-Chi è là?!

Il vecchio Ephriam si stava prendendo cura della ragazza priva di sensi e del ragazzo ferito, anche se era debole li stava proteggendo con il potere di un vero stregone, ma il tuono dei passi che si avvicinava lo fece andare in allerta, prese la spada che era sulla schiena, non la usava da anni, ma ci sono cose che non si dimenticano e come per un guerriero uccidere era una di queste.

Dall'oscurità emerse un uomo incappucciato. Lo stregone si alzò immediatamente puntando gli dritto la spada, ma si fermò di colpo quando quello sconosciuto si tolse il cappuccio, rivelandosi alla luce fioca della candela.

-Efesto?- disse confuso.

-Vecchio amico, è bello rivederti- sussurrò il dio accennando un piccolo sorriso.

-Sei qui per aiutarci?

L'uomo annuì -Vengo a farlo nell'unico modo possibile- zoppicò fino a raggiungere suo figlio che era rimasto inerte sul pavimento -Così simile a lei- gli accarezzò la guancia dolcemente.

Mise le mani sul petto ferito di suo figlio, macchiandosi del sangue avvelenato, con preoccupazione e dolore Efesto lo guardò attentamente. Era simile ad Atena, soppratutto per il colore dei capelli e l'incarnato. La fronte sudata gli ricordava l'ultima notte in cui lo aveva visto, erano già diversi secoli, il suo bambino aveva appena cinque anni, era stato costretto a separarsi da lui e per quel che sapeva era anche cresciuto in solitudine, senza amore e sicurezza. Pensò alla donna per cui una volta aveva una cotta e che ora invece odiava. Il dolore di suo figlio sarebbe stato la rovina dell'umanità ed tutto a causa della cattiva educazione che aveva avuto.

Il padre sussurrò l'incantesimo per ripristinare finalmente i suoi poteri, poteri di portata colossale senza esplorazione e controllo. Il rosso all'istante aprì gli occhi stupito, respirava a fatica come se fosse uscito dall'acqua dopo essere annegato, iniziò a tremare sentendo tutta l'energia dei poteri che gli erano rimasti assopiti per tutta la vita.

-Figlio, devi uscire a combattere! 

Taehyung sbatté le palpebre cercando di concentrarsi sull'uomo di fronte a lui.

I capelli neri e una cicatrice che iniziava dall'attaccatura dei capelli fino alla punta della guancia sinistra, lo riconobbe. Suo padre era quell'uomo a cui era stato proibito di vedere quando era bambino e che aveva perso insieme a tutte le sue forze. Sorrise tra le lacrime e Efesto abbracciò suo figlio, ormai adulto, cullandolo e sussurrandogli parole di incoraggiamento e affetto, baciandogli con delicatezza i bei capelli rossi.

-Taehyung ascoltami figlio mio- disse serio mentre lo guardava -Devi uscire di qui, cercherò di distrarre chi cerca di avvicinarsi, ma devi portare via tutti da qui, non abbiamo tempo Thanatos non ci metterà molto ad arrivare

-Ma padre i-... io ... non so cosa fare, padre Ti prego 

-Figlio devi usare i tuoi poteri

-Ma la m-mamma ... lei

-Taehyung ascoltami- gli prese le guance e lo guardò direttamente negli occhi -Dimentica tutto quello che ti ha detto tua madre, è ora che salvi gli altri. So che sono importanti per te

Taehyung annuì spaventato, guardò al suo fianco dove Ephriam teneva tra le braccia la ragazza in attesa di uscire da quel vicolo, e con fatica si alzò e si avviò verso l'uscita. 

Fuori tutto era caos, sangue, corpi, urla, il rumore della guerra lo travolse, fu preso dal panico perché non aveva mai usato consapevolmente i suoi poteri.

-Lascialo uscire figliolo!

Una volta fuori, vide come i ragazzi lo avevano aiutato e quanto erano in pericolo, combattevano contro quelle creature atroci che, lungi dal diminuire, aumentavano di numero col passare del tempo. Chiuse gli occhi e pregò sua madre per il perdono, perché avrebbe disobbedito ai suoi ordini.

Come disse suo padre, che gli stava al fianco coprendosi le spalle combattendo contro il nemico, chiuse gli occhi in attesa di essere aperti per liberare il potere che era dentro di lui. Il suo corpo divenne leggero, splendente e lo sapeva perché il suo corpo bruciava al punto da essere doloroso, ma non insopportabile.



-Che cosa sta succedendo?- domandarono gli Dei che vedevano la battaglia dall'alto dell'Olimpo.

-Mio figlio è nato dall'odio, i suoi doni sono diversi da qualsiasi cosa siamo in grado di capire- rispose Atena, con disprezzo. 

-È per questo che lo temi?- chiese Afrodite con riluttanza.




Sul campo di battaglia tutti videro un bagliore improvviso, per un secondo il tempo si fermò, hanno tutti guardato il cielo, lì l'oscurità nebbiosa si diffuse, lasciando che un'eclissi lunare si vedesse in lontananza, i loro corpi erano pieni di potere, il pensiero di essere invincibile attraversò le loro menti, il lampo e lo scuotimento della terra si fecero sentire più forti. L'inferno si aprì sul terreno, facendo cadere i nemici nell'abisso, le spade erano più potenti e gli eredi si sentirono rivitalizzati, era come se l'eclissi intensificasse i loro poteri.

Hoseok guardò indietro: una figura avanzava verso di loro, era circondata da un'aura luminosa che brillava di una fioca luce rossa e bellissimi capelli di fuoco. A poco a poco, a causa del timore, si avvicinarono, il primo ad arrivare è stato Jungkook che guardava scioccato ciò che stava succedendo.

-È il momento in cui vi dico che vi dovete tenere per mano, non mollate!- ordinò il saggio che teneva la bambina sulle spalle. Yugyeom prese immediatamente la mano di BamBam che era stato in battaglia al loro fianco.

-La trance non durerà a lungo, non appena Taehyung si sveglierà non ricorderà molto, dobbiamo sbrigarci- disse Efesto -Figlio di Ares prendi la mano di Taehyung e quando raggiungiamo la destinazione dagli questo

Jungkook prese la scatola che gli aveva regalato il padre di Taehyung, tutti erano pronti, l'eclissi non sarebbe durata a lungo, dovevano mobilitarsi.


Quello era il momento preciso, non ci sarebbero state altre opportunità per il traditore dell'Olimpo, restava solo da eliminare il rosso in modo che Thanatos potesse entrare in scena e annientarvi tutti. Il traditore brandiva la sua arma con forza determinato ad andare ad uccidere colui che dava loro tutto il potere, avrebbe quindi avuto un minuto esatto per invocare il dio della morte approfittando dello shock e dell'improvvisa debolezza di tutti, era pronto a avvicinarsi ed eseguire la sua missione, ma si fermò, il traditore guardò la ragazza e il rosso, guardò ciascuno dei presenti e provò paura, la vergogna verso se stesso e del casino in cui aveva trascinato anche degli innocenti lo travolse, ricordò il mondo distrutto dal suo egoismo.


-È ORA! 

Tutti si sono tenuti per mano e sono sconparvero dalla scena.











Una forte risata isterica si sentì.

-Ti porterò via tutto quello che ami, dannato marmocchio traditore.

𝖊𝖗𝖊𝖉𝖎 𝖉𝖊𝖑𝖑'𝖔𝖑𝖎𝖒𝖕𝖔Where stories live. Discover now