Thommas Hale

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Ero nell'ufficio del capo.
A dirla tutta il capo aveva stile.
C'erano poltrone in pelle nera.
Quadri appesi da per tutto .
Uno in particolare mi aveva colpito.
Era li..
In disparte da tutti gli altri. Raffigurava un giovane angelo.
Ma aveva qualcosa di diverso. Non era come tutti noi. Era più luminosa. Ti dava un sensazione strana. Diversa da tutte le altre.
" era mia figlia quella"
Il Capo mi stava osservando. Era in piedi vicino alla scrivania.
"Sua figlia come è possibile, noi angeli non possiamo avere figli"
" Si lo so. Vediamo sei venuta qui per parlare del tuo fidato giusto?"
OK non ne vuole parlare.
" Si. Cosa devo sapere?"
Il capo va verso un grande armadio apre il mio scompartimento che è pieno di fogli. Ci sino una raccolta di tutte le mie informazioni; dove sono nata, come e perché. Ma a me non è mai interessato.
Vivo a giorni io.
Non mi interessa quello che accadrà tra due giorni o pure cento anni. Ho sempre desiderato viverne cosi tanti.
" Ecco questo e la storia del tuo fidato... Sii sempre responsabile selle tue scelte.
Non importa cio che lui proverà se lo ferirai. Tu devi rimanere impassibile immune ai desideri umani."
Lo guardavo era molto duro rispetto ai gironi prima. Mi congedò.
E io ancora attonita per la durezza del capo mi diressi verso la mia camera.
Era cosi tranquilla quella stanza piena di luce proveniente dalle grandi finestre che affacciavano al lago pieno di cigni. In realtà non c'erano cigni ma mi  piaceva sempre immaginare che il quel lago ci potessero essere dei meravigliosi cigni. Era magnifico.
Mi sedetti sopra al letto e guardavo il vuoto. L'indomani serei dovuta partire.
Sarei dovuta scendere giù nel mondo degli umani, l'idea mi elettrizzava ma metteva anche un po paura.
E se i dubbi che le persone avevano di me diventassero tutta una realtà.
Ma che???
Presi il racoglitore sopra alla scrivania e presi il primo foglio che veniva fuori.
Thommas haley.
Anni; 17
Vive a Clayton
Frequenta il terzo anno del liceo.
Il suo desiderio e quelle di diventare un DJ.
Avere una carriera da professionista.
Il suo carattere e debole e avvolte si lascia trasportare da ragazzi che hanno problemi, come la droga altre sostanze e dalla mala vita.
Non sa comportarsi da persona corretta a scuola. I suoi voti partono dal due per fermarsi al cinque.
Sua madre fa il possibile per correggerlo ma lui non risponde ai suoi comandi.
Suo padre mori in un incidente stradale.
Avvenuto il sei maggio 1996.
In una strada che li portava verso un centro divertimenti. Era il giorno del suo compleanno. Nell'incindente muore suo fratello più grande. Marco anche lui un musicista e appassionato dal mondo artistico.
La madre per un periodo è in uno stato di schok.
E lui è costretto a stare con la zia per un breve periodi che va dal sette maggio al 24 settembre.
POTENZIALE
Può diventare qualcosa di più.
Essere qualcuno di importante. Riuscirebbe a portare avanti la sua famiglia. E una volta finita la sua prova potrebbe rincontrare suo fratello e suo padre in uno stato di luce.
Poiché i suoi occhi e le sue orecchie non hanno ancora visto e udito il grande potere dell amore del sacrificio del coraggio e della compassione. Non è in grado di fare nessuna scelta degna di lode
Lui non è quello che pensa di essere. Potrebbe guardare oltre al velo che lo tiene collegato al mondo del peccato.
Potrebbe diventare un essere superiore.
Wowoooo!!!
Questo si che è un caso disperato.
Mi poteva capitare di meglio.
Sorriso all'idea di cambiare il mio fidato con Annie.
Mi alzai e presi l'abito che avrei dovuto mettere. Abiti umani nel caso lui possa guardare oltre il velo.
Pantaloni neri una camicia bianca da sopra un maglione e delle scarpe classiche. Mi piaceva.
Bussarono alla porta.
Ero sulla terra esattamente  da tre ore.  E già erano successe   talmente tante cose che ci vorrebbe un'eternità per descriverle.  Bhe tutta l'eternità non proprio.
Ho scoperto che per noi angeli un' ora corrisponde solamente a tre giorni loro.  Il tempo passa.
Thommas aveva da poco perso suo cugino.
E tutto per  una  scemenza.  Avevano deciso di scomettere chi sarebbe arrivato per primo dopo una lunga corsa in macchina.
E ovviamente Riccardo  non aveva guardato il passaggio del treno.  E poi va bhe...  È  morto .
Ma la cosa che mi rimaneva in mente è  il fatto che lui se lo porta sulla coscienza.
E a loro la coscienza è  più forte della nostra noi sappiamo  perdonare,  lo sappiamo  il senso del pentimento.
Loro non ne sanno neanche il significato.
E se lo portano dentro corrodendosi l'anima. Vanno avanti come se non fosse successo niente.
Ma fa male.
Ero seduta sopra al suo letto.  E lo guardavo piangere.
  Li immobile davanti alla finestra.  Soffriva e io non sapevo cosa fare.
Aiutooo!!
Bussarono alla porta lui non rispose.
Ma essa si apri lo stesso.
Era la madre.  Una donna gentile e dai gesti quasi angelici.
Era una buona madre oltre che brava moglie.
Aveva uno sguardo di  chi ha pianto per un po'.
Soffriva per il nipote, ma faceva  ancora più  male vedere suo figlio distruggersi.
< tesoro...  Non è  colpa tua.  Non incolparti per cose che non hai fatto>
Gli toccò la spalla ma lui la scanso, una lacrima scese dal delicato e giovane viso della madre. 
Gli andai vicino e gli sussurai   delle parole di incoraggiamento per Thommas.
< nessuno  ha il diritto di fermarsi a provare disperazione c'è  troppo da fare>
Lisa ripeté esattamente  le stesse parole.  Thomms si volto verso di lei.
<mamma secondo te dopo questa vita c'è  qualcosa che va oltre??>
Domanda interessante.
Aspettai che la madre potesse almeno dare una risposta,e se poi non la sapeva l'avrei aiutata.
< si tesoro io credo che dopo questa vita c'è un luogo dove tutti noi andiamo. >
Si sedette sul letto e invitó il figlio a fare lo stesso.
< vedi tempo fa mia nonna mi  disse che noi siamo guidati da angeli che ci proteggono e ci aiutano nelle difficoltà.  Io non so se sia una favola o una realtà .  Ma ci penso ogni giorno.  Noi possiamo essere qualcosa di più.  E non dobbiamo pensare che la vita si fermi solo cui perché non è  vero. >
Thomms la guardava.
<io non ci andró mai dopo la mia morte in quella vita> disse Thommas
<  cosa te lo fa pensare? >
Lui ci penso un po'
< ho ucciso Riccardo e non merito di proseguire.  Ho  avuto l'idea più stupida che mi potesse venire>
< nulla nella vita è  perso se non la si smette di cercare. Devi avere solo un po' di pazienza e vedrai che tutto si risolverà >
Thommas guardò verso la mia direzione.
<c'era  una persona quel giorno mamma...  Io sarei morto se  non fosse stata per qualcuno che mi stretto. 
Mi ha trattenuto per non andare a finire addosso al treno. >
Il mio corpo si inrigidi. Lo sapeva
Lo sapeva e adesso. 
Ho fatto proprio quello che  mi aveva non detto di non fare.
Lui continuò.
< ma non riesco a capire chi sia o dove sia andato. >
Okay meno male non sa che sono io, almeno questo.
<mi ha dato una vita in più e io la vivrò per tutte quelle persone che amavo,e che ho ucciso>

Pioveva..
Cosa strana per me piccole gocce d'acqua che ti scivolano lungo il viso...
É una strana sensazione camminare sotto la piggia.
Ma nonostante una giornata fredda e triste, Thommas camminava   con il viso diretto verso il cielo, incastrate fra le sue lunghe ciglia c'erano alcune gocce di pioggia, quando pioveva diceva alla mamma che sarebbe andato a fare una passegiata perché la pioggia lo aiutava a ragionare ed a pensare sul daffarsi, ma  in realta usciva  per fare in modo che le sue lacrime si confondessero  con la pioggia.
E io questo l'ho capito subito.
Perché in casa non faceva che ridere per fare contenti i genitori.
E si sa dietro ogni sorriso si nasconde la voglia di urlare al mondo di farsi gli affari suoi e di lasciarci in pace.
Erano passate poche settima dal funerale.
E quando stava in camera sua fissava il buio come se fosse diventato il suo migliore amico.
A scuola non parla quasi mai .
E ora il suo rifugio dalla tempesta da tutto cio che non riusciva a sopportare era un parco giochi.
Precisamente una panchina sotto un belissimo albero dalle foglie a forma di cuore e di un verde smeraldino.
Si sedeva e pensava.
Pensava al cugino.
Pensava alla bellezza della bambina che rideva ad ogni " brava" della mamma.
  Contava  quante persone passavano e non si accorgevano di quanta bellezza   ci sta nell'osservare un albero che con tutte le sue forse voleva arrivare a toccare il cielo.
Ma questo lo potevano pensare solo in pochi.
Una bambina stava seduta  a dondolare sull'altalena, stava piangendo e sentí dentro di me tutto il dolore che lei stava provando.
Rabbia, paura, tristezza, coraggio, sfida, iniziativa, ma tutto ciò era bloccato dalla... Morte.
Morte di un padre che l'aveva amata come nessuno l'ha mai amata.
E sentivo il dolore della sua anima...
Un cuore lacerato che ormai aveva smesso di sperare in ogni cosa.
E poi però ho visto, li nel suo proffondo il bisogno di essere salvata, la speranza che qualcuno la raccogliesse e la ricomponesse..
Guardai nella direzione di thommas..era combattuto se alzare e dare il suo aiuto o stare li a guardare...si tocco il suo cuore  sentii dolore.
Si fece coraggio e ando verso la bambina
" ciao sono thommas... Come ti chiami?"
"Non ho bisogno del tuo aiuto sai"
Era gia matura... Il dolore l'ha fatta crescere piú del dovuto.
"Si invece che ne hai bignogno.... Io ho sentito il tuo dolore,sai, ho sentiro l'urlo muto della tua anima, il disperato bisogno di volerti liberare dalle tenebre che ti voglio uccidere, ma tu non hai piú le forze... E ti dici costantemente che che vuoi uscirne fuori che te ne vuoi liberare, ma hai paura hai paura di poter dimenticare quello che é stato... E ti chiede ogni minuto della tua miserabile esistenza se tutto questo abbia un senso, se tutto questo prima o poi finira...ma tu non lo sai perché ormai della tua vita non importa niente. "

Nelle Tue Ali Where stories live. Discover now