~ Ferrandino e il Dovizi ~

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Bernardo Dovizi rivela a Ferrandino che il suo gran Cazo non fu l'unico che Caterina Gonzaga si dilettasse di ciucciare

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Bernardo Dovizi rivela a Ferrandino che il suo gran Cazo non fu l'unico che Caterina Gonzaga si dilettasse di ciucciare. Disegno di lucille994

 Disegno di lucille994

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Per una comprensione migliore del disegno vi riproponiamo un riassunto integrale della vicenda:

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Per una comprensione migliore del disegno vi riproponiamo un riassunto integrale della vicenda:

Lettere di Bernardo Dovizi a Piero il Fatuo in data 4 e 9 ottobre 1494: mentre Ferrandino, allora duca di Calabria, era accampato presso la città di Cesena, venne una sera avvicinato da un "valente huomo" di nome Mattio, il quale gli fece intendere di dovergli parlare di una faccenda di enorme importanza. Ricevuto dunque dal duca nel giorno successivo, Mattio gli riferì che v'era una "nobilissima et bellissima madonna [...] per nobiltà e bellezza la prima fanciulla di tucta la Romagna" la quale avendo ammirato quattro anni addietro un ritratto di Ferrandino e avendo sentito lodare le sue innumerevoli virtù, si era perdutamente innamorata di lui e con proprio rischio e pericolo era venuta fino a Cesena soltanto per poterlo vedere; per di più, avendolo veduto, s'era infiammata a tal punto di lui che "non truova posa né locho o cosa che porti alcuno refrigerio a tanto suo fuocho". Lo pregava dunque Mattio ch'egli si degnasse di "havere compassione di chi per voi muore", e che volesse accontentarla nel suo desiderio, poiché altrimenti "la vita della meschinella presto mancheria". Ferrandino, com'è ragionevole, restò inizialmente in dubbio che potesse trattarsi di un complotto ai suoi danni e che la donna volesse avvelenarlo attraverso il coito, tanto più che proveniva da territorio nemico, e dunque la fece attendere qualche altro giorno, informandosi frattanto circa la sua identità, prima di convincersi ch'era sciocco da parte propria dubitare di qualche pericolo e di acconsentire all'incontro. Dunque, fingendo di uscire a caccia, egli si recò in gran segreto in una casa di campagna dove l'attendeva la donna e dove "consumò el sancto matrimonio con grandissima dolcezza dell'una parte et dell'altra".

Sebbene Ferrandino non abbia poi "per sua conscentia" rivelato ad alcuno la relazione se non a poche persone, fra cui appunto il Dovizi, col quale era solito parlare "liberamente de ogni cosa", e il marchese di Pescara Alfonso II d'Avalos, la fama della grande bellezza di questa donna, Caterina Gonzaga (probabilmente del ramo di Novellara), giunse sino alle orecchie di Ludovico il Moro che in quel tempo si trovava ad Asti in compagnia del re di Francia, il quale era sempre desideroso di avere attorno a sé belle donne. Ludovico mandò dunque un messo da Caterina invitandola a recarsi ad Asti per compiacere il re e le offrì in cambio la somma di oltre 3500 ducati che sarebbero dovuti servire per pagarle il viaggio. Caterina tuttavia, sdegnata dalla proposta, pregò Ferrandino che l'aiutasse a inventare una scusa buona a declinare l'offerta, poiché "da lui né vuole né può partirsi". Egli deliberò allora, fra le risate degli amici, che Caterina promettesse al Moro d'andare e accettasse l'offerta in denaro, ma che rubasse invece i ducati all'uomo che glieli avrebbe portati e si restasse con lui a Cesena.

Andando ai dettagli piccanti, aggiunge il Dovizi: "et così quella Madonna devotissima del gran Cazo di costui, che forse ne haveva inteso qualche cosa (perché è assai horrevole), si partì di Cesena", etc, etc. E dunque grazie alla precisione di dettagli dello scrivente, il quale deve forse averlo visto nudo(?), intendiamo che: 1) Ferrandino era dotato d'un membro virile assai onorevole (=horrevole); 2) la fama del suo membro doveva essere diffusa assai più di quanto immaginiamo, per sospettare il Dovizi che fosse giunta alle orecchie di madonna; 3) Ferrandino non teneva amanti fisse.

Successivamente, poiché gli era stato detto che Piero il Fatuo de' Medici aveva provato ad ottenere la donna (Caterina) senza tuttavia riuscirvi, Ferrandino si mostrò molto disponibile a prestargliela, dicendo: «Io voglio che queste cose delle donne, come le altre, tucte sieno tra noi communi». Il Dovizi ribatté dicendo che l'offerta di scambio a Piero non sarebbe convenuta di certo, in quanto Piero aveva presso di sé amanti mentre Ferrandino no, inoltre giudicò che la sua disponibilità fosse dovuta al fatto che in verità la "carne" di Caterina non gli piacesse, cosa che Ferrandino gli assicurò non essere vera, sostenendo "che di lei gli piace ogni cossa" e che anzi prima di partire "ne vuole un'altra scorpacciata".

Piero il Fatuo spedì poi al campo certe lettere con un ritratto della stessa Caterina, a dimostrazione del fatto che la donna fosse già stata sua amante. Riferisce il Dovizi che Ferrandino, dopo aver letto insieme a lui la lettera, ne "rise tanto et sì di cuore che non potrei dire più, et vi giuro che non lo ho visto né credo vedere mai in tanta letitia quanto fu allhora", e volle fosse riletta più volte anche in presenza dell'Avalos. Ferrandino confessò poi difatti di aver mentito nel dire che la donna gli fosse piaciuta, credendo che né Piero né il Dovizi la conoscessero, mentre in verità non gli era piaciuta per nulla "perché intorno a quel facto (= i genitali?) dice ha più peli che uno fauno et che per questo et per molte altre cose da puttane ... gli è più a noia che il diavolo, aggiugnendomi che le carni sue paiono di burro [...] et insomma me ha decto che non gli piace di lei se non un pocho di maniere".

Aggiunge inoltre che se ancora Caterina avrà voglia di lui, allora dovrà venire ella stessa in campo a trovarlo, "altrimenti se lo può grattare tanto che si cavi la foia da sé", poiché egli "non se ne moverà un passo", e che "se lei non viene in campo, si può impichare per costui, che del rivederlo non facci più conto, et se venissi in campo proverrà come pesa il Marchese", ovvero sia se si presentasse in campo Ferrandino la offrirebbe altrettanto all'amico e pure allo stesso Bernardo.

A dire il vero, la nostra opinione in proposito è che Ferrandino ci sia rimasto un po' male a sapere che la donna fosse già stata amante del Fatuo e che per questo ci sia andato giù pesante con gli insulti. Il riso non è sempre indice di gradimento e probabilmente reagì ridendo per non lasciar trasparire la delusione, infatti dalla lettera precedente risultava la sua "buona fede" sul fatto che Caterina fosse veramente innamorata. Noi crediamo che, se non proprio innamorata, quantomeno appassionata di Ferrandino lo fosse, solo che era zoccola per natura e quindi non si poteva contenere né prima né dopo.

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