It's Bahrain, man!

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@miawolff 

piace a @totowolff, @toni

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piace a @totowolff, @toni.kr8s ed altre 2.486.500 persone 

@miawolff First night in Bahrain ✨
ph. my one and only @toni.kr8s 

@totowolff 😠😠😠
↪️ @miawolff Ciao papi❤️
↪️@totowolff Non ero pronto😭

@toni.kr8s Ich bin immer mehr verliebt😍
(sono sempre più innamorato) 
↪️ @miawolff Mein liebe😍
(amore mio) 
↪️ @totowolff Vi tengo d'occhio 
↪️ @miawolff Papà🙄

@leighannefox Che bomba la mia amica 😍
↪️ @miawolff Tesoro ❤️

@perriesanders Laureata e felice la mia amica 😍
↪️ @miawolff Puoi dirlo forte💣❤️

@klauswolff Brutta😋
↪️@miawolff Idiota🙄

@lewishamilton ha chiesto di iniziare a seguirti
@valtteribottas ha chiesto di iniziare a seguirti

Direct

@totowolff Piaciuto come regalo di laurea? 

@miawolff Girare il mondo è sempre bello, ma non dietro a te e quelle macchinine

@totowolff Devi prepararti a prendere il mio posto in azienda, devi sapere tutto

@miawolff Perché non può farlo Klaus? A lui piacciono! Non mi sono laureata in psicologia con il massimo dei voti per seguire le tue orme. Voglio costruire la mia carriera da sola, senza l'aiuto di nessuno. 

@totowolff Ne abbiamo già parlato Mia, è così e basta. Klaus è ancora piccolo, e poi non è adatto a quel ruolo. 

@miawolff Ma… Ha solo due anni meno di me! 

@totowolff Riposati adesso, ti aspetto domattina all'ingresso del paddock. 

Quando Mia bloccò il telefono, prima di metterlo sul comodino, dalle labbra uscì un profondo sospiro. Parlare col padre, team principal della Mercedes in F1, era una cosa inutile, ma se ne accorse a fatto concluso, una volta ancora. 
«Piccola, ancora discorsi a vuoto?» Toni, il suo ragazzo, le accarezzò con amore una guancia. Lui, calciatore del Real Madrid e della nazionale tedesca, non poteva capire cosa volesse dire non realizzare i propri sogni dato che, per lui, la strada risultò tutta dritta. Certo, i sacrifici c'erano, ma non c'erano i genitori a fare da muro contro le sue scelte. Mia inclinò la testa, lasciandosi cullare da quella carezza così dolce quanto dolorosa. 
«Quando devi tornare da lei?» sussurrò la ragazza con gli occhi tristi e la voce roca. Sapere che lei era la numero due, la valvola di sfogo nella monotonia, non le faceva piacere, ma allo stesso tempo le scoppiava il cuore nel sapere che, qualche volta, condividevano la vita, i dolori e le gioie. Loro valevano poco più qualche messaggio al giorno, una telefonata a settimana, una sveltina a casa di lei pre e post allenamento e qualche vacanza nelle pause dalle sedute di allenamenti spacciate per "ritiro di squadra" o visite fisioterapiche dai migliori dottori del mondo per risolvere infortuni inesistenti. 
«Sabato sera.» le rispose dandole un bacio a fior di labbra, mentre, facendola mettere sopra di sé, dopo essersi sdraiato sul letto, passandole le mani sui fianchi, inondando la sua schiena di pungenti brividi. 
Quella sera di giovedì, fu indimenticabile. Non tanto per l'amore, quanto per l'odio che tirarono fuori. 
«Io comunque sono stanca di doverti condividere.» la presa di posizione di Mia lo fece tremare. Non era mai stata una ragazza pretenziosa, ma in certi momenti bisognava dimostrare di avere polso e farsi valere. «Vorrei averti tutto per me.» Gli occhi di entrambi si incollarono sul pavimento, incapaci di guardarsi e parlare. Non potevano risolvere i loro problemi in silenzio fra le lenzuola ogni volta. Il dialogo sta alla base della coppia, sempre. Evidentemente loro non rappresentavano niente. 
«Non posso lasciare Jessica.» il tedesco si morse la lingua, deciso più che mai a non rivelare quel segreto che gli trafigge l'anima da più di due settimane. «Sarebbe troppo sospetto, passare dal dirle "ti amo" la mattina al non dirle più niente la sera. Capisci?» Mia capiva anche fin troppo e proprio per quello non digeriva la cosa. Si sdraiò comodamente, dandogli le spalle. Le lacrime avevano preso nuovamente la residenza nei suoi occhi e non voleva farsi vedere, specialmente da lui. «È incinta, dopo tutto. Ha bisogno di me.» ed in quel momento, Toni, avrebbe desiderato non dirlo. Anzi, avrebbe fatto meglio a stare zitto, dopo tutto ciò che aveva già detto. Mia sgranò gli occhi, combattendo contro la propria rabbia e tristezza, per evitare di fare qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi. Si girò a guardarlo, in maniera truce, sputandogli addosso tutto il veleno possibile. Non riuscì a trattenersi. «E tu sei venuto qui con me, in Bahrain, dall'altra parte del mondo rispetto alla tua residenza, per dirmi che non puoi lasciarla e che è pure incinta?» il tedesco abbassò lo sguardo, colpevole. Sospirò col cuore a pezzi, Toni, alzandosi dal letto dove era sdraiato con lei, raccogliendo il suo bagaglio a mano lasciandola lì, dolorante sola e sconsolata. Né un saluto, né un bacio, né tantomeno una stretta di mano. Niente. Fra di loro era calato il gelo. Lei lo lasciò andare a malincuore, ma era la scelta migliore per tutti e due. Avevano tirato la corda per troppo, prima di darle un taglio netto e deciso. Il padre di lei, di quel triangolo, non sapeva niente ed era giusto che fosse così. Già non digeriva il fatto che fosse più grande, figuriamoci il resto. 
Si asciugò le lacrime, Mia, sentendo vibrare il telefono, dimenticato con noncuranza sul comodino al fianco del letto. Chi poteva essere a mezzanotte inoltrata? Una notifica su instagram. 
Lewis Hamilton desidera inviarti un messaggio. 
Ed ora questo chi è? Controllò fra le interazioni. Aveva pure chiesto di seguirla. Accettò, sondando il suo profilo come farebbe un ecoscandaglio sul fondo del mare. "Però, niente male." Il problema? Era uno degli scagnozzi del padre, il sette volte campione del mondo, il primo pilota della Mercedes ed un accanito difensore dei diritti umani. Causa nobile, senza alcun dubbio. Decise, dopo qualche istante, di rispondere al messaggio. 

Direct

@lewishamilton Non sapevo che Toto avesse una figlia, e soprattutto che fosse così carina. 

@miawolff Bene, adesso che lo sai a fine stagione la Mercedes ti aumenta l'ingaggio oppure rimane stabile? Chiedo per curiosità 

@lewishamilton Acidella eh. Che è successo? Hai litigato col fidanzatino? 

@miawolff Ci siamo proprio lasciati, è diverso, ma di certo non mi metto qui a lamentarmi con te per la mia acidità

@lewishamilton Va bene, ritiro tutto. Vado a dormire adesso, domani devo essere fresco e riposato per le prove libere. Spero di vederti al box. 

@miawolff Purtroppo ci vedremo, il grande capo ha richiesto la mia presenza a gran voce. 

@lewishamilton Buonanotte principessa 

@miawolff Si, notte

La mattina alle sei, orario imposto dal padre, la sveglia suonò. Mia avrebbe preferito morire. Aveva dormito a stento due ore, ed il sonno stava prevalendo sulla sua volontà. È il momento, muoviti o c'è da litigare, ma lei di litigi ne aveva abbastanza. Indossò un paio di short di jeans neri, una camicia bianca, annodata sopra la pancia ed un paio di sneakers abbinate all'outfit. Le scarpe erano la cornice, ed i vestiti il quadro, le diceva sempre sua nonna. Raggiunse la stanza del padre, dopo trucco e parrucco.
«Buongiorno principessa.» disse Toto dandole un bacio fra i capelli, seguito da un caloroso abbraccio.
«Buongiorno.» Mia sbadigliò, iniziando a seguire ogni passo del padre, partendo dall'albergo arrivando fino all'ingresso del circuito. La ragazza si guardò intorno, con le labbra leggermente schiuse. In quel momento si sentiva una formica davanti ad una montagna. In televisione non sembrava così grande.
«Bello, vero?» il padre la abbracciò da dietro, vedendo lo stupore della ragazza, senza coprirle la vista.
«Bellissimo.» in quel momento, sentì qualcosa di mai provato né tantomeno realizzato: lo spirito di appartenenza ad un luogo simile. Chissà se anche con gli altri circuiti, certi pensieri le verranno fuori.
Girò ovunque, curiosando nella pit lane vuota e nella sezione dell'hospitality. Tornò al box Mercedes, dove da poco erano arrivati i meccanici ed i vari membri dello staff, ma non i piloti, prendendo il blocco da disegno per tornare di nuovo all'esterno, sedendosi su una panchina appena fuori il box della sua scuderia.
Incrociò le gambe, posandoci sopra il blocco, iniziando a tracciare con la matita i profili in prospettiva di ciò che la circondava. Alla fine di ogni disegno, si spostava, cercando di riprodurre su carta il più possibile per non dimenticare mai quel momento. Chiuse gli occhi, una volta arrivata davanti alla griglia di partenza. Chissà com'è trovarsi lì, quando i semafori si spengono e le ruote iniziano a muoversi alla velocità di un fulmine. Sorrise di nuovo, chiudendo il quaderno. Aveva disegnato il più possibile, finché non ha iniziato ad arrivare gente. Era molto estroversa, ma quella sensazione di essere un pesce fuor d'acqua, in determinate circostanze, non gliel'avrebbe mai tolta nessuno.

Vide arrivare i piloti della Mercedes, ormai pronti per raggiungere la linea di partenza e vedere chi arriverà al primo posto nella prima gara dell'anno. Sbuffò, dopo dieci minuti dall'inizio della corsa.
«Vado a mangiare qualcosa.» disse al padre senza dargli tempo di replicare. Si tolse le cuffie, dandole ad uno degli addetti alle strumentazioni, uscendo finalmente da quel luogo soffocante. Si avvicinò al bar presente dentro il perimetro del circuito, tenendo il suo fido quaderno stretto al petto, tornando a disegnare, questa volta, le macchine che correvano.
«Hey ciao,» una ragazza bionda dall'accento spagnolo ed il sorriso contagioso, si avvicinò a lei. «Ti ho vista qui da sola a disegnare, e mi chiedevo cosa stavi rappresentando.» Mia girò il blocco verso la ragazza, abbozzando un sorriso, sentendosi inondare di complimenti da lei, ed altre tre ragazze arrivate alle spalle della bionda. «Io sono Marta, la sorella di Sainz.» riprese la ragazza, allungando una mano verso la tedesca. «E loro sono Lauren, la sorella di Vettel, Linda, la sorella di Lando, e Piper, la sorella di Bottas.» disse indicandole una per una, così da non confonderla.
«Ciao a tutte, io sono Mia, la figlia di Toto Wolff.» gli occhi delle ragazze si spalancarono, a momenti gli uscivano dalle orbite.
«Non ti abbiamo mai visto qui in giro..» commentò Piper, dubbiosa. La figlia del team principal che non aveva mai visto dal vivo un gran premio, ma scherziamo?
«Mi sono laureata da poco, ed il mio regalo di laurea, beh, è questo. Girare il mondo per i prossimi giorni, per seguire mio padre e diventare prossimo team principal della Mercedes contro il mio volere.»
Ed in quel momento calò il gelo. Nessuna parlò più, per paura di rompere definitivamente qualcosa già crepato.

Four wheels ; // Lewis Hamilton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora