo!"

Se fosse un viaggio di piacere mi avrebbe avvisato invece ..... no, qui c'è qualcosa sotto, ne sono certo.

"Ecco ... ho deciso di lasciare Parigi per trasferirmi a Venezia."

Osservo mia nipote, è visibilmente imbarazzata, anche se è un soldato ben addestrato a dissimulare le sue emozioni.

"Ah ..... capisco .... cioè, non capisco .... ma ..... puoi restare qui quanto vuoi .... e se vuoi spiegarmi ..... sarò ben felice di aiutarti."
Stringo il bicchiere tra le mani e giocherellando con il suo contenuto rispondo: "Vedete zio, ormai sono più di vent'anni che presto servizio militare ed è giunto il momento di ritirami a vita privata."
"Si .... credo di poterti comprendere. Lo sai che io non ho mai appoggiato la follia di tua padre. Sentiti libera qui, vedi ..... io sono un uomo piuttosto .... aperto." Rispondo stringendo la mano di mia moglie.
Sorrido appena e ribatto: "Scusatemi zio, più che un uomo aperto, io Vi ricordo come un conservatore." Guardo mio zio dritto negli occhi, lo vedo sussultare un attimo per poi ricomporsi.
"Beh .... sono cambiate molte cose. Innanzi tutto, mi sono sposato ... come vedi!"
"Si ma credo che il matrimonio sia normale per un uomo solo!"
"Si ma .... ne riparleremo, magri a cena. Ora vai di sopra, credo che tu abbia voglia di cambiarti e lavarti!"
"Non posso negare di avere bisogno di cambiarmi d'abito!"
"Vai pure! Ah ancora una cosa, la più importante..."
"Ditemi zio!"
"Non ti ho chiesto ancora di mia sorella, come sta?"
"Bene!"
"E' sempre la dama di compagnia della Regina?"
"Ecco ..."
"Cosa c'è?"
"Vedete ..."
"Oscar, mi preoccupi... è forse successo qualcosa?"
" ... Zio, Voi davvero non sapete nulla di ciò che è accaduto a Parigi?"
"No. Cosa è accaduto?"
"E' scoppiata la rivoluzione..."
"Cosa?! Oh ma davvero?! Io non ne so nulla! E dimmi, mia sorella è al sicuro?"
"Si, si, zio state tranquillo!"
"Mi stai dicendo la verità?"
"Si, state tranquillo!" Rispondo allontanandomi.
"Oscar ..."
Arresto il passo, mi volto. "Ditemi!"
"Sei scappata da Parigi?"
"Cosa?!" Rispondo sorpresa dalla domanda di mio zio.
Chiara interviene: "Fabrice, non credo che siano domande da fare?!"
Poso la mano sulla spalla di mia moglie e con tono pacato rispondo: "Non preoccuparti, Oscar è mia nipote, la figlia della mia amata sorella!" poi continuo: "Stai fuggendo?"
Guardo dritto negli occhi mio zio e sussurro: "Si. Se la mia presenza Vi disturba lascerò immediatamente la Vostra casa."
"... Nemmeno a pensarci! Oscar, non voglio sapere cosa ti è successo e tanto meno ti farò domande. Adesso va di sopra, hai l'aria stanca! ... Mia moglie ed io ti aspettiamo per la cena e avremo modo di parlare."
Chiara conclude: "Per qualsiasi bisogno, basta che tu me lo dica."
"Grazie, siete davvero gentile!"


Vedo la nipote di mio marito allontanarsi e sussurro: "Fabrice, meglio non fare domande, se vorrà raccontare dovrà essere lei a farlo."
"Come vuoi ... però davvero mi farebbe piacere parlare un poco con lei .... sapere di mia sorella ......"
"Si, si , di tua sorella ma ti suggerisco di non chiedere perché è scappata da Parigi."
"E sia .... magari sarò più fortunato con Andrè. Sai, quel ragazzo è cresciuto con lei ..... mi pare che sia il suo attendente. È un gran bel ragazzo, non trovi?"
"Per quel poco che ho visto, mi pare un ragazzo piuttosto a modo ed educato."
"Oh .... di questo non ho alcun dubbio ..... con il generale Jarjayes può essere solo a modo ed educato, credimi. Mio cognato è un uomo ... rigido, direi. Molto rigido. E matto, ovviamente" Sorrido al ricordo di Augustin. "Tuo padre era un giovane tanto a modo, innamorato pazzo di mia sorella ...... ma proprio pazzo.
"Non posso che darti ragione, visto che ha allevato sua figlia come un maschio! ... Non ho mai sentito nulla di simile!"
"Già ...." rispondo ripensando alla follia di mio cognato.
"Ora scusami Fabrice, vado in cucina a disporre per la cena!" dico felice dando un bacio sulla guancia a mio marito.



Sono nella stanza che lo zio mi ha riservato, è ben arredata, elegante, anche se molto più piccola di quella che ho sempre avuto a casa .... casa ..... mi manca la mia stanza, mi manca la nonna. Chissà cosa staranno facendo .... mio padre e mia madre .... ma ci rivedremo ..... ce lo siamo promessi.
In un angolo della stanza vedo un catino ed una brocca, mi avvicino, sfilo il gilet e la camicia e decido di darmi una rinfrescata, mi ripulisco per bene il viso, il collo le braccia ..... poi mi asciugo, prendo una camicia pulita dai miei bagagli e la indosso. Cambio anche i pantaloni e le calze. Prendo la spazzola e la passo tra i capelli. Chissà cosa starà facendo ora Andrè? Ormai sono abituata a dividere la stanza con lui .... invece ora è un'altra stanza .... Mi volto verso il letto, dovrò dormire da sola .... è troppo grande senza di lui. Spero almeno di vederlo a tavola .... poi magari .... potrei raggiungerlo nella sua stanza. Mi sento sola, smarrita senza di lui. È incredibile come bastino poche settimane a cambiare una vita intera.


Sono nella mia stanza, sento bussare.
"Avanti" rispondo tranquillamente.
"André, posso entrare?"
"Ma certo Monsieur" Rispondo mentre finisco di chiudere la camicia, così da nascondere le bende che ancora porto.
"Ti ho riservato la camera singola mentre ai tuoi amici quella doppia!" poi l'osservo per bene e continuo: "Sei cresciuto! L'ultimo volta che ci siamo visti eri un ragazzo adesso sei un uomo! Dimmi ti sei sposato?"
"Oh .... no Monsieur .... no."
"Ah ahah ... a quanto pare la mia domanda ti ha spaventato! Su, su che il matrimonio non è poi tanto male! Forse non hai trovato ancora la donna che ti piace! Ma vedrai che prima o poi ti innamorerai e non ci penserai due volte a fare il grande passo."
"Monsieur ..... non è così .... così semplice, almeno per me" Rispondo imbarazzato cercando di rimanere vago.
"A no?! Spiegati! Su avanti, ho tutto il tempo per ascoltarti!" dico accomodandomi su una sedia.
"Io .... non posso spiegarvi ...... non posso, davvero. Vi prego di scusarmi, conte" Rispondo imbarazzato
"Uhm ... e va bene! ... Dopo tutto sono faccende personali! ... Però dimmi almeno il motivo di questo viaggio!"
"Oscar ...... uhm .... Monsieur Oscar .... ha bisogno di cambiare aria, per .... motivi di salute"
"Salute?! Vuoi dire che non sta bene? Ma è chiaro, l'ho capito immediatamente che non sta bene, è pallida e molto magra!"
"Già ...... tisi Signore ..... deve curarsi, mangiare cibi sani e riposare. In alcuni momenti ha violenti attacchi di tosse, febbre alta ..... in altri sta bene, come ora. E poi .... sapete bene che Oscar .... nasconde bene le sue debolezze" Rispondo piano, a bassa voce.
"COSA?! Mia nipote è malata di tisi?! Ma certo! La causa è la vita che conduce! ... La vita militare non è adatta a una donna. André, domani mattina farò venire immediatamente il mio medico personale, voglio che la visiti!"

"Uhm .... non è solo ... la vita militare. Oscar .... ha chiesto troppo a se stessa .... trascurandosi. Comunque il dottore Lasonne le ha prescritto delle medicine ed io .... mi assicuro che le prenda, come prescritto, e che mangi cose sane e pasti completi, tutti i giorni. Ho promesso al Generale che mi sarei occupato di lei .... e lo farò!"
"Hai promesso di occuparti di lei! ... Uhm ... comincio a capire..."
Le parole del fratello di madame Marguerite mi mettendo in imbarazzo, non so davvero cosa rispondere.
"Io ..... "
"Cosa c'è André?! Forse ho detto qualcosa che ti ha messo a disagio?"
"Ecco ..... cosa .... cosa cominciate .... a capire?"
"La tua devozione nei confronti di mia nipote."
"Beh si .... io ..... siamo cresciuti assieme .... è ... normale che sia così, non trovate?!"
"Guarda caso non hai ancora preso moglie!"
"Uhm ... no .... Signore ...... no"
"No, cosa?"
"Non sono sposato ...... " Poi faccio un bel respiro ed aggiungo "Non potrei ..... spero che mi capiate", aggiungo imbarazzato, io non potrei mai vivere lontano da Oscar, dalla donna che amo più della mia stessa vita. Il mio angelo, il tuo amore, il mio tutto.
"Certo che ti capisco! ... Mia nipote, oltre ad essere molto intelligente,è anche bellissima! Chi non si innamorerebbe di lei!?"
"Già ...... quindi Voi ..... mi capite?"
"Ah ragazzo mio! Se non ti capissi io, chi potrebbe farlo!?"
"Voi? Perchè ..... Voi? Se non sono indiscreto, ovviamente"
"Anch'io mi sono innamorato di una donna non adatta al mio rango!"poso una mano sulla spalla del ragazzo. "Almeno è ciò che direbbero alcuni.
"E ...... l'avete sposata?!" Domando un poco titubante
"Sig ... si ... e ne sono felice .... molto."
"Davvero? Quindi .... Voi accettereste che io e ...... insomma ..... per Voi, non sarebbe un problema? Dite davvero?!"
"Forse un tempo si, ma adesso ..." mi avvicino alla finestra e continuo:"L'amore non ha rango o ricchezza."

Osservo lo zio di Oscar, ha lo sguardo perso oltre il parco, forse immerso nei suoi ricordi. Però credo di potermi fidare di lui .... Mi sembra essere sincero.

"Io ...... avete ragione, Signore. L'amore arriva e non guarda nulla. Ed io ..... io amo Vostra nipote" Rispondo imbarazzato.
"L'avevo immaginato e ne sono felice! ... Mio cognato il generale ti ha accettato quale futuro marito di sua figlia?"
"Beh ..... questo .... non lo so con certezza. Ma mi ha chiesto di prendermi cura di lei ... e sa che la amo ... che ci amiamo. Quindi .... si, credo proprio di si."
Spalanco gli occhi e ribatto: "Mi compiaccio! ... Augustin è un conservatore come ... anzi ... come lo ero io un tempo."
"Già ..." Rispondo sorridendo. "Quindi .... ci aiuterete?"
"André ... ancora una cosa ... perché state scappando? E da chi?"
Faccio un bel respiro, quest'uomo mi ispira fiducia. "Stiamo lasciando la Francia da disertori, siamo tutti soldati ma .... siamo dalla parte del popolo. Il generale Bouillè, a capo dell'esercito Regio, ci ha fatti inseguire. Abbiamo bisogno di riposare qualche giorno, soprattutto Oscar. Avete visto come è pallida e stanca .... Vi prego, aiutateci e nascondeteci"
Strizzo gli occhi e sussurro: "Siete dei rivoltosi! ... Non avrei mai immaginato che mia nipote, devota alla corona, un giorno si sarebbe schierata dalla parte dei rivoluzionari!"
"Oscar ...... ha solo compreso che la situazione della Francia .... e dei francesi, è grave. Il popolo è affamato mentre a Versailles continuano a fare feste e buttare cibo. Di certo, Oscar non vuole spargimenti di sangue nè sovvertire l'ordine delle cose, vorrebbe solo che la Francia fosse un Regno più equo. Sapete .... anni fa un Duca ha ucciso un bambino, sotto ai suoi occhi, sparandogli alla schiena. Ed è rimasto impunito .... ecco, queste cose non devono accadere"
Il mio sguardo cade nel vuoto e dico: "Hai ragione! Certi crimini non posso rimanere impuniti! ... La nobiltà ha commesso fin troppo ingiustizie, ciò che è accaduto era inevitabile!"
"Grazie Signore ..... " Rispondo un poco più tranquillo.
"Ora ciò che mi preoccupa è lo stato di salute di mia nipote. Domani chiamerò il medico per visitarla!"
"Grazie Signore ..... posso .... posso andare da lei ... o lo trovate troppo sconveniente?" domando imbarazzato. "Ho davvero bisogno di vederla, di sapere che sta bene, di raccontarle di questa conversazione.
Sorrido e rispondo: "Va da lei!"
"Grazie" Poi esco sorridente e raggiungo la stanza di Oscar.


Sono nella mia stanza, nel mio letto, tossisco, mi rigiro, sento bussare.

"Avanti!"

Apro la porta ed entro. Vedo Oscar distesa nel letto, chiudo la porta e mi avvicino a lei. Mi siedo sul bordo del letto, poso una carezza sul suo viso, la osservo, è così stanca e fragile.

"Come stai? Tra poco sarà pronta la cena."
"Bene anche se mi sento debilitata." mi alzo dal letto e mi allontano, domando preoccupata: "André cosa fai qui? Non vorrei crearti problemi! Qualcuno ti ha visto entrare?"
"Stai tranquilla. Ho chiesto a tuo zio il permesso per salire. Ma prima ..... ho parlato un poco con lui." Mi avvicino a Oscar, allungo una mano sul suo viso e poso una carezza, poi le sposto una ciocca di capelli e la osservo. Quanto è bella .... però ha un'aria così stanca.
"Sai, tuo zio .... ha sposato una donna del popolo. Lui .... lui ci capisce"
"Cosa?! ... Mio zio?! Ma lui è un uomo integerrimo forse più di mio padre!"
"E invece ...... ha sposato una donna di rango inferiore ...... sai, mi sento sollevato. Ci aiuterà!"
"Gli hai detto di noi?!"
"Io .... si, gli ho detto che ti amo!" Poi mi avvicino di un passo, attratto da lei, dal suo sguardo un poco smarrito di fronte alla forza dei nostri sentimenti.

André mi guarda con amore, sono emozionata, il mio cuore batte forte, che emozione. Mi getto tra le sue braccia, mi stringo forte a lui, sussurro: "Ti amo ... ti amo con tutta me stessa! ... Oh André!"
Stringo Oscar forte a me, la sento così magra ed indifesa. Lo so che lei è forte .... però ora .... ora ha bisogno di cure ed attenzione. "Oscar, tuo Zio ha detto che ci aiuterà, gli ho detto degli uomini di Bouillè che ci inseguono .... e poi vuole chiamare il suo medico personale, per farti visitare"
Mi sciolgo dal suo abbraccio e sussurro: "Non avrei mai pensato che mio zio ci avrebbe aiutati dopo aver conosciuto la verità!"
"Già ..... anche io ero preoccupato. Su .... ora vieni, scendiamo di sotto per la cena. Te la senti?"
Sorrido e timidamente rispondo: "Si ... se sei con me!"

Prendo la mano di Oscar nella mia, la porto alle mie labbra e poso un piccolo bacio, un gesto di affetto e devozione, le sorrido e poi usciamo dalla sua stanza così, tenendoci per mano, e scendiamo di sotto.



"Chiara, vedo che hai fatto apparecchiare per sei! Hai forse dato disposizione alla servitù che anche i servitori di mia nipote si siedano a tavola?"
Sorrido e con dolcezza rispondo: "Anche Alain e Gerard sono nostri ospiti! Non trovi?"
"Si, certo Chiara, hai ragione e poi sei tu la padrona di casa!"
"Grazie Fabrice!"
Mi avvicino a mia moglie, le accarezzo il viso e sussurro: "Riconosco che un tempo non avrei immaginato di dividere la mia tavola con dei servitori ..."
"Forse perché hai sposata la tua cameriera!?"
"No. Ho sposato una donna meravigliosa che ha rubato il mio cuore!"
Poso un bacio sulla guancia di mio marito e ribatto: "Se penso a quanti ostacoli abbiamo dovuto superare affinché ci sposassimo!"
"Però ci siamo riusciti ed è ciò che conta!"
"Già! ... E' ciò che conta!"Abbraccio mia moglie poi continuo: "Sai, anche mia nipote e André sono nella stessa situazione."
"Dici davvero Fabrice?"
"Si. Me l'ha appena detto André."
"Quindi ..... si amano?!"
"Si, si amano. Ma Oscar non sta bene, domani mattina manderò a chiamare il dottor Fenoglio. Voglio che la visiti!"
"In effetti è così pallida e magra .... ti ha detto cos'ha?"
"No. Oscar non mi ha detto nulla, è stato André ad accennarmi che non sta bene."
"Beh .... domani ci penserà il dottor Fenoglio. Oh .... eccoli, stanno arrivando!!"


Alain ed io entriamo quasi in punta di piedi nel salone centrale della villa. Vedo la tavola apparecchiata con diverse pietanze, una tovaglia bianca finemente ricamata, piatti di diverse dimensioni, bicchieri e posate. Troppe posate, almeno per me. Temo proprio che faremo sfigurare il comandante .... E mi dispiacerebbe molto. Sarebbe stato meglio se fossimo rimasti nelle cucine, invece che venire qui, alla tavola dei padroni.

"Alain sei sicuro che siamo invitati?"
"Eh .... si. La cuoca ci ha detto di andare nel salone centrale. Ci ha anche dato degli abiti puliti ...... e che abiti!!! Guarda Gerard!"
"Ih ih ... vedo, vedo! Sembri un damerino!"
"Beh ... anche tu!!! Ma .... non vedo André!"
"Non saprei ... forse è con il comandante!"
"Uhm .... beh ... noi andiamo!" Poi faccio un bel respiro ed entro nel salone.
Vedo mia moglie sorridere, va incontro ai primi ospiti, esclama: "Ben arrivati! Prego, accomodatevi!"
"Grazie mille Madame!" Poi mi esibisco in una specie di inchino, un poco maldestro. Ma come fa André con questa camicia chiusa fino al collo?!! Accidenti, fa caldo!
"Su, tranquilli, mio marito ed io non badiamo alle formalità! ... Ah ecco ... sono arrivati anche Oscar e André!"

Ci voltiamo, vediamo entrare il Comandante ed il nostro amico. Lei sembra stanca, anche se sorride. André invece ..... ha un sorriso felice in volto.
"Buona sera!"
"Oscar!! Buona sera!! Hai riposato un poco?"
"Si grazie, Zio!"

"Allora possiamo accomodarci a tavola!"

Mi siedo a tavola con André al mio fianco, di fronte ho mia zia, questa zia che non conoscevo affatto. I nostri amici sono un poco impacciati, forse intimoriti dal numero delle posate! Sorrido al ricordo della nonna che ci ha insegnato a stare a tavola. Mi manca la cara Nanny!!
Vengono servite le prime portate. Osservo André che indica a Alain e Gerard quali posate utilizzare per ogni cibaria.
"Eh eheh ... grazie amico!" poi guardo i padroni di casa e dico imbarazzato: "Scusateci ma noi siamo dei poveri soldati ignoranti!"
Alain ribatte: "Si, è vero ma io qualcosa la so da me, visto che ho frequentato l'accademia militare! ... Em ... André questa posata per quale portate è? Sai, non me lo ricordo più! Ih ih ..."
"Oh...state tranquilli!!! Alla fine servono tutte per mangiare!! Sapete, mio padre ci teneva molto all'etichetta .... e fino a qualche anno fa ..... anche io!! Ah ahah!"
Vedo lo zio ridere allegro, è decisamente meno rigido di mio padre!
"Ih ih .... Grazie Signore!"
Fabrice domanda: "Dunque Signori, voi avete prestato servizio militare, dove precisamente?"
"Nella Guardia Metropolitana, Signore. Gli ultimi anni agli ordini di Vostra nipote.....che ci ha fatti faticare parecchio!!"
"Ih ihih ... immagino! ... Se è come suo padre non c'è dubbio!"
"Io non conosco il Signor Generale .... ma il Colonnello ..... ci ha messi tutti in riga ...... anche se all'inizio proprio non la volevamo, Signore"
"Ah no?! E si può sapere perché?"
"Beh....prendere ordini da una donna ..... capite che è un problema!"
"Ti risponderò come risponderebbe mio cognato: è solo un dettaglio! Ah ahahah...."

Lo zio è molto più aperto di quanto ricordassi.
Poi sorrido, guardo André al mio fianco mentre mangiucchio qualcosa, purtroppo non ho appetito, ma sento lo sguardo preoccupato di Andrè, in una muta preghiera affinchè metta comunque qualcosa nello stomaco.

"Sapete, anch'io un tempo sono stato un soldato, precisamente ero al comando di mio cognato Augustin!"
"Davvero zio? Non lo sapevo!! Raccontateci qualcosa!"
"Allora eravamo molto giovani e tuo padre era il comandante delle guardie reali! Beh .... per generazioni la famiglia Jarjayes ha servito la corona ed io ero un sotto ufficiale e facevo parte della guardia reale! In seguito tuo padre conobbe tua madre ed io dopo qualche hanno stanco di una vita tanto burrascosa, ho deciso di trasferirmi qui con la mia povera moglie."
"È per questo che Vi siete trasferito qui?"
"Si, desideravo vivere in tranquillità."
"Anche io .... vorrei vivere tranquilla...... coff coff ...." Tossisco un poco, mi copro con la mano e spero di non vedere sangue .....
Osservo preoccupato mia nipote e cerco un'indifferenza non vera. Sono molto preoccupato.

"Oscar, vorrei che vi fermaste per qualche settimana!"
"Eh Zio, credo che non sia possibile. Purtroppo siamo disertori .... dobbiamo far perdere le nostre tracce......"
" ... Si, ma non potete rimettervi in viaggio tanto presto! ... Tu hai bisogno di qualche giorno di riposo."
"Qualche giorno ..... ci fermeremo molto volentieri. Ma non voglio farvi correre dei rischi. Coff.... scusatemi ..... coff ...."


Sussurro al mio amico: "Alain, temo che il comandante stia davvero male."
"Già.....ha mangiato pochissimo e continua a tossire!! Deve riposare ....."

TOC TOCTOCTOC

"Oscar, temi che siano sulle vostre traccia? Forse vi hanno inseguiti?"
"Purtroppo si ....."

TOC TOCTOCTOC

Vediamo entrare una cameriera allarmata.
"Signore....ci sono degli uomini che bussano ...... cosa faccio?"
"Uomini? Sei sicura che non siano soldati?"
"Non saprei ...... non indossano divise .... però...."

TOC TOCTOCTOC

"Aspetta! Prendi tempo! ... Devi aprire tra qualche minuto, fingi di non aver sentito! Vai su presto e raccomandati con la servitù di non dire a nessuno che abbiamo ospiti!"
Appena la cameriera si allontana, dico a mia moglie: "Chiara nascondi mia nipote e gli altri nelle cantine! ... Oscar, dietro l'espositore dei vini c'è una botola che porta nelle segrete. Chiara conosce perfettamente il passaggio, seguitela! ... Prendete le candele!" poi chiamo la servitù! "Bernardo! Bruno!!"

Ci alziamo rapidi, pronti a nasconderci.
"Zio....fate sparecchiare la tavola e sistemare le stanze ..... eh .... grazie! State rischiando molto .... troppo Zio!"Rispondo commossa alle attenzioni dello zio.

"Signore avete chiamato?"
"Sparecchiate immediatamente la tavola! Deve rimanere solo la mia portata! Veloci! E riguardo i nostri ospiti, nessuno deve farne parola! Intesi!"
"Certo Signore .... però....continuano a bussare!!"
"Penserò io a loro! Chiara sbrigati! Andate via da qui!"
"Venite, seguitemi!"

Poi corriamo tutti dietro alla moglie dello zio. Percorriamo una lunga scala, passiamo diverse porte che vengono richiuse a chiave dalla signora Chiara. Raggiungiamo un'ampia sala, interrata, in cui Chiara accende alcune candele. Al centro c'è una tavola e alcune sedie.

"Oscar, vieni, siediti. Hai freddo?!" Sento la voce dolce e preoccupata di André.
"No, no, sto bene André!"
Mi guardo attorno e vedo alcune casse, delle spade ed altri oggetti. Poi mi siedo, con i sensi all'erta e spero che vada tutto bene.
"Gerard, sono convinto che siano i soldati di quel pallone gonfiato di Bouillè! Finchè non metteremo piede sul suolo italico, saremo tutti in pericolo!"
"Qui siamo nel suolo italico .... ma purtroppo i francesi controllano il ducato ..... dobbiamo raggiungere il suolo austriaco. Vedrete che ce la faremo!"
"Accidenti Comandante! Sono davvero un ignorantone!"
"Coff ... coff ....." sento le forze venire meno, mi sento stanca .... "coff coff coff ......" piano mi accascio sul tavolo. Mi sento debole .... tanto debole ... "André.... coff ....." chiamo in un sussurro, con tutto il poco fiato che ho in corpo.
Vedo la mia Oscar accasciarsi, la soccorro spaventato e con voce tesa, dico: "Oscar! Oscar! Cos'hai?"
"André....coff .... coff ....."
La stringo a me, sussurro: "Coraggio, resisti! Domani ti vedrà un medico!"
"Si .... coff .... coff ...." sento le braccia di André tenermi stretta, mi appoggio a lui, ho il respiro affannato .... mi sento stanca ...
"André ..... ce la faremo .... coff .... coff ..... "
"Si che ce la faremo! ... Ci sposeremo e la nostra vita sarà meravigliosa! ... Come ho sempre sognato!" Sussurro nel suo orecchio stretto a lei.


TOC TOCTOCTOC
"APRITE!!"

Mi avvicino lentamente al portone principale con in mano un candeliere, spalanco la porta, davanti a me c'è un esercito di soldati, domando: "Cosa succede? Perché le guardie francesi sono a casa mia?"
"Stiamo cercando Oscar François de Jarjayes!! È qui?!"
"Avete detto Oscar François?! Mia nipote?! E cosa dovrebbe farci qui mia nipote? Per quanto ne so, è a Parigi agli ordini di Sua Maestà il Re."
"Fateci entrare!!! Abbiamo l'ordine di perquisire tutto!!"
"Volete perquisire la mia casa?! Prego, mostratemi il mandato!"
"Eccolo!!!"
L'emozione è tale che riesco appena a leggerlo, poi dico: "Non capisco cosa vogliate da me e soprattutto da Oscar! Almeno ditemi perché è ricercata?"
"La cosa non Vi riguarda. Fateci entrare!"
"Non posso impedirvi di entrare ma almeno abbiamo rispetto della mia casa!"
"Ma certo ... ih ih ih! Forza!! Perquisite tutto!!"

Io e teحيث تعيش القصص. اكتشف الآن