Capitolo 3

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4:00 am

Mi svegliai all'improvviso, Zayn dormiva disteso al posto del guidatore ed aveva la bocca socchiusa. Non avevo intenzione di svegliarlo, quindi provai a riprendere sonno.. ma proprio non ci riuscivo, così mi arresi e cercai qualcosa con cui passare il tempo.
Dopo aver passato un paio di minuti a cazzeggiare sul cellulare decisi di scendere dall'auto per cercare una fontana da cui poter bere.. avevo la gola maledettamente secca.
Così ignorai il mal di testa dovuto alle birre di ieri, uscì dall'auto cercando di non far rumore e mi incamminai verso il parco più vicino dove bevvi qualche sorso d'acqua dalla fontana che si trovava al centro.
L'aria fresca del mattino era piacevole così mi sedetti su una panchina, ma ad un certo punto sentì un rumore strano. Inizialmente non ci feci tanto caso e cercai di ignorarlo ma dopo un po' avvertì dei passi leggeri dietro di me, sempre più vicini.

Mi alzai di scatto, spaventato, e mi girai. C'era un ombra ma non riuscivo a distinguerla bene.

"Chi sei?" domandai indietreggiando.

"Vieni qui" parlò, avvicinandosi lentamente.

"Cosa vuoi?"

Non rispose, ma quando si avvicinò maggiormente un lampione lo illuminò e riuscì a vedere il suo volto.
Era lui, il ragazzo che avevo visto nel pub, quello che mi ha fissato per tutta la serata.. non avevo dubbi, era impossibile dimenticarsi di uno come lui.
Cercò di avvicinarsi ancora a me, ma indietreggiai.

"Tranquillo, non voglio farti niente"mi disse con un sorrisetto sulle labbra.

"Io.. devo andare" dissi velocemente.
Era fottutamente inquietante così mi girai e iniziai a camminare a passo svelto verso la macchina, ma fui costretto a fermarmi quando una mano mi strinse un polso.

"Lasciami!" urlai cercando di liberare il mio polso.

"Dai piccolo, stai calmo non ti faccio niente" sussurrò avvicinando il volto al mio.

"Ma che vuoi?! Levati dalle palle!" cercai di liberarmi dalla sua presa ma non ci riuscì, vidi la sua mascella indurirsi e mi afferrò anche l'altro braccio iniziando a trascinarmi.
Urlavo e mi dimenavo ma non c'era nessuno a quell'ora per strada.

"Zitto, cazzo!" urlò lui spingendomi verso una macchina.

"No! Ti ho detto di lasciarmi!"

Con un po' di fatica riuscì a caricarmi in macchina, nei sedili posteriori. Lui salì velocemente nel posto del guidatore e partì.

Angel ☼ Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora