Vengo svegliata all'improvviso dal vociare nel corridoio quindi cerco a fatica l'iphone per guardare l'orario. Le 8, il che significa che stanno arrivando tutti. Cerco di darmi un contegno utilizzando il riflesso dello schermo ormai nero del computer, ma senza riuscirci.
"Fanculo" biascico malamente "fanculo Charles, fanculo me stessa, fanculo la Ferrari". Mi alzo dalla sedia, cercando di stare in piedi anche se l'alcool è ancora beatamente in circolo nel mio corpo e brancolo fino alla porta, che si apre proprio in quel momento
"Buongiorno Sophie" saluta pimpante Eva, prima di interrompersi bruscamente "Oddio.. cosa ti è successo? Stai bene?" Mi chiede poi passando lo sguarda da me alla bottiglia di vetro buttata sulla scrivania
"Non è successo nulla, sto bene. Vado da Mattia" rispondo scortese, anche se lei assolutamente non ha colpe
"Aspetta tesoro, sediti un attimo prima" mi ferma prendendomi delicatamente la mano, visibilmente preoccupata.
Sospiro e faccio come mi dice, mentre lei si appresta a chiudere la porta prima di tornare da me e sedersi sulla sedia affianco alla mia, restando in silenzio.

"Con Charles è finita. È finita prima di cominciare realmente" pronuncio in un sibilo, non sono neanche sicura che si sia sentito.
"Mi dispiace davvero tanto..." mi risponde lei, facendomi capire che sto realmente parlando.
"La cosa brutta è che probabilmente è successo a causa mia, o forse no. Non so perchè sia successo in realtà, so solo di essere stata felice e con più corna di un cesto di lumache" rido alla mia stessa allusione "quindi teoricamente il coglione è lui giusto? Allora perchè mi sento come se fosse solo colpa mia?" Chiedo più a me stessa che all'altra ragazza, che mi guarda come se fossi impazzita. O forse lo sono davvero. O forse sono solo ubriaca.
"Sophie.. perchè non torni a casa a riposare? Avviso io Binotto che non stavi bene" mi dice Eva.
"Non vado a casa, anche perchè non ho una casa Evina" rispondo con un tono decisamente troppo ironico per la situazione.
"Sophie hai bisogno che chiami Sebastian? Non stai molto bene quindi..."
"Oh no no no io sto benissimo, state fuori dalle cose che non vi riguardano" le rispondo malamente "adesso se non ti dispiace devo andare dal capo" continuo, alzandomi dalla sedia barcollando.
Esco dall'ufficio sbattendo la porta, attirando l'attenzione di alcuni colleghi presenti nel corridoio che mi guardano straniti. Vorrei tanto chiedere cos'hanno da fissarmi ma ho giá dato abbastanza spettacolo per il momento, quindi mi trattengo e mi avvio verso l'ufficio in cui sto cercando di andare da mezz'ora.

La fortuna non è dalla mia parte perchè lo trovo ancora vuoto con il plico di fogli portato da me stamattina ancora nello stesso punto, segno che Mattia non è ancora arrivato. Chiedo informazioni alla sua segretaria e mi risponde che sarà impegnato in una riunione ancora per qualche ora ma che avrà cura di avvisarmi appena sarà disponibile. Impreco ancora tornando indietro verso il mio studio, evitando accuratamente di passare per le sale comuni dove potrebbero esserci i due piloti.
Ciò che non so però è che il tedesco mi sta già aspettando davanti alla porta del mio ufficio, incazzato come non l'ho mai visto.
"Ciao Sebastian" esordisco ironicamente prima di entrare senza neanche degnarlo di uno sguardo. Lui entra con me e nel frattempo esce Eva. L'ha chiamato lei di certo e sento l'ira salire fino alle orecchie. La porta si chiude e io mi ritrovo strattonata da Seb.
"Ma che cazzo stai facendo?" Mi chiede visibilmente alterato.
"Lavoro" rispondo tranquilla.
"Lavori? LAVORI? Mi ha chiamato Eva in lacrime dicendo che non ti aveva mai vista così!" Continua lui quasi urlando.
"Eva doveva starne fuori, come devi starne fuori te!" Dico alterata avvicinandomi alla scrivania e alla bottiglia che ancora giace li sopra. Faccio per prenderla ma il tedesco mi precede:
"Questa cosa vuol dire?" Mi chiede quasi sbattendomi in faccia la bevanda "rispondimi Sophie! Che cazzo vuol dire?" Mi urla ancora, mentre io inizio a sentire la testa pulsare.
"Guardami negli occhi Sebastian, secondo te cosa vuol dire?" Gli urlo di rimando ad una spanna dalla sua faccia "Che sono arrivata al limite, ecco che cazzo vuol dire! Dammi questa bottiglia di merda ed esci di qua, lasciatemi in pace tutti quanti! Continuo la mia scenata incurante di chi potrebbe sentirmi, tanto peggio di cosí non potrebbe andare.
Seb mi lancia uno sguardo a metà tra lo schifato ed il rassegnato, appoggia la bottiglia sul tavolo e va verso la porta. Prima di uscire però si ferma con la mano sulla maniglia e si volta nella mia direzione:
"Non so chi tu sia adesso, ma se vedi Sophie dille che voglio indietro la mia migliore amica e che quando vuole sono pronto ad ascoltarla"
Finisce la frase e se ne va, mentre io mi lascio cadere di nuovo sulla sedia incapace di fare altro che non sia prendere questa dannata bottiglia e portarmela ancora una volta alla bocca, rendendomi conto che in poche ore ho perso tutto, e che a breve perderó molto di piú.

 Prima di uscire però si ferma con la mano sulla maniglia e si volta nella mia direzione:"Non so chi tu sia adesso, ma se vedi Sophie dille che voglio indietro la mia migliore amica e che quando vuole sono pronto ad ascoltarla" Finisce la frase e ...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi sveglio di soprassalto di nuovo, stavolta ho dormito senza rendermene conto. Ciò che mi fa destare dal sonno è un messaggio sul pc che mi avvisa della disponibilità di Mattia. Nonostante abbia come un martello che mi picchia sulle tempie e lo stomaco sottosopra tento di alzarmi, urtando però la bottiglia ormai vuota che si frantuma sul pavimento ai miei piedi
"Fanculo anche tu" sbotto, prima di barcollare di nuovo verso lo studio del capo

Attraverso di nuovo il corridoio ed entro nell'ufficio senza neanche bussare.
"Sophie, ho trovato gli aggiornamenti sulla scrivania" poi si interrompe sgranando gli occhi "ma stai bene?"
"Finitela di farmi tutti la stessa domanda" sbotto di nuovo "sto bene, sono venuta a vedere se ti va bene quella roba"
"Si...é ottima.... Ho visto che l'orario di stampa è alle 5 del mattino, sei rimasta tutta la notte?"
Lo chiede cauto come se avesse paura di parlarmi, mentre mi avvicino per sedermi, non riuscendo a reggermi in piedi per molto.
"Non ho un posto dove andare, qua mi sembrava meglio della mia auto" rispondo apatica dalla sedia di fronte alla scrivania. Mentre Mattia mi porge l'ennesima domanda:
"Scusa se te lo chiedo così,  ma sei ubriaca?!"

Non ha neanche senso che io stia qui a mentire, tanto si vede e probabilmente si sentirà anche la puzza.
"Si sono ubriaca, e visto che sarei comunque licenziata per aver bevuto sul luogo di lavoro lontano dalla pausa pranzo rassegno le mie dimissioni con effetto immediato" dico con l'ultima briciola di lucidità che mi rimane. A Mattia quasi cade la mascella sul pavimento, si porta le mani sulle tempie e prende un respiro profondo.
"Non so cosa tu abbia ma so che sei una dei migliori ingegneri che ho a bordo e non posso farti andare via. Sono sicuro che risolverai i problemi con Charles e questa sarà solo una brutta parentesi" pronuncia con il suo tipico tono pacato che oggi mi fa solo innervosire maggiormente.
"Non hai capito forse, io e Charles siamo incompatibili e siamo nocivi uno per l'altro. Non risolveremo i problemi, se ne creeranno di nuovi e io non voglio questo. Di sicuro è meglio perdere un ingegnere qualsiasi che il tuo pilota di punta no?" Rispondo piccata "per cui questo è il mio badge e ti farò avere la lettera di dimissioni oggi stesso" continuo, prima di alzarmi per andarmene.
Mattia mi fa cenno con una mano di restare seduta mentre l'altra la passa ripetutamente sugli occhi, segno eloquente che sta pensando a qualcosa che non mi interessa sapere.

Aspetto ancora qualche minuto, ma quando vedo che non si decide a parlare mi alzo per andarmene.
"Ti do un congedo di 3 mesi, nessuna lettera di dimissioni da parte tua, nessuna lettera di richiamo da parte nostra. Avrai tempo fino a metà luglio per decidere. Sarai reintegrata quando vuoi, che sia domani o tra tre mesi. Se invece al termine del periodo deciderai di non continuare allora procederemo come meglio preferisci. Ci stai?" Chiede Binotto mentre sto per portare il mio culo fuori dall'ufficio (e dalla sede).
"Per me è uguale, tanto non cambia nulla." Rispondo senza emozioni, prima di chiudermi la porta alle spalle.

"When you feel my heat
Look into my eyes.
It's where my demons hide.
Don't get too close,
It's dark inside."

Seulement rouge Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora