Pokémon - Brevi Storie Inquietanti

2 - Ricordi Dietro una Maschera

Note dell'Autrice: sono incappata nell'immagine in copertina su tumbrl, nel blog Ghostly Pokémon (https://ghostlypokemon.tumblr.com/post/51064650809#notes).

- LaraEndlight
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

"Yamask: Pokémon Fatuanima!
La maschera che indossa è il volto che aveva quando era un umano, a volte si mette a piangere mentre la guarda."

~~~~

Queste erano le parole del Pokédex, parole di cui gli umani credevano conoscere il significato, ma c'era molto di più oltre quelle lacrime.
Maskedpetal (questo era il suo nome da Pokémon domestica) non ricordava quasi nulla della sua vita prima di morire e reincarnarsi in quel Pokémon.
Era stato come svegliarsi da un lungo sonno e trovarsi in un incubo, non sapeva più chi era, come si chiamava e cosa faceva in quelle catacombe dove si era "risvegliata", le spietate ali di Yveltal, il leggendario Pokémon della morte, le avevano strappato ogni ricordo e lasciato quella maledetta maschera che non la aiutava affatto. La sua allenatrice le aveva dato quel nome perché le labbra su di essa erano sottili agli angoli e si gonfiavano sul centro come un petalo che parte dal suo bel fiore e si allarga come un ventaglio non appena giunge il momento di sbocciare; ma a parte quelle labbra, non c'era nulla che le sembrasse diverso dal volto di una qualsiasi altra donna: la creta era liscia e priva di imperfezioni, non poteva sapere se in vita era stata una adolescente con l'acne o un'anziana piena di rughe; il naso aquilino non era certo una cosa unica o rara, in tanti lo avevano; poi gli occhi... gli occhi erano come quelli di tutti, non aveva trovato alcun dettaglio nelle orbite scolpite e aveva rinunciato a cercarne. Tracciò le guance dell'oggetto con le proprie mani (si rifiutava di chiamarle zampe, poteva anche essere diventata una specie di "animale", ma mani umane le sembravano e come tali le avrebbe chiamate), erano belle piene e tondeggianti, ma non eccessivamente, doveva aver avuto un volto lievemente paffuto, forse come quello dei bambini...
"Ma io ero una bambina?"
... ma allora perché si sarebbe dovuta reincarnare come una Yamask adulta?
Come avrebbe potuto perdersi nei ragionamenti seri degli adulti se ai bambini questi non interessano?
Non poteva essere stata una bambina.

<< Ehi Mas', stai bene? >>

Le chiese la sua allenatrice, la quale si stava pettinando per uscire e andare insieme ad una mostra al museo cittadino.
La Yamask osservò i capelli di lei, poi la sua maschera, chiedendosi se lei li avesse avuti e come poteva essere stati, ma ancora una volta non ottenne la risposta che cercava, non poteva nemmeno fidarsi della sua mente, dopotutto il cervello era in grado di "fabbricare" ricordi falsi per tappare i buchi nella memoria, avrebbe potuto mostrare dei fotomontaggi a delle persone su un presunto evento della loro infanzia e alcune di loro avrebbero iniziato a ricordare cose mai accadute, a bearsi di una memoria creata per ingannarne la mancanza.
Come poteva allora fidarsi della sua mente e della sua di memoria?
Si sforzò quasi di ricordare, non era mai soddisfatta di quella lunga serie di volti che provava ad immaginare, non le piacevano, erano incompleti, vuoti, finti.
Per un attimo sentì l'impeto di scagliare lontano la maschera, di abbandonare il suo volto e dimenticarsi per sempre di essere stata qualcuno di cui non aveva memoria, perché la consapevolezza di aver perduto qualcosa di tanto profondo e personale come la propria identità, era forse più dolorosa dell'atto stesso. Peccato che non potesse farlo, ci aveva già provato più volte e ogni volta si era sentita svuotata di colpo, come se improvvisamente qualcuno le stesse strappando via quel poco di umanità che le era rimasta, come se quel volto che era costretta a possedere fosse ciò che la rendeva ancora "umana" sotto quell'ammasso di sostanza incorporea che era diventata, non poteva separarsi da ciò che restava della vera lei.