29 Incubo O Visione?

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C'era un fuoco nel mezzo. Il fuoco era blu come il cielo che si avvia verso la notte, ma privo di quelle sfumature arancioni e rossastre che contraddistinguono il passaggio del tramonto. La fiamma ardeva e zampillava qui e là. Una creatura viva. Poi quella fiamma scompariva, inglobata in un paio di occhi che ne assumevano lo stesso colore. Quegli occhi osservavano nel buio, più distante da loro, scrutavano un secondo sguardo. Questo sguardo era in parte spento e in parte acceso come l'altro, con lo stesso colore se pur... Privo, di quella stessa intensità. Due sguardi simili, due sguardi tristi. Ma il primo racchiudeva in sé anche un'altro sguardo, diverso.

Non era l'unico sogno. C'era qualcos'altro che aspettava nella notte.

C'era una cosa che doveva trovare. La cosa era vicina, molto vicina. ma per quanto lo fosse non capiva cos'era.

C'era fumo, fumo in ogni dove. Se ne poteva percepire l'odore, anche se non era davvero reale. Perché quello non era reale. Era un sogno, un incubo? Una stranezza dentro una stranezza. Una doppia stranezza che era una visione. Difficile da interpretare, questo era certo. Dopotutto, non ci si poteva aspettare che tutte le visioni fossero chiare e concise, soprattutto quelle notturne e soprattutto, quando la luna non è presente a fare strada con la sua luce. Il fumo non si diradava, continuava ad impedire la vista. Tra il grigio di quella scena, comparve anche un'altro colore, era il rosso sangue. C'era una voce, più voci nello stesso momento, troppo confuse e troppe, per essere capite.

Tutto era nebbia, fumo, sangue, dolore, ma perché poi il dolore? Valeriana non sapeva spiegarselo. Perché avrebbe dovuto percepire dolore visto che non lo poteva più fare? Cercò di trovare qualcuno in quella confusione ma era tutto distrutto tutto a pezzi e... Poi capì. Una parte la capì.

La strega si svegliò di soprassalto. Era bagnata dal sudore della tensione che quella visione le aveva provocato. Erano ancora alla locanda. Erano fermi lì da giorni, per riprendere le forze e poi ricominciare a cercare. Eppure con tutto quello che era successo, potevano essere trascorsi anni, per come si sentivano tutti.

Si accertò di non svegliare il compagno e si avviò verso il bagno. Non avrebbe ripreso sonno facilmente. Dedusse quindi che la soluzione migliore fosse uscire all'aria aperta. Poco dopo, era sul tetto della locanda per fare chiarezza alla confusione che le ronzava in testa.

Sir: come mai già sveglia mia strega?

Il suo famiglio era apparso, percependo ansia dalla sua padrona. Ella però non rispondeva.

Val: sta per succedere qualcosa di brutto. Voi non avete più tempo. C'è qualcosa che manca... Tu sai cosa accadrà, non è vero?

Sir: sono un famiglio... Non posso...

Val: parlare. Si, capisco. Mi dirai tutto dopo?

Sir: lo prometto.

Al mattino ricevettero una missiva urgente che li indirizzava verso un'altro villaggio con estrema urgenza. La missiva arrecava lo stemma del re Topo.

Volarono finché poterono e proseguirono nuovamente a piedi per un pezzo. Troppe creature maligne che circolavano in quella zona. Non lasciavano scorrere molta distanza tra un attacco e l'altro. Ora, camminavano spediti. La strega aveva bisogno di parlare con lo stregone viola. Aveva troppe cose in quel momento per la testa. Una sarebbe esplosa se non si fosse distratta parlando col fratello. Si avvicinò a Hitoshi che camminava a fianco di shoto.

Val: scusa, te lo rubo per un poco, puoi tenere compagnia a dabi?

Il bicolore acconsentì e si portò più indietro verso il corvino.

I due stregoni, iniziarono a parlare tra loro. Forse centrava nuovamente il terzo, ma dal suo comportamento non sembrava essere lui il problema, pensava todoroki. Soprattutto perché in quei giorni di poco riposo, al cromatico era sembrato che andasse meglio tra il suo collega biondo e il suo stregone verde.

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