XXXV - Questo sì che è un matrimonio!

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Forse era da egoisti,
ma allora non me ne rendevo conto...
ero debole e completamente perso
nella solitudine più totale,
avevo bisogno di te, perché tu, per me rappresentavi quel tutto che mi mancava.

Essere un ragazzo di sedici anni
e doversi comportare come un adulto,
capace di badare a se stesso completamente
da solo perché i suoi genitori non ci sono mai
e quando ci sono
è come se non ci fossero ugualmente.

Mi sono sempre sentito invisibile
agli occhi degli altri,
eppure con te era diverso,
sei stata forse la prima persona
che ha avuto la forza di guardarmi
negli occhi e sorridermi.

Perché nonostante tutto,
tu in fondo mi hai aiutato.

È passato tempo
ed ora posso finalmente dire di stare bene.

So che anche tu stai meglio e mi fa piacere,
mi rallegra davvero il cuore.

Tra poche ore mi sposerò
e dovrò definitivamente lasciarti andare,
anche dai miei pensieri
che delle volte sono ancora completamente occupati da te e sembrano dirmi che
la tua assenza fa più rumore
di qualsiasi altra presenza.

Volevo renderti partecipe
di queste parole scritte completamente a caso alle tre del mattino perché so
che mi mancherai terribilmente,
anche se infondo mi manchi già da
un bel po' di anni.

Ho imparato che tutto nella vita accade
per un motivo, per una ragione, per uno scopo
e il giorno della tua partenza,
quando sono corso su quel grattacielo
e Danna mi ha salvato
ho capito che anche quello aveva il suo perché...

Quindi, va bene così.

Te lo giuro Aria, va bene così.

Non ho rimpianti.

O meglio, anche se non ho rimpianti,
l'unica cosa che cambierei se potessi tornare indietro sarebbe
essere abbastanza per te.

Solo questo.

Buona vita, Aria.

Spero che la mia sia altrettanto buona."

«Che leggi?» la voce ancora assonnata di Nicholas la fece sussultare non essendosi minimamente accorta del suo ingresso nella sala da pranzo, dove fino a quel momento era stata da sola.

«Boh» rispose con un'alzata di spalle mentre senza dare troppo nell'occhio afferrava una rivista di moda sulla sedia accanto a lei.

«Come boh?»

«Una rivista»

Il fratello si sporse nella sua direzione e lesse ad alta voce il titolo del paragrafo su cui Aria si era causalmente soffermata.

«Ultimi stivali in tendenza» fece finta di pensarci su «Cultura insomma»

La sorella gli rispose con una semplice alzata di spalle seguita da un altro sonoro «Boh»

AriaWhere stories live. Discover now