ALTALENA ༄

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Questa storia è un'opera di fantasia. I nomi, i personaggi, i luoghi e le vicende descritte sono frutto della fantasia dell'autore, oppure sono usati in modo fittizio.
Qualsiasi somiglianza con persone viventi, luoghi o fatti reali è puramente casuale.

Martina
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Mi basta la vista e il profumo di un delicato fiore per riuscire a sorridere.
Mi basta la vista e il profumo di un delicato fiore per riuscire a piangere.

༄༄༄

Riesco a vederlo ogni volta.
Come se stessi osservando la proiezione di un film; riesco a vederlo.
Me stesso, seduto nel mio insopportabile morbido letto, con le ginocchia tirate al petto, con lo sguardo perso nel vuoto, e quelle pettegole lacrime che fuggono dai miei occhi.

Riesco a vederlo e riesco a sentirlo, viverlo, come sempre, come in un ciclo infinito.
Come se fossi eternamente bloccato in un limbo burlone, vivo la mia vita come se percorressi le giornate in delle montagne russe da cui non riesco a scendere; un continuo salire e scendere, un continuo ridere e piangere.

Osservo il vuoto, osservo il buio -perché non mi preoccupo neanche di catturare conforto dalla luce- mentre lascio che le sensazioni prendano il sopravvento su di me; le lascio giocare con i miei organi provocandomi il volta stomaco, le lascio giocare con le mie costole permettendole di stringermele nel petto. Lascio che giochino a tirarmi via l'ossigeno o a saltellarmi sui polmoni, sulla gola.
Mi stringo ancora di più le gambe al petto, chiudendomi su me stesso, nonostante la pressione che sento all'altezza del petto, della testa. Nonostante sento la gola chiudersi come un riccio. Mi chiudo, nonostante l'unica cosa che vorrei fare sia aprirmi in cerca di ossigeno. Prendo profonde boccate d'aria -lasciando che mi accarezzino dentro- e poi, come se qualcuno mi avesse appena tolto la linguetta di sicurezza scoppio, come una bomba.

༄༄༄

Sento continuamente la stanchezza nel corpo, perché il mio infinito percorso sulla mia altalena mi sfianca; arrivato al punto più alto mi fa sentire in grado di poter toccare le stelle e farle mie. Poi nella durata di un attimo, la forza più potente al mondo mi tira giù, risucchiandomi di nuovo e spingendomi verso l'oblio. Mi fa mancare l'aria, creandomi una pressione immensa nel petto, mi fa bruciare i polmoni.

Mi sento sempre sopra un'altalena, nonostante io sia certo di trovarmi seduto sul divano, immobile. Sento i miei pensieri farmi vento dentro, mentre mi passano veloce davanti, sfidandomi ad afferrarli, a coglierli. Sento il vento, nonostante io sia sicuro di essere dentro casa e che fuori dalla finestra vento non ce ne sia affatto. Eppure lo sento, di continuo, come un rumore bianco, capace di filtrare gli altri suoni.
Perché sono certo che ci siano altri suoni. Li vedo. Li vedo perché vedo la forchetta cadere per terra -sfuggita dalle mani di mia madre-, perché vedo la televisione scorrere alla mia sinistra -distraendo i miei cugini-, perché vedo le persone attorno a me parlare e ridere tra loro.

Mi perdo sempre a osservarli, con i loro sorrisi sui volti, sicuro di esserci stato anche io al loro posto. Sembra quasi di osservare me stesso, eppure lo sento così distante e così diverso. Li osservo e mi ci rivedo, nonostante il ricordo mi sembra sia troppo lontano, sia troppo sfocato, sia flebile, sia avvenuto solo ieri.
Sono sicuro di aver riso ieri, di essermi sentito trasportare via dal vento, di essere riuscito a vedere per terra i fiori che mi decoravano il percorso, di aver sentito gli uccellini cantare fuori dalla mia finestra. Sono sicuro sia successo ieri, eppure sento come se fossero i ricordi di qualcun altro. Perché non so come sia successo. Non so come abbia fatto a vedere i fiori e poi ad un tratto a non vederli più.

Poi ad un tratto lo sento. Il suono.
Mi desta con violenza, facendo fermare il mio vento interno. Il vento si è fermato, ma adesso come non mai mi sento travolto da un uragano e per non farmi portare via, sono costretto a stringere i pugni -provando ad aggrapparmi a me stesso, l'unica cosa salda. Mi sento gli occhi pizzicare, come se ci fosse qualcuno pronto a stuzzicarli senza sosta, me li sento bruciare. Li chiudo un attimo e mi sento di nuovo sollevare in aria, verso l'alto.

Mi sento sempre su un'altalena. Forse, sono un'altalena.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2023 ⏰

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