chapter 9

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5 anni dopo (2021)

Il capo aveva finalmente concesso al corvino una settimana di vacanza.
In tutti quegli anni sentì la mancanza di quel piccolo mandarino che gli saltellava per la stanza.
<<Chissà come starà adesso>> pensò più e più volte.
Se per caso si fosse già costruito una famiglia?
Se si fosse già trovato qualcun'altro?
Se l'avesse odiato dopo tutto quello che ha fatto?
Kageyama rimpiangeva il fatto di averlo abbandonato.
Grazie a lui aveva scoperto cos'era l'amore.
Era stato il suo primo tutto: il suo primo bacio, il suo primo ragazzo, la prima persona di cui si era innamorato, la prima persona di cui si fidava ciecamente, la sua prima volta.
Si rese conto di aver fatto una grande cazzata.
Perché l'aveva fatto?
Lui non lo sapeva, voleva avere un futuro con lui, ma non ci riuscì.

Decise così di prendere un'aereo per Tokyo e andare a trovare il piccolo mandarino,
Costi quel che costi.
Non gli interessava nulla, non gli interessava se l'avesse odiato, non gli interessava se si fosse trovato un altro, lui lo amava e glielo doveva dimostrare ad ogni costo.
Qualche giorno dopo partì e si ritrovò davanti casa del suo amato.
Suonò quel maledetto campanello attendendo che qualcuno gli aprisse la porta.
Vide che una ragazza dai capelli arancioni che gli aprì la porta con le lacrime agli occhi.

<<T-tu sei Kageyama, vero?>> chiese lacrimando la donna.
Il corvino annuì, chiedendosi il motivo del pianto.
<<Cosa ci fai qui?>> gli chiede freddamente Natsu.
<<Sono andato a far visita a Shōyō, non mi interessa se magari ora mi odia, ma io lo amo, ecco il motivo della mia visita>> confermò con certezza il ragazzo ormai diventato uomo.
<<Seguimi>>.
Natsu lo portò in camera del fratello dove non vide altro che una stanza piena di fogli.
<<Shōyō è morto, ma ti ha lasciato un pezzo di sé.
Ti prego prenditene cura>> se ne andò lasciando nelle mani del destino Tobio.

Kageyama non riusciva a piangere, non ci credeva.
Come era possibile che il sorridente e speranzoso Hinata non ci fosse più?
Piccole gocce si formarono negli occhi del corvino.
Si ricordò una frase che lui gli disse dopo avergli raccontato del suo passato.
<<Io voglio vivere, voglio vivere con te perciò ti prego di non abbandonarmi>>.
Pianse, era debole in quel momento.
Non aveva mantenuto la promessa.
Faceva male, molto male.
Hinata voleva solamente vivere con lui, non chiedeva altro.
Invece Kageyama l'aveva deluso.
Stava impazzendo, non riusciva più a trattenere questo dolore.
Urlò per sfogarsi.
<<Perché? Perché non sei più con me? Perché ci siamo abbandonati a vicenda?>>il suo tono di voce era triste e deluso, non se lo aspettava.

Notò immediatamente un diario steso nel letto.
Lo aprì e vide che dentro conteneva tutte le giornate monotone di Shōyō.
Portò quel diario vicino al suo cuore, vedeva il viso del suo piccolo mandarino sorridergli, sentiva la sua voce sempre allegra e gioiosa.
<<Non era giusto, perché Hinata e non lui? >> si chiese.
Con un piccolo sorrise debole si mise a leggere tutte le pagine di quel diario.
Era distrutto interiormente, ora comprendeva quanto facevano schifo le sue giornate.

<<Sono stato un egoista.
Avremmo potuto passare tutta la nostra vita assieme e questo momento poteva essere spostato di molti anni.
Perché? Perché me ne sono andato? Perché non ho pensato ai suoi sentimenti?
Alla fine tutti avevano ragione, non sono in grado di amare nessuno né quantomeno di non essere il solito egoista>> disse a se stesso Tobio.
Sfogliò quelle pagine senza rovinare niente, d'altronde era l'unica cosa che gli rimaneva.
Ad un certo punto notò questa lettera indirizzata a lui:

Mio caro Kageyama,
sono passati ben cinque anni dall'ultima volta che siamo stati insieme.
Sai mi sono reso conto che tra un po' non metterò più piede in questo mondo infelice.
Ebbene sì sto per morire, mia sorella lo nega ogni giorno anche se lei sa benissimo che non è così.
Qua in Giappone è arrivata questa nuova malattia: il Covid-19.
Non so se da voi in Spagna è arrivata, non mi interessa molto,devo dire.
Sono stato colpito da questa malattia gravemente e ho notato che mi restano pochi giorni, perciò ho deciso di passarli pensando a te e a tutte le cose che abbiamo fatto insieme.
Ciò vuol dire che il mio corpo non sarà più qua, ma il mio animo sì.
Quindi non preoccuparti, l'unica cosa che ti chiedo è di non dimenticarmi.
Mi dispiace, ma non dirò a mia sorella di chiamarti il giorno della mia morte.
Vorrei che tu mi facessi visita ancora ignaro del fatto che io non sarò qui.
Spero che tu leggerai questa lettera perché quello che ti sto per scrivere per me è molto importante.
Mi manchi Kageyama, mi mancano i tue abbracci, mi manca il tuo volto, mi manca il fatto che non potrò più abbracciarti, mi manca tutto di te e di noi.
Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti? Oppure le nostre dichiarazioni strambe?
Ti ricordi anche di quando mi hai dedicato una canzone? Giuro che il mio cuore batteva a mille.
Ti ricordi,per caso, di tutte le volte che abbiamo insieme accoccolati sotto le coperte?
Sai volevo rimanere per sempre in quella posizione.
Continuo a pensarti ogni giorno della mia vita e continuo a sperare che tu ritorni da me, prima o poi succederà, ne sono sicuro.
Non so se ritornerai prima o dopo della mia morte, ma so che ritornerai da me, dal tuo piccolo mandarino.
Ti ho amato e continuerò a farlo.
-il tuo piccolo mandarino.

Kageyama strinse quella lettera e urlò disperato.
<<Ti ricorderò per sempre, mio piccolo mandarino>> sussurrò Kageyama con un sorriso debole stampato sul volto.

Author's note
Miei cari lettori, siamo alla conclusione di questa storia.
Vi giuro che ci ho messo tutto l'impegno possibile per questa Fanfiction.
Spero che sia stata di vostro gusto e scusatemi molto per il finale.
Ci vediamo nella prossima storia!
-La vostra Emma.

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༄𝗆𝗒 𝗅𝗂𝗍𝗍𝗅𝖾 𝗍𝖺𝗇𝗀𝖾𝗋𝗂𝗇𝖾~ 𝘬𝘢𝘨𝘦𝘩𝘪𝘯𝘢Where stories live. Discover now