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Mi sveglio a notte fonda e mi accorgo che sto piangendo. Maledetti incubi, ormai è da un anno che mi capita tutte le notti. Piango, piango così tanto nel sogno, anzi incubo che mi sveglio e mi accorgo che le lacrime sono vere. Non ho idea di che ore siano, decido di riaccendere il telefono. E' solo mezzanotte passata, mi devo essere addormentata subito stasera. Noto che il laptop non è sul letto, ma risposto sulla vecchia scrivania di legno color verde, come tutto il resto di questa stanza bambinesca, mia madre deve averlo messo lì e deve avermi tolto le cuffie prima di andare a letto. Lo fa sempre, passa sempre a rimboccarmi le coperte e credo che non mi sentirò mai abbastanza adulta per rinunciare a quest'attenzione. Nel frattempo iniziano ad arrivarmi delle notifiche. Mia sorella, Marghe. E poi uno, due, tre, quattro messaggi di seguito. Manuel, mi ha chiamata la prima volta alle 22, poi 22:15, 22:16, 22:17. Non ha perso il vizio di rassegnarsi quando non rispondo o parte la segreteria. Non faccio in tempo a organizzare i pensieri dentro la mia testa e in parte dentro il mio cuore che il telefono inizia a vibrare.

"Cazzo Manuel che problemi hai?" urlo nel bel mezzo della notte, sperando che i miei non mi abbiano sentita. Mi sorprendo della mia risposta soltanto quando mi ascolto mentre la pronuncio.

"Si può sapere perché leggi i miei messaggi e non rispondi? E poi perché spegni il telefono? Con chi eri? Stai con qualcuno vero?"

Dio Santo Manuel, mi ero dimenticata della sua possessività mi ero dimenticata del suo essere così stronzo. Dovrei riattaccare immediatamente ma decido di riportare la conversazione a un tono civile.

"Credo che tu debba ritenerti fortunato, perché non so per quale motivo, so solo che già mi sono pentita di ciò ho risposto alla tua chiamata. È un anno che sei sparito, è un anno che non ci sentiamo e non so con quali assurde pretese vuoi sapere dove stavo e con chi stavo".

Tentativo miseramente fallito, la rabbia si stava impossessando di ogni centimetro del mio corpo. Percepisco esitazione dall'altra parte del telefono.

"L'idea che tu possa stare con qualcun altro che non sono io mi fa andare fuori di testa. Sai come sono fatto."

Lo so fin troppo bene, la sua irascibilità l'ho vista troppe volte. Ma ho sempre trovato una giustificazione a tutto. La scomparsa prematura della madre lo aveva reso così. L'amore di una madre non potrà mai essere rimpiazzato da nessuno al mondo.

"Non sai niente di me, di questo ultimo anno, se ho visto e frequentato qualcuno, non sai nemmeno se sono fidanzata e se magari in questo momento tu non mi stia importunando. In ogni caso, dormivo:"

La solita sciocca, 40 secondi di conversazione e già la prima giustificazione non dovuta.

"Pensi che io non abbia mai chiesto nulla di te? Pensi che io non sappia che non sei mai uscita? Pensi che io non abbia fatto fermare dai miei amici chiunque volesse avvicinarsi a te?" incalza con il suo tono arrogante.

Ah, certo, dimenticavo i suoi amici. Gli spacconi del paese, le brutte compagnie che nessun genitore vorrebbe per il proprio figlio. Aspetta, ferma un attimo. Per tutto questo anno mi ha controllata a distanza? E' veramente fuori di testa. Il mio odio verso di lui cresce incredibilmente ogni secondo di più, ma allo stesso tempo non riesco a capire perché mi sento felice di ciò. Eva, riprenditi, hai dei seri problemi.

"Sarebbe stato più semplice chiamarmi, anche solo per chiedermi come stessi dopo che sei partito. Sarebbe stato gentile da parte tua, ma sei sempre il solito stronzo che vuole solo manipolarmi. E sentiamo a cosa devo l'onore di questa chiamata?" nascondo una risata isterica.

"Mi manchi Eva, mi manca parlare con te, mi manca la tua dolcezza, il tuo essere delicata. Nessuna è come te."

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⏰ Last updated: Apr 30, 2021 ⏰

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EvaWhere stories live. Discover now