8. piccola gita

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POV EMMA
Ormai succede tutto durante i pasti, infatti, essendo tardi, ci avviamo in sala da pranzo. Arriviamo mano nella mano, anche se cerco di non stringere la presa per non causargli dolore. Appena compariamo tutti si zittiscono «cosa hai fatto alle mani?» domanda subito Steve «niente, è stato un'incidente» cerca di cambiare discorso Bucky anche se non sembra convincerlo «sapete che ci sono telecamere ovunque? Tranne nelle stanze, e nei bagni ovviamente» ci squadra Tony «certo, perché?» chiede, di risposta, James «niente» lo guarda sospettoso. «Dobbiamo parlare» mi sussurra Nat, prima di accomodarsi. Sam non si è ancora fatto vedere.

«dimmi tutto» sprono Natasha, dopo averla seguita, alla fine del pranzo «riusciresti a convincere Luna a star qui un paio di giorni?» mi domanda «sì, o almeno ci provo, posso chiederti il motivo?» «tra un paio di giorni è il suo compleanno e volevo farle una sorpresa, guai a te se spifferi qualcosa» faccio il segno della zip sulla bocca e la vedo sorridere «qualcuno ti cerca, ci si vede in giro» e si dilegua, chissà a chi si riferiva.
«Emma, Emma, ti ho trovata» mi raggiunge di corsa Bucky «ti va di fare un giro? in moto? voglio farti vedere un posto, anche se ci metteremo un po'» propone. Felice di questa idea acconsento e lo seguo.
Ci dirigiamo nel garage, dove, con mia grande sorpresa, è parcheggiata una fiammante e ipnotica Harley-Davidson. Di fianco a quella ci sono due tute in pelle «indossala, là c'è un bagno» mi indica la direzione il ragazzo, dopo avermene data una. Faccio come mi ha detto e noto con piacere che sembra fatta su misura per me. Appena ritorno da lui vedo che ha fatto lo stesso. Mi porge un casco e indossa il suo. Saliamo in sella e il motore, dopo un paio di ruggiti, parte a tutta birra nella sua corsa per le strade di New York. Non sono mai salita su una moto, ma è un colpo di fulmine: è assolutamente bellissimo. L'aria sfreccia sul tessuto della tuta, accarezzandomi e si mischia ai capelli che escono dal casco, scompigliandoli. I paesaggi scorrono veloci sui miei occhi. È LIBERTÀ.

È da ore che siamo in viaggio e non so quanto manca. Continuo a stringere James davanti a me per non cadere. Intravedo una scogliera che scende a picco e intuisco sia la nostra metà, anche se non ne capisco la bellezza. Bucky posteggia la moto e mi fa segno di seguirlo «non hai paura che te la rubino?» domando un po' stranita mentre afferra uno zaino che era dentro lo scomparto del sedile «non passa nessuno da queste parti» mi rassicura. Scendiamo verso una piccola scaletta laterale, poco sicura, che prima non avevo notato e arriviamo in una magnifica spiaggia: è piccola e circondata dagli scogli. La sabbia bianca riflette in alcuni punti la luce del sole creando dei giochi visivi, facendo credere ci siano dei diamanti. Arrivati all'ultimo gradino si toglie le scarpe, sostituendole con un paio di sandali. Mi porge un paio di infradito della mia taglia...a proposito, dove ha trovato le mie misure? Sorpresa me li infilo e lo seguo. In un angolo vedo una piccola baracca costruita a mano, probabilmente da lui nel tempo. Scompare dentro quel piccolo riparo e ne esce in pochi secondi con due teli da mare che stende per terra. «dove siamo?» vince la mia curiosità «è il mio posto segreto, la mia comfort-zone. Scappo qua quando ho bisogno di stare da solo» «ma adesso non sei più solo» gli faccio notare «volevo condividerlo con te» sorrido avvicinandomi all'acqua cristallina e, dopo essermi tolta le calzature, immergo i miei piedi in essa «è calda» penso ad alta voce, sentendo la temperatura perfetta. Mi imita e comincia a spogliarsi «che stai facendo?»ridacchio distogliendo lo sguardo. Non mi risponde ma si lancia nel mare, schizzandomi. Lancio un gridolino di sorpresa «vieni, si sta bene» mi invita «va a quel paese Barnes, sei pazzo» mi ignora e si spinge più al largo senza girarsi neanche un momento. Prendo la palla al balzo e mi tolgo i vestiti per rimanere solo in intimo. Mi tuffo a mia volta più silenziosa e, in apnea, lo raggiungo. Quando decide finalmente di controllarmi si volta, ma, come secondo i piani, non mi trova. Si allarma e comincia a nuotare per tornare a riva, ma prima che si allontani troppo da me, lo spingo sotto. Torna a galla alla ricerca di ossigeno ma si ritrova me davanti «ti sei preoccupato?» lo prendo in giro «dove hai imparato a nuotare così velocemente?» mi chiede sorpreso «quante cose non sai di me» torno seria, attanagliata da ricordi poco piacevoli « tutto ok?» «sì» riporto il sorriso sul mio volto per eliminare i miei pensieri, riuscendoci.

POV BUCKY
Comincia a far freddo e la vedo tremare, in fondo siamo stati tanto tempo a mollo. La stringo a me per riscaldarla «usciamo» la trascino con me. Prendo un telo e gliel'avvolgo attorno. Una volta asciutta comincia a rivestirsi. «girati» mi dice e obbedisco «ai suoi ordini, miss Coulson» Nel mentre faccio lo stesso. Il sole comincia a scendere e risaliamo la scaletta. Fa per mettersi il casco, ma la fermo «aspetta un altro po'» mi guarda curiosa, ma rimette giù l'oggetto e si fida. Ci sediamo su una roccia leggermente più alta ad osservare l'orizzonte. Il tramonto comincia a farsi vedere. Non parlo per non rovinare l'atmosfera. Il rosso colora il suo viso e la osservo contemplare il paesaggio. Anche lei, come me, è stupita da quel fenomeno, come speravo. Dato il venticello pungente mi avvicino di più per scaldarla con il mio corpo. Mi guarda sognante e non aspetto altro per baciarla. Il bacio passionale continua fino al primo buio. «dobbiamo andare» sussurra sulle mie labbra, abbozzando un sorriso. Anch'io sorrido e la prendo in braccio, per rimetterla giù solo arrivati alla moto «un giorno mi insegnerai a guidarla» ridacchia, ma prendo sul serio la frase «facciamo domani» la sorprendo.

Visto l'orario entriamo di soppiatto, ridacchiando «hai fame?» le domando «boh, se guardassimo un film con i popcorn?» «non so se ce ne siano» le rispondo «Tony Stark che non ha popcorn? impossibile» alzo le mani in segno di resa. Dopo averli presi dalla cucina (alla fine c'erano) ci siamo diretti nella sala cinema. Abbiamo scelto un film a caso e l'abbiamo fatto partire. Gli snack finiscono subito. Lei si appoggia alla mia spalla. Non sto più capendo niente dal film, è incomprensibile. Sento che Emma si sta per addormentare quindi spengo lo schermo «forse è ora di andare a letto» mi guarda, annuisce, ma alzandosi inciampa cadendomi addosso. I nostri volti sono vicini, forse troppo, e respiriamo la stessa aria. L'adrenalina scorre nelle mie vene, l'occhio le cade sulle mie labbra e non rispondo più delle mie azioni. La bacio. Il divanetto è grande abbastanza per accoglierci sdraiati. Lei si trova sopra di me e ci baciamo più appassionatamente. Comincia a far scorrere le mani sotto la mia maglietta, tracciando i miei lineamenti «aspetta» boccheggio. Mi guarda preoccupata «qua potrebbero vederci» spiego «è meglio andare a letto» interrompe il momento, ma non si muove «allora?» chiedo impaziente «non voglio alzarmi, portamici tu» bisbiglia. Sorrido e la prendo a mo' di sposa. Arrivati davanti alla sua camera la faccio scendere ma mi ferma «che fai?» mi domanda «non volevi andare a letto?» le chiedo «solo se vieni anche tu» aggiunge prima di afferrare il colletto del mio indumento e trascinarmi nella sua stanza. Ricomincio a baciarla e mi trascina a letto. Siamo passionali e in men che non si dica mi ritrovo senza maglietta.
In questa notte stellata, più delle altre, ci amammo, ci unimmo, diventando un unico corpo.

POV EMMA
Mi sveglio, mi giro ma non c'è nessuno: se n'è andato. da poco direi, dato che il letto è ancora caldo. Mi alzo e, dopo aver preso un cambio, mi dirigo in bagno ancora mezza addormentata.
Mi stiracchio e comincio a spogliarmi per fare la doccia «Emma?» faccio un salto. Metto a fuoco l'ambiente e noto che Bucky è già sotto l'acqua. Distolgo velocemente lo sguardo «scusami...cosa ci fai nel mio bagno??» sbotto rendendomi conto solo dopo della situazione «la mia doccia non va e, dato che tu dormivi, ho pensato di lavarmi qua» mi spiega «ma avvisare?» «stavi dormendo» risponde. Ovvio, non fa una piega. Sbuffo e continuo a sfilarmi il pigiama che non ricordo neanche di aver rimesso ieri sera «Emma, cosa stai facendo?» «devo farmi la doccia» «ma ci sono io» replica «la facciamo insieme, è un problema?» chiedo «no, assolutamente, ma non so quanto riusciremo a lavarci» lo ignoro cercando di nascondere un sorriso.
Aveva ragione: non ci siamo lavati, per niente

spazio autrice
Cosa ne pensate di questo altro capitolo? Il loro legame, almeno, si è consolidato. Basta. Finito spazio autrice. Adios.
p.s. ricordatevi di avvisarmi dei vari errori che trovate, commentate per farmi sapere i vostri pareri, mettete una stella se vi è piaciuto.

Ti Perdono JamesWhere stories live. Discover now