Il Santuario |Dc|

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<<Sarò sincera. Quando mi è stato detto che sarebbe stato un robot a psicanalizzarmi sono scoppiata a ridere.>>
A parlare era stata una giovane donna dai capelli rossi, seduta su una sedia a rotelle.
Per le persone comuni lei era semplicemente Barbara Gordon, la sfortunata figlia del commissario di polizia di Gotham resa paraplegica da un attentato da parte di uno psicopatico.
Ma per la gente con cui lavorava il suo nome in codice era Oracolo.
In sostanza, nella sua doppia vita era un geniale hacker che aiutava la Justice League dalle retrovie, dal momento che non poteva intervenire di persona.
In ogni caso, quel giorno Barbara si trovava all'interno del Santuario, una struttura richiesta dal governo per aiutare supereroi e supercriminali in difficoltà. Il progetto consisteva in sedute terapeutiche tenute da un'intelligenza artificiale creata con la tecnologia kryptoniana, dal quale ovviamente identità segrete e informazioni varie sarebbero state tenute top secret.
<<Lavoro su codici informatici da quando ne ho memoria e sono capace di hackerare un sistema nel giro di pochi secondi, eppure le mie conoscenze non mi hanno restituito ciò che ho perso. E non c'è possibilità che si torni indietro.>> Barbara si guardò di sfuggita gli arti inferiori, senza nemmeno accorgersene.
<<Come potrebbe un monitor capire cosa si provi a faticare anche solo a scendere dal letto? A sapere di non poter più sentire l'adrenalina che si prova quando si corre? A sentirsi ogni giorno sempre più inutili e dipendenti dagli altri?>> disse tutto d'un fiato, cercando di trattenere un tono neutrale <<No, io non credo che tu possa capire. Non credo nemmeno che tu riesca ad ascoltarmi, e onestamente non mi interessa. Siamo eroi, viviamo esperienze traumatiche ogni giorno. Conviviamo con il dolore, e avremmo tutti bisogno di qualche seduta da uno psicologo, per capire meglio noi stessi e il mondo che proteggiamo.
Sono già andata da uno specialista, ovviamente. Dopo qualche anno mi ha detto che ero a posto. Pienamente in pace con me stessa.>>
<<Ma sono successe tante cose da allora. E sono consapevole che mi serva ancora dell'aiuto. Quindi sì, per quanto fossi scettica all'inizio, voglio dare fiducia a questo progetto. Forse può davvero aiutarci.>> affermò, sospirando. Era davvero sicura di ciò che stava per fare?
<<Mi affido al Santuario.>>

Nel frattempo, in un'altra stanza, il giovane antieroe conosciuto come Cappuccio Rosso, una persona che Oracolo conosceva molto bene, era particolarmente riluttante a sedersi.
<<Trovo che questa sia una grandissima stronzata.>> esordì Jason
<<Cosa dovrei aspettarmi, che un ologramma spunti fuori dal nulla e inizi a chiedermi quali sono i miei problemi?>> continuò, scrollando le spalle <<Beh, ho una notizia flash per te, caro il mio strizzacervelli 2.0: ne ho moltissimi, di problemi.>>
Detto ciò, si sedette finalmente sulla sedia, scrutando l'androide davanti a sè.
<<Hai mai sentito la parabola del figliol prodigo?>> aspettò qualche secondo, quasi come se qualcuno potesse rispondergli <<Non importa, dal momento che sono bloccato qui dentro per un'ora te la racconterò lo stesso.>>
<<C'era una volta un allevatore che era padre di due figli.
Il primo era uno scavezzacollo, una di quelle persone egoiste che desiderano solamente divertirsi e fare i loro comodi a discapito degli altri.
Il secondo era un gran lavoratore, generoso e fedele alla sua famiglia.
E anche se non era esibizionista come il fratello, era sicuramente più abile di lui nel loro lavoro.
Un giorno il primo fratello decide di andarsene di casa per farsi la sua vita, e chiede una consistente cifra di denaro al padre. Non si hanno più notizie di lui per mesi.
Telefonate, sms, segnali di fumo o qualsiasi cosa si usasse nel 2000 a.C. Nisba.
Nel frattempo, il secondo fratello continua a eseguire i suoi doveri senza chiedere nulla in cambio. Qualche tempo dopo, il maggiore torna a casa a testa bassa, e apprendiamo che ha speso tutti i soldi divertendosi.
Ora, ci si aspetterebbe una reazione di qualche tipo dal padre. Non lo so, una sgridata, uno schiaffo, una richiesta di pagamento dei danni. Qualsiasi cosa. Eppure lo sai che cosa fa lui, a quel punto? Hm?>> domandò Jason, aprendo di scatto le braccia
<<Lo abbraccia. Lo abbraccia! E organizza una dannata festa per celebrare il ritorno del 'figlio perduto'. Fa persino uccidere il migliore vitello che aveva per l'occasione!>>
Durante tutto il discorso Jason aveva mantenuto un tono poco serio, senza dare realmente importanza a cosa stesse raccontando, o al perchè.
In fondo, era stato obbligato ad andare lì dai suoi familiari, ma non pensava che quelle sedute potessero avere una qualche utilità.
Tuttavia, arrivato alla fine del discorso, si rabbuiò.
<<Insomma, quell'uomo fa di tutto per un figlio che alla fine scappa di casa ripudiando la sua stessa famiglia.
Chissà, forse nel frattempo aveva trovato un gruppo di ragazzi disperati quanto lui, aveva provato a farseli amici e quando aveva capito di non essere capace a cavarsela da solo era tornato da papino con la coda tra le gambe.>>
Jason, che fino a quel momento aveva giocherellato con il suo casco, finalmente posó l'oggetto a terra.
<<E il figlio che gli era rimasto fedele, ti chiederai?>>
<<Lui chiede spiegazioni al padre, e quello si giustifica con una frase priva di senso a cui unicamente i preti sanno dare un'interpretazione cristiana.>>
Jason sorrise, pensando a quanto si dovesse essere matti per confrontarsi con un robot.
<<Non ci spiegano che cosa succeda all'altro fratello, dopo. Ma io ho una mia interpretazione.>>
<<Dopo aver tentato in tutti i modi di accontentare il padre, alla fine il ragazzo capisce che non riuscirà mai a renderlo orgoglioso di lui e sarà sempre considerato il figlio di serie B. Smette di lavorare e si chiude in sè stesso, finendo per diventare la pecora nera della famiglia.>>
Sorrise per l'ennesima volta, ma era un sorriso amaro.
<<La morale della favola? I padri sono degli stronzi, i fratelli delle serpi. Ed è sicuramente meglio perderli che trovarli.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 15, 2021 ⏰

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