Deuxième partie - I. Maman

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Deuxième partie

«L'amour est une fleur délicieuse, mais il faut avoir le courage d'aller la cueillir sur les bords d'un précipice affreux.»


I.

Parigi, 24 maggio 2022

All'udire di un timido bussare, Émilie volse lo sguardo verso la porta. Un sorriso raggiante le illuminò il volto: già intuiva il proprietario di quella mano dal battito leggero e incerto. Sorrise ancor di più quando scorse la testa bionda di suo figlio - bionda come la sua - fare capolino nella stanza.

Adrien sospirò di sollievo alla vista della madre seduta sul divano bianco accanto alla vetrata. Da quando Émilie si era ristabilita abbastanza per uscire dall'ospedale e tornare a casa, ogni volta che Adrien entrava in una stanza temeva di non trovarla più. O peggio, trovarla accasciata a terra, pallida di morte. Proprio come quel giorno di tanti anni prima, quando credeva che lei avesse solo un po' di tosse e una semplice febbre - come gli aveva fatto credere suo padre - e invece non l'aveva rivista più.

Ecco, Adrien continuava ad avere questa inconscia paura, che lei potesse sparire da un momento all'altro, lasciandolo solo in quella casa immensa. Troppi anni vi aveva vissuto in completa solitudine, e non era certo lo avrebbe sopportato una seconda volta. Per questo, quando la vide allegra e serena, si sentì subito sollevato e ricambiò con dolcezza il sorriso che la madre gli aveva rivolto a mo' di saluto.

Avanzò timidamente nella stanza, perché non si era ancora abituato all'aura così armoniosa e delicata che la presenza di Émilie emanava.

"Buongiorno, M-Maman", disse in un sussurro, inceppandosi proprio su quella parola che suonava come arrugginita sulle sue labbra. Quando lei era morta - o meglio, quando lui credeva che lei lo fosse - quella parola, mamma, così dolce e soave, non l'aveva pronunciata più. Era troppo doloroso per lui, non ci riusciva. Quando ci provava, sentiva come un nodo bloccargli la gola, e se infine ce la faceva, suonava talmente arida e vuota da disgustarlo.

Ma adesso - Maman - questa parola si invigoriva sempre di più, come se le sue corde vocali avessero finalmente ritrovato la giusta combinazione, e il suo cuore la debita dose di sentimento.

E nonostante quel Maman gli parve ancora un pizzico acerbo (doveva assolutamente eliminare la balbuzie, quale normale figlio balbetta rivolgendosi alla propria mamma?), sicuramente erano stati svolti grandi progressi.

Anche Émilie sentì il cuore palpitare nel petto al suono di quella parola. Questo perché, nonostante per lei neanche un singolo giorno sembrasse passato da che si era "addormentata", vedere Adrien così adulto e cresciuto le aveva fatto comprendere realmente quanto tempo fosse trascorso, e quanto dovesse essere difficile, per lui, affrontare tutto questo.

"Tesoro", gli disse con voce dolce, seppur un po' rauca. Batté una mano sul posto libero accanto a lei. "Vieni, siediti qui con me" lo invitò.

Adrien non se lo fece ripetere due volte, e si diresse con passo leggermente nervoso verso il divano a cui la madre sedeva.

La luce aranciata del tramonto adesso permeava tutta la stanza, in un gioco di colori e luci che fecero brillare gli occhi di Adrien, quasi...

Quasi come stesse per piangere.

L'occhio di madre di Émilie notò subito quel bagliore, e il suo bel sorriso venne smorzato da un moto di preoccupazione.

"Oh, Adrien" mormorò così dolce, tanto che Adrien dovette chiedessi come fosse possibile che la sola presenza di Émilie accanto a lui potesse dare vita a quell'atmosfera di amore e magia.

Il y a pire que ne pas connaître l'amourWhere stories live. Discover now