Capitolo 1 - Il furto dei quadri

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Era il 10 luglio del 2022. Chicago sembrava illuminata da miliardi di stelle. Non si vedeva anima viva per le strade. A un certo punto, si sente il suono di un campanello d'allarme. Da una palazzina escono alcuni ladruncoli, aventi con loro dei quadri. I malfattori salgono su un furgone nero e se la svignarono. Poco dopo, arrivarono alcune pattuglie della polizia. Quando gli agenti entrarono, rimasero a bocca aperta: i quadri che stavano sul muro non c'erano più. 

La mattina seguente, mi svegliai pigramente dal letto e chiesi a Bupkus di aiutarmi. Mio marito mi prese in braccio e mi portò in cucina. "Buongiorno. I signori desiderano uova e bacon?" domandò Bang, mentre cucinava i pancake sul fornello. "Grazie, Bang. Sei sempre un cuoco eccezzionale" dissi allegramente al Monstar verde, mentre Bupkus mi appoggiava sopra la sedia. "Tesoro, devi stare attenta. Non devi fare gesti affrettati, oh rischiamo di perdere il bambino" mi avvisò Bupkus, poi, mi baciò sulla fronte.

"Va bene. Comunque, Nawt, mi passi la tegliera? Vorrei una tazza di tea" chiesi gentilmente al Monstar rosso che, pulendosi la bocca con un fazzoletto, prese la tegliera e me la mise vicino alla tazza. Mentre mangiavo, massaggiai delicatamente la pancia, poi, dissi a bassa voce: "Ey, tesorino. La mamma è qui e ci sarò sempre". Poco dopo, Blanko accese la televisione e sentì una terribile notizia: durante la notte, alcuni ladri sono entrati al museo d'arte contemporanea e avevano rubato alcuni quadri preziosissimi, tra cui un Van Gogh. 

"Porca miseria...quei quadri valgono una fortuna. Chiunque li ha presi, è molto furbo" disse Brutus, entrando in cucina con la sua vestaglia nera e bianca. 
"Non so perché, ma ho la strana sensazione che oggi andremo tutti quanti sul luogo dove è successo il furto" dissi a tutti quanti, mentre mi alzavo dalla sedia e mi dirigevo verso la mia camera.

Mentre mi cambiavo, Bupkus bussò alla porta e chiese: "Posso entrare?" Io, girandomi verso mio marito, risposi che poteva entrare. Lui, aprì l'anta del grande armadio, prese il mio cappotto nero e me lo mise addosso.
"Guido io la jeep. Ci vediamo sotto" disse Pound, mentre prendeva le chiavi della macchina e usciva dal portone di casa.

Finito di cambiarmi, Brutus mi prese tra le braccia stile sposina, mentre Blanko prese la borsa, avente al suo interno le chiavi di casa e il mio inseparabile taccuino. I ragazzi mi scortarono fino alla jeep, poi, chiusi la portiera del mio lato e aspettai per qualche minuto che tutti salissero sulla vettura. "Ci siamo tutti?" domandò Pound, contando tutti i passeggeri. "Perfetto. Ci siamo tutti. Possiamo andare, ma a velocità moderata" disse il Monstar arancione, guardandomi negli occhi. Io feci una risatina, poi divenni tutta rossa in viso.

Come schiacciò il pedale, la jeep partì lentamente. Mentre giravamo per le strade affollate di Chicago, guardai dal finestrino della vettura i passanti. Alcuni indossavano vestiti larghissimi, altri avevano la giacca e la cravatta. Altri ancora spingevano un passeggino o tenevano in braccio un bambino o una bambina. "Bupkus, spero di avere tanti bambini, Vorrei che fossimo una grande famiglia" dissi a mio marito. Lui, guardando i passanti dal finestrino, si avvicinò a me e diede un bacio al mio pancione, poi, con parole dolci, disse: "Papà e mamma saranno sempre qui. Ti aiuteremo a crescere, e se qualcuno ti darà qualche problema, dillo a me e lo sistemo io".

Squadrai mio marito per l'ultima parte del discorso che aveva detto. Bupkus, vedendo che lo stavo guardando in malo modo, prese un lembo del mio cappotto nero e si nascose sotto ad esso. Feci un grande sorriso, poi, baciai mio marito sulla fronte e gli dissi che stavo scherzando. Poco dopo, arrivammo sul luogo del furto. Uno degli agenti aprì la portiera della macchina, mentre Nawt e Bang mi aiutavano a scendere dal veicolo. Mentre camminavo per le sale del museo, notai che alcuni membri della scientifica stavano fotografando lo spazio incriminato.

"Buongiorno a tutti. Sono la detective Beatrice Holmes e loro sono la mia squadra, i Monstar. Qualcuno potrebbe per favore spiegarmi che accidenti è successo?" domandai ad alcuni agenti che, indaffarati, cercavano degli indizi. Uno di loro, tutto ben vestito, si avvicinò e mi spiegò per filo e per segno la situazione: "Signorina, stamane alcuni ladri sono entrati nel museo. Sull'ingresso principale non c'era alcun segno di effrazione. Inoltre, una delle finestre era letteralmente aperta. Forse, i colpevoli sono scappati via tramite una fune". Mentre controllavo la finestra, notai un pezzettino di stoffa. Forse, uno dei ladri si era impigliato con il vestito e deve essersi staccato un pezzetto.

"Credo di aver capito di chi si tratta" dissi all'agente, mentre mettevo il pezzetto di stoffa dentro una bustina trasparente. L'uomo chiese esterrefatto: "Come?! Lei...ha già capito chi è stato?" Risposi con il cenno del capo di si, poi, spiegai nei minimi particolari tutto quanto: "Ebbene, il nostro uomo non era solo. Erano almeno in sei o sette, visto che sono spariti ben 12 quadri. Un uomo non sarebbe mai riuscito a rubare tutti questi quadri e a portarseli via. Inoltre, mentre camminavo per i corridoi, ho notato questo tesserino. Stava per terra, vicino all'ingresso. Poi, l'elemento più importante: questo paio di baffi, anch'essi stavano per terra, ma stavolta vicino alla porta dove si trova adesso mio marito Bupkus" e indicai il punto preciso.

"Ok, ho capito. Ma chi è stato a commettere questo furto?" chiese l'uomo, cercando di seguire man mano il mio ragionamento. "Ma come? Non ci arriva? Si tratta del principe del crimine. Abile maestro del travestimento, gentiluomo di primissima categoria, amato dalle donne e...imperatore nel pianificare furti di altissimo rischio. Sto parlando di Lupin III, signor agente". Come dissi il nome del colpevole, tutti quanti si girarono di colpo. Bang, non conoscendo questo personaggio, chiese: "Scusami, Beatrice. Ma...chi è Lupin III?" Guardai negli occhi il ragazzone verde, poi, gli spiegai per filo e per segno chi era Lupin III.

"Lupin III...è un famosissimo criminale. Di prima categoria. Non è il classico ladro che ruba e poi vende la refurtiva per guadagnarci qualcosa, no. Lui, è considerato da molta gente come il Robin Hood francese. Anche lui è un cartone animato, ed è molto bravo a travestirsi. Potrebbe persino essere uno degli agenti che si trovano in questa stanza" dissi a tutti, poi tolsi alcuni cappelli ad alcuni agenti. Uno di loro, notai che la mano stava tremando. "Mi scusi, agente. Come mai sta tremando?" chiesi al tipo.

L'uomo non disse nulla; anzi, si tolse il cappello e disse in tono beffardo: "Non so come abbia fatto, signorina, ma mi ha scoperto". Tutti quanti rimasero a bocca aperta: era Lupin III in persona. Blanko e Brutus cercarono di fermarlo, ma l'astuto ladro prese una piccola sfera e schiacciò un tasto. Da quella sfera uscì uno stranissimo fumo. Molti agenti caddero a terra, mentre Bupkus e gli altri Monstar mi portarono via dalla stanza. Dopo qualche minuto, il gas si diradò in pochi minuti. Quando rientrammo nella stanza, il ladro era svanito nel nulla. 

"Accidenti. Quel farabutto se le svignata. Chissà dov'è andato?" domandò in tono seccato l'agente, mentre gettava a terra il suo cappello nero. "Ragazzi, torniamo a casa. Non mi sento bene" dissi ai Monstar. Bupkus si preoccupò e corse in mio soccorso. Mi prese tra le braccia e mi riportò nella jeep. "Andiamo via. Non mi piace stare in mezzo a tanta gente" dissi ai ragazzi, mentre appoggiavo la mano sopra la pancia. Quando ritornammo a casa, una cameriera prese la borsa e la mise sopra il mobile che stava vicino al salotto. 

"Allora...che cosa si fa? Diamo la caccia al ladro o cerchiamo qualche indizio?" domandò Nawt, mentre si sedeva sulla poltrona violacea. Io, risposi a mio cognato: "Beh, per prima cosa, dovremo scoprire dove ha messo i quadri. Poi, con qualche aiuto, dovremo scovare il famoso ladro e sbatterlo in prigione". "Sembra un buon piano" disse Bang, capendo che cosa bisognava fare.

"Beatrice Holmes e il caso Lupin III"حيث تعيش القصص. اكتشف الآن