VII - Colazione a casa Lawrence

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«Se non ve ne foste accorti, c'è un bambino» aggiunse anche Gideon, indicando il figlio seduto accanto a lui.

«Ah giusto, il bambino pazzo» mormorò Aria a denti stretti, ricevendo un'occhiataccia da parte di Gideon.

«Allora?» ritornò a parlare il secondogenito, fregandosene del resto.

La mora sbuffò e si riempì la bocca di cibo, così da evitare di rispondere alle sue continue domande.

«Sto parlando con te Aria!»

Lei alzò le spalle verso l'alto noncurante «Te l'ho detto, sono qui per affari, avevo alcune cose da sistemare prima di iniziare ufficialmente il mio lavoro qui»

«Il giorno del Ringraziamento?» alzò un sopracciglio con fare interdetto «Di sera?»

«Prendo il lavoro molto seriamente»

«Patetica» sbottò senza neanche guardarla in faccia.

«Troglodita»

«Pazza isterica»

«Buzzurro»

«Mentecatta»

«Ignorante»

«Basta!» urlò tutto d'un tratto Paul per mettere fine ai loro continui battibecchi di cui erano tutti stufi.

«Dove sei stata?» ripetè per l'ennesima volta, infischiandomene dei continui richiami.

«Te l'ho già detto»

«E io ti ho già detto che non ti credo»

«E a me non interessa» rispose risoluta «E sinceramente non capisco tutta questa curiosità nel sapere dove sia andata. Ti preoccupa qualcosa, Nicholas?»

«Ti ripresenti a New York, nel mio studio, dopo tutti questi anni con una scusa di merda... mi viene da pensare, Aria» cominciò ad alterarsi.

«Non tutti sono doppiogiochisti come te» e poi si corresse «Come voi»

Il resto della famiglia si voltò nella sua direzione, senza però proferire parola.
Che intendeva dire? Era quella la domanda che tutti si stavano ponendo nella loro testa.

«Io continuo a non credere alla tua stupida storiella da quattro soldi» cambiò prontamente discorso «Tu nascondi qualcosa, qualcosa che ci rovinerà tutti»

«Ti ricordo che sei stato tu a riunire tutti qui...» indicò lo spazio circostante, riferendosi ovviamente alla villa di famiglia «Io non sono venuta di certo ad elemosinare alloggio gratis»

«Eppure non mi sembra tu abbia opposto resistenza»

A quelle parole, Aria si trovò per qualche secondo in confusione. In fondo il suo piano era proprio quello: incutere paura al fratello, fargli credere che fosse ritornata solo per vendetta, così che lui l'avrebbe accolta come si fa con gli ospiti ben voluti, perché si sa, per i Lawrence è meglio tenerli accanto i nemici.

«Ti serviva vitto alloggio e protezione? No. Ti mancava la tua famiglia? No» Nicholas osservando la reazione di Aria capì di averla messa alle strette, cosa che non succedeva spesso con lei «Quindi, Aria, perché sei qui e dove sei andata ieri?»

«Sono qui per lavoro»

«Si, questa è la bugia che credevi ci saremmo bevuti, io però voglio la verità»

«Perché siete così convinti che questa sia una bugia?»

Nicholas dovette ricredersi, in quel momento era lui a ritrovarsi con le spalle al muro «Perché tu... cavolo tu!» le puntò un dito contro, scalciando la sedia all'indietro e alzandosi con uno scatto «Aria, tu sei una di quelle persone che credono che la vendetta sia un piatto che vada servito freddo»

«Sono passati sei anni, Nicholas...» bevve un sorso di tè freddo «Il piatto non è freddo, si è decomposto ormai»

Lisa fece per aprire la bocca, ma la richiuse subito dopo. Paul guardò interrogativo Nicholas, che nel frattempo era come immobilizzato sul posto. Jannis continuava a mangiare il cornetto con la cioccolata bianca fregandosene di quella discussione in cui non c'entrava un bel niente.

«Tu non eri quello che non voleva cominciare inutili teatrini?» ritornò a parlare Aria, che non si dava di certo per vinta «Una perfetta sceneggiata in stile famiglia mafiosa del dopoguerra» e nel mentre applaudì anche.

«Peaky Blinders» sussurrò Jannis ridacchiando e alzando per la prima volta la testa dal suo piatto.

Nicholas si riprese dal suo stato di trance e sbattendo i piedi a terra per la frustrazione, si incamminò verso l'entrata. Afferrò la giacca nera e se la infilò velocemente, per poi aggiustarsi il costoso orologio al polso ed il colletto della camicia bianca. Aprì con forza la porta e la richiuse subito dopo, proprio come avrebbe fatto un ragazzino dopo una litigata con i genitori per aver usato troppo la playstation.

«Immaturo» esclamò la sorella per niente sorpresa di quel suo comportamento «Tipico di Nicholas» si incamminò anche lei verso l'uscita «Bonne journée, ma famille!» si infilò un cappotto nero lungo fino al ginocchio ed uscì di casa, chiudendo la porta dietro di sé con molta più grazia rispetto a quella usata da Nicholas.

«Cos'è successo papà?» il piccolo James alzò i suoi grandi occhioni verdi verso il padre con curiosità ed innocenza allo stesso tempo.

«Tutto nella norma piccolo...» lo prese in braccio facendolo sedere sulle sue gambe «È solo zia Aria»

Il bambino rise «È scostumata papà! Ha detto una parolaccia...»

Quella volta a sorridere fu Gideon che prese il volto del bambino tra le mani e gli baciò amorevolmente la fronte «Zio Nicholas se la meritava»

«Quindi anche io posso dirlo ai miei amici antipatici?»

L'uomo gli scompigliò i capelli biondi «No, tu non puoi»

«Neanche se se lo meritano?»

«No, neanche in quel caso»

Il piccolo incrociò le braccia al petto e mise sù un finto broncio.

«Niente da fare, James, ci hai provato...»

AriaWhere stories live. Discover now