ACCETTARE IL DESTINO

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Il pavone, posato sulla capanna due, ricambiò lo sguardo del giovane semidio, rivelando enormi occhi verdastri brillanti. Il piumaggio blu del corpo terminava nell'enorme ruota finale, bella, colorata come solo quella di un animale selvaggio poteva essere.
Percy rimase impietrito a fissarlo, venendo interrotto dall'arrivo dei due cugini.
"Ehy, Perce, che fai? Hai già sistemato la tua roba o hai paura di doverlo fare?"
Percy scosse la testa, alzando la mano destra per indicare l'enorme uccello sulla cabina di fronte alla sua.
"Un pavone sulla casa di Era non è così strano, Perce. Infondo è il suo animale sacro." "Insieme alle vacche." Concluse Jason, sorridendo a Nico, per poi riportare lo sguardo su Percy.
"Sì, ma quante volte è successo negli ultimi secoli? E per quale ragione nessuno nota un enorme uccello su una capanna disabitata?"
"Magari perché è già capitato in passato, o perché non è così importante che sia successo. Possono esserci molti motivi, Perce, non pensare subito al peggio." "Non sono io che penso al peggio, è il peggio che accade sempre. Cosa ci fa un pavone qui? Non entrano animali, a meno che non siano evocati." "Lo avranno evocato." "Sì, ma chi evocherebbe un pavone? L'animale sacro dell'unica dea che non ha figli al Campo."
Nico scosse la testa, dicendo. "Ma Era è una dea importante. La dea del matrimonio, della fedeltà coniugale, del parto, regina degli dei. Possono esserci molti motivi per la presenza di un pavone sul tetto di Era." "Chiamo Chirone, voglio vedere cosa ne pensa lui."
Nico annuì, dicendo. "Se serve a renderti più tranquillo, ma ti ripeterà solo quello che abbiamo già detto noi, Perce. Non serve essere sempre così lugubri."
Percy annuì distrattamente, dirigendosi verso la Casa Grande per parlare con il centauro.
"Chirone?"
"Ah, Percy, dimmi. Tutto bene con tuo fratello?"
Percy annuì. "Sì, grazie. Non è per quello, ma..."
Percy scostò la tenda per rivelare l'esterno e indicò al centauro il pavone sul tetto di Era.
"Per lei è normale? Per caso è già successo?"
Chirone osservò confuso l'uccello, sembrando sorpreso. "Non che io abbia memoria, no. Potrebbe significare che la dea Era abbia un messaggio o una missione per qualche semidio. Chiamerò l'Olimpo per scoprirne la ragione, Percy. Hai fatto bene ad avvertirmi, bravo. Ti farò sapere se scopro qualche cosa."

Chirone osservò il semidio uscire preoccupato. Nonostante i diciotto anni, Percy era oramai abituato alla guerra, avendola combattuta dai dodici anni senza mai fermarsi.
Sospirò, invocando la dea Iride e provvedendo nel chiamare la regina degli dei.
"Chirone? Sono sorpresa della chiamata, di solito ti rivolgi a mio marito."
"Infatti, divina Era, mi scuso se l'ho disturbata. Ma abbiamo notato la presenza di un pavone sulla cabina dedicata a lei." "Un pavone sulla mia cabina? Questo mi sorprende." "Non è un suo messaggio, divina Era?" "Affatto. Sono sorpresa quanto voi." "Capisco. La terrò informata su eventuali sviluppi, divina Era." "Grazie, Chirone."
La dea fece svanire il messaggio Iride.
Chirone rimase fermo ad osservare sconvolto il vuoto. Questo era inaspettato.



Quella sera, dopo aver ottenuto la risposta che temeva ma che oramai si aspettava dal centauro, Percy Jackson decise di chiamare la madre, non avendola salutata a dovere dalla sua partenza.
"Oh, dea dell'arcobaleno, accetta la mia offerta." 
Quando la moneta sparì nell'arcobaleno, Percy disse. "Mostrami Sally Jackson, Upper East Side, Manhattan."
Ci fu uno scintillio nella nebbia e infine apparve l'immagine della madre impegnata nella lettura di un libro.
"Mamma?"
Sally alzò lo sguardo, con gli occhi multicolore che si illuminarono alla vista del figlio.
"Percy! Come stai? Sei arrivato al Campo? Va tutto bene, vero?"
Percy sorrise alla madre, dicendo. "Spero di sì. Forse non è niente..." 
Sally posò il libro sul divano, dedicando completamente la propria attenzione al figlio.
"Dimmi cosa ti preoccupa, Percy. Parla con me."
Percy, come ogni volta che veniva incitato dalla madre, cominciò a parlare, descrivendo ancora una volta il pavone, che riusciva ancora ad intravedere dalla tenda della finestra.
Sally rimase in silenzio per un momento, prima di dire. "Però non sei sicuro di cosa voglia dire, giusto?" "Potrebbe essere il segnale per un'altra guerra."
"Percy, ascoltami molto bene. Solo perché non hai avuto un momento di pace, non significa che non esista la pace. Potrai averla, a un certo punto. Non farti prendere inutilmente dal panico, goditi la pace finché puoi."
"Non so come fare, non ci sono molte buone notizie, ultimamente."
Sally sorrise. "Forse posso dartene una io."
Percy guardò interessato la madre, facendole cenno di parlare.
Sally prese un profondo respiro, prima di sorridere entusiasta e dire. "Sono incinta."


Angolo autrice
Ehy!!!
Vi sorprendo, vero?
Capitolo un po' breve, mi dispiace, però ho aggiornato velocemente, quindi mi potete perdonare??
Grazieee
Alla prossima!
By rowhiteblack
(PS: Sally ha una piccola bambina nelle Sfide di Apollo, ma qui il corso della storia è cambiato dopo Eroi dell'Olimpo, quindi quello che accade nelle Sfide di Apollo non è canon in questa efp. Perché io può.)
Ciao


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