Il forte rumore della pioggia mi svegliò di soprassalto. Anche Merlino, che dormiva appallottolato vicino i miei piedi, si svegliò improvvisamente, miagolò e dopo essersi stiracchiato per bene balzò giù dal letto.
<< Che gatto coraggioso >> pensai tra me e me.
Guardai fuori dalla finestra: il cielo era nero più che mai e non si intravedeva nemmeno il minimo bagliore lunare mentre intanto la pioggia battava incessante sui vetri. Anche la camera da letto era immersa nel buio e riuscivo a malapena a distinguere gli oggetti nella penombra, quando un lampo improvviso illuminò per pochi secondi l'ambiente, facendomi scorgere con la coda dell'occhio una sagoma vicino la finestra che prima non c'era.
Dopo quel breve bagliore la stanza ripiombò nell'oscurità.
Spaventata, mi voltai velocemente verso il comodino e cercai l'interruttore della luce della lampada.
Click.
Instintivamente posai lo sguardo verso l'angolo: c'era solo una pila di abiti accatastati alla rinfusa sulla sedia, mentre altri erano caduti per terra ed erano diventati di proprietà di Merlino, che ci si rotolava beatamente sopra.
Tirai un sospiro di sollievo e mi misi a sorridere leggermente dal momento che mi ero resa conto che era stata solo la mia fervida immaginazione e che c'era una spiegazione più che logica a ciò che avevo visto che aveva quattro zampe, una coda e un nome.
<< Merlino dai, basta giocare con i miei vestiti >> lo chiamai mentre mi voltavo nuovamente verso il comodino cercando di ritrovare la posizione più comoda per riprendere sonno.
Lo sentii balzare sul letto e iniziare a miagolare una, due, tre volte e muoversi in continuazione sul mio letto fino a quando infastidita dal suo comportamento decisi di farlo scendere.
<< Adesso basta! >> lo zittii << Sei proprio un gatto fifone! >> lo rimproverai mentre cercavo di sistemarmi le coperte.
Merlino, sceso giù, adesso mi fissava in silenzio.
Dopo essermi sistemata nuovamente, feci un sospiro profondo e chiusi gli occhi.
<< Per favore, spegni la luce >> sussurrò una flebile voce alle mie spalle.
In casa, oltre me e Merlino, non viveva nessun altro.
Mi si gelò il sangue nelle vene.
