30.me lo faresti ammosciare anche a me che sono etero.

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-"Sono stato un tale stronzo." sospiro tra me e me, posando entrambi i gomiti sulla scrivania e prendendomi la faccia nelle mani.

-"L'ho trattato una merda, sono stato scorbutico, egocentrico e acido. Mi sono tirato indietro dopo un bacio dandogli la parvenza di non essere abbastanza, sono stato un tale codardo e ho avuto anche il coraggio di incazzarmi e di lasciarlo da solo quando si è protetto con le braccia." mi alzo dalla sedia non sopportando di restare seduto, sentendo le gambe formicolare dal fastidio.

-"Voi vi siete baciati?" domanda con bocca aperta il biondo mentre mi fissa come se avesse appena visto un alieno.

-"Niall, concentrati, non è questo l'importante." sbuffo e lo vedo sgranare gli occhi per poi piegare il collo e stringersi nelle spalle. Raggiungo intanto la vetrata dello studio, mentre cerco di trovare un po' di conforto nel cielo di Londra, confondendomi nel seguire le macchine sulla strada principale.

-"Non puoi fartene una colpa Harry, non potevi saperlo." cerca di confortarti buttandomi parole dolci addosso e cercando di scaricare la colpa su qualcos'altro, quando in realtà la colpa è solo mia. E' stata mia la colpa quando ha avuto l'attacco epilettico, è stata mia la colpa quando ha avuto una crisi in casa sua-

-"Parla con me Harry, non chiudermi fuori, quello che stai pensando dillo a me." il biondo mi afferra un braccio e mi fa voltare verso di lui mentre posa sulle labbra un sorriso dolce e rassicurante. "Sono sempre io, Niall e tu sei sempre tu, Harry. Siamo noi e noi ci diciamo tutto, quindi dimmi cosa c'è che non va."

-"C'è Niall, che è colpa mia, è stata sempre colpa mia! Gli ho provocato una crisi epilettica da stress, gli ho fatto venire due attacchi di panico se non conti il pianto isterico quando è venuto qui, è stata colpa mia quando si è chiuso in camera sua a piangere ed è stata colpa mia quando è crollato tra le mie braccia sfinito dai singhiozzi." sento le lacrime premere sui miei occhi, mentre i sensi di colpa si fanno strada con facilità nel mio petto, facendomi tenere con due mani lo stomaco. Chiudo immediatamente gli occhi, cercando in tutti i modi di rimanere in piedi, ma è colpa mia fondamentalmente e ci sono arrivato solo adesso, adesso che lo voglio più che mai.

-"Harry, ehi, guardami." Niall mi afferra per le spalle, ma quando vede che sono fermo con gli occhi chiusi e la testa puntata a terra, mi afferra gentilmente il mento e mi fa alzare lo sguardo.

-"Non è colpa tua. Hai capito? E posso anche dimostratelo." lo guardo aggrottando le sopracciglia, piegando il viso in una smorfia.

-"Come puoi dire che non è colpa mia? Andiamo tutte le volte sono stato io a chiedergli del padre, a insistere cercando di capirci qualcosa, forzandolo di ricordare il passato e inserendo il dito nella piaga, un dito perlopiù ricoperto di sale." sbuffo e una ciocca dei capelli mi ricade davanti al viso, coprendomi l'occhi sinistro, una ciocca che però viene subito rimessa al suo posto da Niall che me la afferra e me la posa dietro all'orecchio.

-"E dimmi, piccola testa vuota, cos'è l'elemento sempre presente in tutte le crisi di Louis?" mi domanda serio, guardandomi soddisfatto come se avesse già la vittoria in pugno ed io in realtà non so nemmeno dove vuole andare a parare.

-"La mia insistenza nel sapere cosa sia successo con suo-" mi fermo formando una 'o' con la bocca e sospirando con lo sguardo consapevole. Intanto il biondo sorride e alza le sopracciglia con uno sguardo che ha tutta l'aria di voler intendere un 'te l'avevo detto'.

-"Vedi? Era sempre presente suo padre Harry, non è colpa tua se Louis ha subito quello che ha subito. Adesso devi pensare solo ad aiutarlo, a stargli accanto e a capirlo. Il tuo compito è solo questo, se ovviamente lo vuoi." ed è per questo che amo Niall, il biondo saccente che ho conosciuto per caso ma che mi ha capito da subito, un ragazzo semplice e con talmente tante sfaccettature che a quattordici anni di amicizia ancora non sono riuscito a scoprirle tutte.

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