RISK

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Riza era rimasta profondamente colpita da quella confessione. Era qualcosa che non avrebbe mai immaginato. In realtà non riusciva proprio a figurarsi come l'uomo che negli ultimi mesi era diventato per lei così importante avesse potuto impugnare una pistola per uccidere due persone inermi ed innocenti. Quando aveva chiesto il perché di quell'odio verso le armi da fuoco non aveva nemmeno lontanamente ipotizzato qualcosa di simile. Piuttosto si aspettava qualche banale trauma infantile che solo uno come Roy poteva trascinarsi per tutta la vita, o qualcosa di poco più serio.
-Se te lo hanno comandato non è colpa tua Roy. I militari devono rispettare gli ordini.- gli disse, era l'unica cosa che le venne in mente. Ed era anche la verità, lei stessa sapeva che ad un ordine diretto non avrebbe mai disobbedito, ma era anche vero che non aveva mai dovuto fare nulla nemmeno di lontanamente paragonabile all'uccidere delle persone senza colpa. Istintivamente pose la mano sull'avambraccio del suo superiore, non si stupì particolarmente di sentirlo tremare leggermente, per la rabbia e la vergogna, o forse per l'impotenza di fronte a quel ricordo che avrebbe voluto cancellare dalla sua vita.
-Oh, sì che è colpa mia, perché ci sono ordini che non possono essere accettati, ci sono cose che sono ben più importanti della disciplina e del proprio posto nell'esercito. Anzi, ci sono cose ancora più importanti di quella vita che avevano minacciato di togliermi se non avessi rispettato quell'ordine: l'onore, gli ideali, la libertà.- la voce era chiara, Roy non fece una pausa più del necessario nel dire quelle parole, gli occhi blu scuri brillavano leggermente. Per quanto quelle parole fossero dure, quello era indubbiamente l'uomo che ammirava. Il lato del colonnello Mustang che tendeva a nascondere costantemente, ma che quando veniva mostrato splendeva come non mai. Lei sapeva quali erano i suoi veri propositi, a quale obbiettivo aveva pensato quando aveva intrapreso l'irta strada verso la più alta carica dell'esercito, solo ora però scopriva la triste vicenda che aveva scatenato l'orgoglio e gli ideali del Flame Alchemist. Involontariamente non poté trattenere un sorriso malinconico mentre gli carezzava il braccio e raggiunta la sua mano gliela stringeva; era al suo fianco proprio perché anche lei credeva nell'importanza superiore di quelle cause, ma avrebbe preferito che fosse stato un altro a subire certe violenze della vita militare.
Lui era stato totalmente sincero con lei, ora sentiva il dovere di dirgli quel che aveva nel cuore in quel momento, anche se forse non sarebbe servito a nulla: -Io sono contenta che tu abbia tenuto tanto alla tua vita da essere ancora qui, perché ne ho guadagnato un amico importante, il più importante di tutti. E anche perché so che tu potrai cambiare questo mondo con i tuoi ideali che, altrimenti, sarebbero morti con te.-
Lui si voltò sorpreso, ma lo sguardo si fece meno angustiato, ormai aveva imparato a capire anche i più minimi cambiamenti in lui. Gli strinse la mano a suo volta e gli sussurrò un -ti ringrazio- carico di sentimento.
Rimasero così per poco perché ben presto nella sala entrarono altri visitatori e furono costretti a sciogliere l'intreccio delle loro dita. Passarono altri secondi mentre continuavano a guardare il fucile decorato, pensando a tutt'altro. Per Riza fu una sorpresa rendersi conto che la stretta del suo superiore non le dava affatto fastidio. Inoltre ora aveva finalmente capito qual'era l'ombra che sembrava sempre offuscare il viso altrimenti luminoso dell'alchimista.
Fu l'uomo a riprendere la conversazione, cambiando completamente argomento e alleggerendo la situazione.
-E così ha vinto i biglietti, non glieli hanno regalati casualmente.-
-Vinti non è esatto, nessuno sapeva che ci fosse questa specie di gara in corso. Semplicemente hanno deciso di regalare i biglietti ai migliori tiratori della scorsa settimana, tutto qui.- rispose con noncuranza.
-E tu sei sicuramente la migliore.- ribatté prontamente mettendosi più vicino a lei ed a voce bassa. Un leggero sorriso furbo gli comparve sul volto.
-Non credo Colonnello.- rispose divertita da quel suo comportamento da adolescente che deve infrangere le regole solo per il gusto di farlo. -In ogni caso dovrebbe essere orgoglioso dei suoi uomini, sia io che il sottotenente Havoc siamo considerati tra i più bravi. Ha una potenza di tiro invidiabile nel suo ufficio.-
-Il che è effettivamente abbastanza strano per un ufficio che si occupa solo di noiosissime carte.-
Lei lo squadrò come ad ammonirlo, sempre la solita storia se solo si nominava il lavoro arrivavano le lamentele.
-Colonnello, vogliamo andare? Gli altri avranno finito la visita ormai.- continuò invece rendendosi conto che il tempo che avevano passato da soli in quella stanza poteva essere sospetto.
-Sì, penso sia il caso, visto che la sua ex collega pare facile alle fantasie.- rispose lui, evidentemente aveva già capito a cosa stesse pensando.
-Eh già. Certo che lei ha occhio per le persone, eh Colonnello?-
-Ma no, solo per le donne, possibilmente giovani e disponibili.- sì atteggiò lui, mentre faceva quella sua tipica espressione da sciupa femmine che tanto la faceva ridere. Chissà come facevano le altre a trovarlo attraente in quei casi, a lei sembrava solo un pavone fuori dalla gabbia. Per di più un pavone eccessivamente esibizionista. Rise di gusto mentre uscivano incontro al gruppetto degli altri militari che li stava attendendo.
La giornata si concluse in un bar, nonostante l'invito a restare alla fine si ritrovarono solo i ragazzi dell'ufficio di Mustang, ma Jean riuscì a strappare un mini appuntamento per il pomeriggio successivo al maresciallo Stem. Chiacchierarono tranquilli, mentre Roy con la solita boria pretendeva rispetto anche quando aveva indubbiamente torto, il turbamento di prima pareva essere scomparso, ma Riza ancora poteva vedere quell'ombra nei suoi occhi. Conclusero l'incontro parlando delle speranze di Havoc con la ex-collega di Hawkeye. Lei e Fuery parevano essere gli unici a dare fiducia al biondino, che al contrario si trovava a dover subire le bordate senza mezzi termini di Breda e Mustang, con anche Falman tutt'altro che d'aiuto!
Quando poco prima dell'ora di cena rientrò a casa ancora sorrideva felice. Era stata una bella giornata, al di là del racconto del Colonnello, uscire con tutti i ragazzi era sempre divertente. E anche Roy in fondo lo apprezzava, ne era sicura. Mentre si svestiva lentamente rilassandosi riportò alla mente la confessione del Flame Alchemist: era una cosa preziosa e dolorosa, l'avrebbe custodita così, senza ulteriori domande, fino a che non fosse stato lui a volerne nuovamente parlare.

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