1. Ricordi

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Sono seduta con la schiena ricurva sulla scrivania e il calore del sole mi arriva dritto in faccia. Ho messo la mia postazione di studio appositamente davanti alla finestra perché sia ben illuminata, ma d'estate ne pago le conseguenze.

Con una mano faccio tamburellare la matita sulle labbra mentre gli occhi scorrono veloci sulle pagine del libro. Sposto il ciuffo di capelli che mi cade davanti agli occhi dietro l'orecchio, passandomi il palmo sulla fronte sudaticcia.

Quanto amo la terminologia psicologica. 

Tremila termini per definire ogni aspetto conosciuto della mente umana.

E' per colpa di questi momenti che ho pensato più di una volta di abbandonare. Poi, però, mi dicevo di continuare, che i frutti si sarebbero visti con gli anni eccetera eccetera. 

Ed ecco come sono finita, a dover studiare argomenti di psicologia, che non mi interessano e benché meno mi saranno utili in futuro, solo per poter passare il penultimo esame. 

Addirittura Rinaldi, considerato il massimo esperto del campo nell'Ateneo, durante la primissima lezione ha detto che: "Tutto ciò che imparerete in questi tre mesi servirà solamente a quella piccola percentuale di voi che ha il sogno di diventare ricercatrice nell'ambito della psicologia". Poi si era alzato e aveva appoggiato la schiena alla cattedra, togliendosi gli occhiali con un gesto eloquente, per proseguire guardandoci bene negli occhi  "agli altri, tutto questo, non servirà a nulla" aveva concluso con una grassa risata che ci aveva subito contagiati.

Inutile dire che è riuscito a guadagnarsi la simpatia di tutta la classe in meno di cinque minuti. Un professore universitario che è alla mano e allo stesso tempo un luminare nella sua materia non lo si trova tutti i giorni.

Purtroppo hanno diviso i corsi: ora tutti gli studenti di psicologia hanno come insegnanti principali Rinaldi e Santini, la vecchia megera che fa studiare tutto, e dico tutto, l'elenco dei termini scientifici per indicare il cervello nelle sue parti più assortite.

Non le importa se vuoi diventare psicologo o frequenti il corso solo per puro piacere (come nel mio caso prima che la conoscessi), a tutti la stessa pillola da mandar giù. E con 'pillola' intendo un mattone di carta e inchiostro definito 'libro'.

Quando ho iniziato l'università l'obbiettivo era solo la parte di pedagogia, perché pazzamente volevo, e tutt'ora è così, recuperare il sogno di diventare insegnante. Sono sei anni che tiro le cuoia, ma a settembre ho visto alcuni corsi aggiuntivi in psicologia e non ho saputo resistere.
Ho pensato che un paio di lezioni in più non avrebbero fatto male e mi sono iscritta.

Mi batto la mano sulla fronte al solo ricordo. Quando mai l'ho fatto.

Dalla finestra entra uno spiffero d'aria, che da qualche giorno si è fatta calda per l'inizio dell'estate, così mi affretto a chiuderla.

Mi sposto i capelli appiccicati alle guance e mi faccio aria con una mano. Il caldo sta decisamente aumentando, se vado avanti così finisce che mi friggo il cervello.

Sposto la sedia e mi dirigo verso la cucina, nonché soggiorno e sala da pranzo dell'appartamento in cui vivo da più di sei anni a questa parte.

Camilla non mi ha scritto né chiamato, sarà ancora via.

Superato il corridoio mi butto a peso morto sul divano, accendendo con il piede il ventilatore.

Non abbiamo ancora la possibilità di mettere il condizionatore, non ci sono abbastanza soldi e inoltre la vicina del piano di sotto dice che fa troppo casino, che sono meglio i vecchi ventilatori perché "non tradiscono mai".

Nessuno ha mai capito a cosa si riferisca. Probabilmente l'amante l'ha lasciata ad agosto o non so cosa. Bah, chi la comprende quella.

Ho la faccia schiacciata conto il bracciolo di pelle e, come ogni estate, mi chiedo quando ci sia venuta la malsana idea di prendere questo divano e soprattutto perché Camilla sia così fissata col non volere un copri divano in tela, almeno per i mesi caldi.

Barcellona | Daniel RicciardoWhere stories live. Discover now