<< Ragazzi, da quanto tempo! Come va?>>
<<Tutto bene capitano, è proprio da tanto che non ci vediamo>>
<< Hai ragione Shawn, tantissimo!>>
<< Guarda guarda chi c'è, la coppia più bella dell'Inazuma!>>
<<Hey Jude, vedo che hai ancora gli occhialini eh?>>
<<Sono il mio marchio di fabbrica Axel, lo sai no?>>
<<Si, lo so benissimo hahahah>>

Mangiamo e ridiamo, tutti insieme, come ai vecchi tempi.

Non abbiamo mai perso i contatti, ma tra i vari impegni non abbiamo avuto modo di vederci spesso come facevamo prima. Stasera però ci siamo proprio tutti.
Come previsto poi, Caleb insieme a Jude, il suo ragazzo, incredibile ma vero, ha portato alcol a volontà e c'è stato da farsi grandi risate. Come quando Mark si è messo sul divano a ballare, o quando Erik, venuto direttamente dall'America, ha iniziato a baciare Silvia, rossa come un pomodoro. Forse l'alcol a volte è davvero una benedizione, non ce l'avrebbero mai fatta quei due altrimenti. Devo dire che neanche io ci sono andato propio leggero, avrò bevuto quanti, sei, sette o forse anche otto bicchieri? Nah non serve star qui a pensarci.
Da lì in poi al tavolo c'è stato il delirio più totale, fino a quando Celia ci chiese "a quando il matrimonio?".
Ora sono tutti zitti, ma davvero?!
Io mi strozzo, nel bere l'ennesimo bicchiere.

Matrimonio?

Guardo Axel.

Dopo questa domanda anche lui si da' ai drink, inevitabilmente rosso.

Mi giro e guardo il bicchiere.

Bevo, ancora.

Ma sì dai, buttiamola sull'alcol.

Alla fine non risponde nessuno dei due e vedo Celia sorridere compiaciuta, come tutti gli altri, dell'ormai ex squadra.
Ok forse ora mi sento leggermente ubriaco, ma meglio così.
Che giornata.

Aiden, mamma, papà, ricordate quando vi ho detto di guardarmi sempre?
Ecco, ora che sto ballando sul divano con Mark senza maglietta... potete anche girarvi da un'altra parte, ok?
Che poi, perché sono senza maglietta? Chissà, l'importante è che vedo Axel guardarmi. Tranquillo amore, dopo torniamo a casa nostra.

Già... casa nostra.

<<Ragazzi è stata una bella serata, ma ora io e Shawn andiamo che si è fatto tardi>>
<<Sí, ora vado anche io... ma chi mi da una mano a portare Caleb a casa? Non si regge in piedi. OI CALEB, RIPIGLIATI! STO PARLANDO DI TE>>
<<Eh? Moscone?, ma dove siamo?>>
<<Giuro che ti faccio tornare a piedi>>
<<Anche Shawn non è messo molto meglio, credo che dovrò portarlo io. Grazie di tutto Mark, alla prossima ragazzi!>>
<< Quaaaandoh vuole lei bombeR di ffuocoh>.
<<È andato pure lui>>
<<Era prevedibile dai, è pur sempre a casa sua questa>>
<<Vero, così non si preoccupa di chi lo deve portare in braccio perché è già qui>>
<<esattamente>>



Devo ammettere che, anche dopo anni che stiamo insieme, mi imbarazzo sempre quando mi prende in braccio il mio Axel.
Ma non credo che ora ci sia alternativa, non sto in piedi e mi gira la testa, leggera.
Mi lascio cullare dai salterelli che faccio ad ogni passo del mio ragazzo, con un ritmo costante.
A pensarci è il suo ritmo, ed è tutto mio, ora.

Chiudo gli occhi e mi lascio sfuggire un sorriso.

Il modo in cui si prende cura di me non è cambiato in tutti questi anni, affatto.
La nostra storia è iniziata così, nelle camere della squadra dopo un momento in cui credevo di aver toccato il fondo senza nessuna mano da afferrare.
Ma la mano, inaspettatamente, è arrivata.
Mi ricordo come non volevo aggrapparmi a lui, ma mi ricordo benissimo anche come mi sono sciolto per lui.  Come lui è riuscito a scaldare il ghiaccio che mi aveva gelato il cuore e la mente, che mi teneva bloccato in un incubo da quella valanga. 

Fragile  ||  goufubuWhere stories live. Discover now