Episodio 1

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Io e Alec finalmente ci sposammo e il giorno seguente, per rilassarci,  partimmo per le Canarie.

Appena arrivammo il caldo sole estivo ci accolse calorosamente e io non vedevo l'ora di buttarmi nelle acque cristalline dell'isola che scegliemmo di visitare, Lanzarote.

In taxi guardai il bellissimo ambiente che scorreva davanti ai miei occhi: case bianche e gialle si alternavano ad edifici più moderni mentre sullo sfondo si intravedeva uno splendido vulcano.

Arrivati al nostro hotel, molto semplice e con le pareti di un bellissimo bianco marmoreo, scendemmo i nostri bagagli ed entrammo per prenotare la nostra stanza:

- Salve, siamo gli Hardy, noi abbiamo prenotato una stanza -

- Sì, è la numero 40 - ci comunicò la segretaria dandoci la chiave dopo aver controllato la nostra carta d'identità e gli altri documenti.

Noi prendemmo l'ascensore e giunti nella nostra stanza i miei occhi si illuminarono: era al limite del lusso con un intera finestra che dava sulla spiaggia, un letto matrimoniale, un armadio e un abat jour bianchi; il bagno era altrettanto bello con una vasca bianca, una doccia in vetro trasparente e addirittura una vasca per l'idromassaggio.

Una volta che sistemammo tutti i nostri oggetti personali ci avviammo a piedi alla spiaggia e,  arrivati, sentii la presa forte di Alec:

- Ehi, dovrai superare questa tua fobia, non ti può sempre succedere di annegare, è successo una volta non è detto che ti possa accadere di nuovo. Quindi ora sistemiamo gli ombrelloni e andiamo a farci un bel bagno -

Sistemammo i nostri oggetti poi,  in costume, presi la mano di Alec facendogli fare dei lunghi respiri profondi;  entrati abbastanza in acqua gli sorrisi:

- Visto? Galleggi, l'acqua non è cattiva ma ti culla come una madre. Il nostro primo ambiente era pieno d'acqua quindi perché avere paura di quest'ultima? - gli chiesi per farlo ragionare.

- È vero, ma se avessi un attacco di cuore com'era già successo? -

- Alec, ti fai troppe paranoie mentali, goditi questa vacanza e basta - gli dissi schizzandolo.

Così ci divertimmo  a schizzarci e nel pomeriggio facemmo delle immersioni osservando i bellissimi pesci e animali marini che vivevano sul fondale e giocammo addirittura con dei delfini che si avvicinarono alla nostra barca .

Una volta che si fece piuttosto tardi tornammo nella nostra stanza e facemmo un bel bagno insieme per poi cenare in un ristorante lì vicino.

Il giorno dopo fu ancora più bello perché durante le nostre immersioni vedemmo una bellissima balena con il suo piccolo e il suo canto era spettacolare.

Durante quella nostra vacanza il cuore di Alec era stato bene e io potei godere di quegli splendidi giorni senza ansia o paura.

Il mese seguente tornammo alla nostra vecchia vita a Broadchurch perché Alec voleva risolvere a tutti i costi il caso Sandbrook e naturalmente, tornando alla nostra vecchia vita, le pasticche per il cuore riapparirono.

Quel giorno ci fu il processo contro Joe Miller e lui durante tutte le accuse che gli rivolgemmo negò.

Quelle dure settimane di processo portarono molto stress e i problemi al cuore peggiorarono ulteriormente.

Il caso Sandbrook sembrò molto più difficile ora da risolvere che prima.

Soltanto all'inizio di settembre finalmente quel caso così impossibile si risolse così come anche la malattia di Alec .

Sempre quel giorno avviammo il processo contro Joe e, mentre lo interrogammo, entrò nell'aula una persona che conoscevo piuttosto bene: Kilgrave.

- Cosa ci fai tu qui? - chiesi sorpresa.

- Sorpresa! A quanto pare avete preso l'uomo sbagliato. Siete proprio dei pessimi detective. Avete catturato e imprigionato solo la cavia, sono io il vero assassino di Danny Latimer e delle due gemelline. Sorpresi? Joe raccontava di essere stato sotto una specie di controllo mentale, non è così? Beh, è tutto vero. Io riesco a controllare le menti delle persone e fargli fare ciò che voglio, in questo caso ho chiesto a Joe di uccidere Danny. Perché? Bhe, quel bambino mi stava antipatico e doveva essere eliminato in qualche maniera così avevo chiesto a Joe, l'unica persona meno sospetta di Broadchurch, di ucciderlo. Era stata una liberazione vedere il corpo di quel bambino disteso sulla sabbia - concluse la sua spiegazione sorridendo.

Tutti in aula furono sorpresi ed Ellie affranta:

- Come hai potuto stuprare e uccidere due bambine e poi usare il marito di una donna meravigliosa per farlo con un altro? - chiesi turbata.

- La mia Jessica mi ha lasciato e dovevo in qualche modo divertirmi, no? Quindi perché non creare un po' di scompiglio in una tranquilla città scozzese? - mi rispose retoricamente.

- Questo non è il Kevin che ho conosciuto io, lui era dolce, amorevole, non un assassino che uccide per divertimento -

- Le persone cambiano Beckham, soprattutto se vengono lasciate dalle persone che più amano. Io e Jessica eravamo inevitabili ma purtroppo lei mi ha lasciato perché ha trovato qualcuno migliore di me. Ero distrutto dal dolore e tu sai benissimo cosa si prova. Io verso quella detective provavo lo stesso amore che tu provi verso Alec, le nostre storie sono identiche: tu eri una ladra e ti sei innamorata di un detective, allo stesso modo io -

- Sì, ma non avrei ucciso delle persone solo perché il mio ragazzo mi avrebbe lasciata - spiegai furiosa.

Alec mi si avvicinò e lo studiò attentamente:

- Ma è uguale a me, però non ha la barba! -

- Sì, era proprio per quel motivo che mi ero innamorata di lui -

Dopo quel lungo dibattito noi lo arrestammo e imprigionammo in un carcere speciale nel quale i suoi poteri erano immuni.

Dopo aver risolto il caso, finalmente, tornammo a Londra e un giorno notai Alec che stava scrivendo qualcosa:

- Alec, che stai scrivendo? -

- Il mio testamento -

- E perché? - chiesi turbata

- Ho deciso di mettermi un pacemaker e nel caso in cui morissi durante l'operazione... -

Io lo interruppi levandogli la penna di mano:

- Chi ti ha detto una cosa del genere? È mai morto qualcuno per un operazione banale come questa? No, quindi perché lo scrivi? Sono veramente felice di questa tua decisione Alec Hardy, finalmente vivremo una vita normale e potrò buttare quella maledetta siringa -

Così il giorno seguente lo accompagnai all'ospedale migliore della città e chiesi  del dottore Alessandro Guidi per mio marito Alec Hardy; immediatamente il medico arrivò e lo portò in una stanza e io rimasi con lui ad aspettare che lo chiamassero per l'intervento:

- Ehi Alec, amore, andrà tutto bene, quando tornerai sarai un uomo nuovo con più energie - gli dissi baciandolo sulle labbra.

Dopo qualche minuto il medico ritornò e lo portò nella sala operatoria; dopo un ora che lui fu  al suo interno rientrò e stava sorridendo:

- Lo vedi? Sei per caso morto? È stata così immane? No, per tutte e tre le domande - dissi sorridendo felice.

- Grazie per la tua fiducia Anna, ti amo -

- Ti amo, anch'io fifone -

Alec Hardy e il caso Beckham ( DA REVISIONARE) Where stories live. Discover now