«non è possibile cazzo! Ma perché proprio a me» imprecò mentre si inginocchiò sul pavimento per prendere il materiale che era caduto, per poi uscire velocemente dalla stanza, incamminandosi verso la presidenza, dove avrebbe dovuto consegnare la sua raccolta.

«preside Weatherbee, scusi il disturbo, ecco il lavoro che mi aveva richiesto» affermò non appena entrò nel suo ufficio, dopo aver bussato due volte, e solo quando si avvicinò verso la scrivania si rese conto della presenza di Cheryl, la quale era seduta su una delle sedie poste nello spazio circostante; non poteva crederci, perché tutto questo doveva accadere proprio a lei?

«Signorina Topaz, la ringrazio; per favore si accomodi dobbiamo parlare di alcune cose.»

E fu proprio in quel momento che il sangue nelle sue vene si gelò completamente, e per qualche istante ebbe la sensazione che sarebbe finita per svenire da lì a poco.

Cercò di ingoiare il groppo che le si era formato in gola, e prese posto difronte a lui, iniziando a torcersi le mani per via dell'ansia, battendo ripetutamente il piede contro il parquet.

«allora, parlando con la signorina Blossom, che mi ha esposto la sua passione per la fotografia, ho deciso che da oggi inizierete a collaborare, almeno sarà anche più facile consegnare i lavori, e impiegherete meno tempo.»

Per poco non si strozzò con i residui di saliva che le erano rimasti in bocca, cosa cavolo stava succedendo? a Cheryl non piaceva nemmeno la fotografia; perché continuava a perseguitarla in quel mondo?

«si sente bene?» domandò il preside, guardandola con un espressione altamente preoccupata dato che la Serpent si era praticamente paralizzata.

«si, si. E' tutto ?» domandò con apatia nella voce.

«si, può andare se vuole».

«bene, arrivederci.» rispose prontamente, alzandosi dalla sedia, afferrando velocemente il suo zaino, recandosi all'esterno della struttura scolastica, oziando sopra gli scalini davanti alla porta principale, estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca destra della giacca di pelle, iniziando così a fumare, sentendo il bisogno di buttare fuori un po' dello stress e dell'agitazione che aveva accumulato dentro di sé.

«non sapevo che stessimo giocando ad acchiapparella, sei brava a scappare» affermò la rossa, apparendo davanti i suoi piedi, guardandola con aria di sfida, portando le braccia incrociate al petto, mentre Toni la guardava con un sopracciglio inarcato.

«Si può sapere cosa vuoi? perché continui a seguirmi? a pedinarmi? a infastidirmi?» chiese stremata, aspirando una grande quantità di fumo, per poi espellerla qualche secondo più tardi.

«capisco che nessuno ti rivolge mai la parola, ma non agitarti così tanto per un po' di attenzioni.»

«mi vuoi dire cosa vuoi? Finiscila con questo giochetto perché non ci casco.»

«Dio Toni, quanto sei drammatica! Voglio semplicemente parlare.»

«ma perché? Perché con me? Mi tratti male da anni ormai!»

«appunto, un motivo in più per iniziare a rapportarci civilmente»

«e cosa ti fa credere che io lo voglia?»

«mamma mia, rilassati. Lasciati andare ogni tanto.» sbuffò, alzando gli occhi al cielo, guardandola annoiata, senza ricevere nessuna risposta dato che Toni la ignorò completamente.

«comunque ci vediamo alle tre a casa mia.» proseguì, attirando prontamente la sua attenzione.

«cosa? perché?» domandò preoccupata la più bassa, non volendo per nessun motivo rimanere da sola con lei, per di più nella sua abitazione.

Choni one shotWhere stories live. Discover now