He knew how to lay me down.

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Cinque caffè da servire, otto tavoli da sistemare, altri nove da pulire, cinquanta bicchieri da asciugare, venti tazzine e trenta piatti e piattini posizionati in disordine.
E tutte quelle posate?

<<Signorina>>, chiamò una signora dal tavolo accanto alla finestra, <<Le avevo chiesto due dolci.>>

Per scusarmi subito sollevai la mano verso l'alto e finsi un sorriso.
Mi voltai per prendere la torta, sistemandola per bene con due forchette per dessert.

<<Joey, stacco mezz'ora prima. Chiudi tu il locale?>>

E come se non bastasse, ora anche John.

<<Mi vuoi male>>, lasciai sfuggire un sorriso disperato.

<<Ho da fare questa sera, se non torno a casa per cena mia moglie mi uccide>>, ridacchiò sotto i baffi.

<<Non preoccuparti>>

John stette per aprire bocca.

<<Sì, tranquillo, ci penso io al locale.>>

Dopo qualche anno di lavoro al suo fianco, conoscevo ogni singola battuta a memoria, parola per parola.
Sorrise e, salutando, uscì dalla porta.

<<Signorina, il conto lo sta scrivendo a mano?>>, sollecitò un signore da lontano.

Mantieni la calma, Joey, ricorda che sei sul posto di lavoro e devi portare rispetto anche alle persone maleducate ed ignoranti.

Ed ecco anche l'ultima sedia sistemata.

Il mio sguardo vagò per tutta la stanza, osservando come ogni minimo dettaglio fosse stato sistemato e dovevo proprio ammettere che, alla fin dei conti, avevo proprio fatto un bel lavoro.

Qualcuno aprì la porta.

<<Daisy>>, la salutai confusa, <<Cosa ci fai qui?>>

Poggiò la borsa su uno dei cinque sgabelli di pelle rossi.

<<Cosa ci faccio?>> Domandò stupita.

Aggrottai la fronte e, dopo una manciata di secondi trascorsi a fare mente locale, capii cosa stesse facendo dentro il locale.

<<Oddio...>> Sussurrai.

<<Non dirmi che ti eri dimenticata dell'incontro di Morris?>>, quasi sgranò gli occhi.

Si lasciò scivolare con estrema delicatezza su un tavolo in sua prossimità.
In assenza di una mia risposta, la formulò da sola e come sempre indovinò.
Scoppiò a ridere ed io subito dopo di lei.

Riavviai una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro, <<E' stata una giornata talmente stressante>>, tentai di giustificarmi, <<Ma tra quanto inizia?>>

<<Gli altri ci aspettano tra>>, accese lo schermo del suo fedele iPhone che portava sempre in mano, <<Mezz'ora!>> Esclamò.

Le orbite dei nostri occhi quasi rimbalzarono fuori, stile cartone animato.
Ci fu un attimo di silenzio.

<<Corriamo!>>

La telepatia si impossessò come sempre di noi.
Afferrai le chiavi del negozio sul bancone, <<Devo darmi una sistemata veloce a casa, però!>>, aggiunsi.

<<Sei sempre la solita>>, affermò divertita Daisy, chiudendo la porta dietro di sè.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 16, 2015 ⏰

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