Questa storia è un'opera di fantasia. I nomi, i personaggi, i luoghi e le vicende descritte sono frutto della fantasia dell'autore, oppure sono usati in modo fittizio.
Qualsiasi somiglianza con persone viventi, luoghi o fatti reali è puramente casuale.Martina
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Tutti i diritti riservatiCiao!❀
Questa volta volevo iniziare con l'"angolo autore" per dire alcune cose prima che iniziate a leggere questa storia breve! Questa storia sarà un po' diversa rispetto alle altre, ed è molto delicata, e ad alcuni potrebbe magari dare fastidio, in quel caso, mi dispiace!
Sarà scritta in prima persona; è il primo esperimento per me con questo tipo di narrazione, per cui abbiate pietà. E scusatemi in anticipo se ci saranno degli errori di cui non mi sia accorta.
Spero riusciate a godervi la storia per quello che è; una storia. Semplicemente uno sfogo. Buona lettura e condividete con me i vostri pensieri se vi va.❀
PARTE PRIMA
Mi svegliai una mattina con la consapevolezza che c'era qualcosa che non andava in me.
Dopo aver aperto gli occhi rimasi sdraiato sul letto a guardare il soffitto. Era bianco, così bianco che mi faceva girare la testa; ma nonostante questo continuavo a osservarlo con insistenza fino a quando non iniziavo a vedere tante lucine colorate e il mondo attorno iniziava a ruotare.
Solo a quel punto chiudevo bruscamente gli occhi, strizzandoli. Le lucine continuavano a esserci, ma la stanza aveva smesso di muoversi.
Mi misi le mani sul viso e cercai di rilassarmi concentrandomi sull'odore di ammorbidente che le mie mani avevano rubato alle lenzuola durante la notte.Mi alzai e con le gambe stanche mi preparai per andare a scuola. La scuola. Non avevo mai voglia di andare a scuola. Semplicemente mi seccava andarci; come mi seccava fare tutto negli ultimi mesi.
Mi sentivo come un quadro in bianco e nero; uno di quelli che tutti si fermano a guardare per un momento e poi passano oltre. Ero lì e basta.
Andavo avanti per inerzia e facevo finta di vivere.༄༄༄
A quel tempo credevo che gli altri studenti e gli insegnanti mi guardassero mentre passavo per i corridoi a scuola perché fossi particolarmente bello. O almeno, questo è quello che mi sono sempre sentito dire. "Come sei bello", " Hai una pelle così pulita, come quella che tutte le ragazze vorrebbero", "Ma come fai ad avere i capelli così morbidi e lucidi".
A quanto pare mi sbagliavo. Non ero il bello della classe; ero lo strambo.༄༄༄
Era appena iniziato il secondo anno.
Non prestavo mai molta attenzione al mondo intorno a me - osservarlo non faceva altro che puntualizzare come le persone, al contrario di me, stessero vivendo - per cui mi precipitai in classe e mi fiondai nel mio banco accanto alla finestra.
Ci appoggiai il capo e mi misi a guardare il cielo.
Le nuvole si muovevano velocemente e sembrava come se si stessero avvicinando sempre di più verso di me per assorbirmi.
Per un momento mi sentii come se fossi davvero sulle nuvole; leggero e bianco.Restai nel mio mondo fino a quando il rumore dello sbattere della porta non mi riportò indietro. Fu una sensazione strana; mi sentii risucchiato come da una gigante aspirapolvere travestita da terra.
Con fatica mi misi dritto e osservai il professore mettersi davanti alla cattedra.
Iniziò a parlare e il suono della sua voce arrivava alle mie orecchie come un suono ovattato. Riuscivo quasi a vederle; tutte quelle parole uscire dalle labbra dell'uomo chiare e limpide, e trasformarsi in un nodo di lettere durante la strada che percorrevano verso di me nel tentativo di raggiungermi.
CITEȘTI
UNLONELY
Proză scurtăPensavo di essere solo; ma solo non lo ero mai stato. [Raccolta ONESHOT originali➳] Nuvola: Settembre 2020 Come uno zombie: Ottobre 2020 Fiocco di neve: Marzo 2021 Altalena: Febbraio 2022