"Non sapevo di essere nel tuo portfoli—"

Urlai, girando la testa e riconoscendo Harry sdraiato sul mio letto con un lecca lecca in bocca. Girò la sua testa verso di me quando urlai, il mio portfolio aperto tra le sue mani.

Strinsi l'asciugamano attorno al petto, il mio respiro rimase bloccato nei polmoni quando ancora una volta qualcuno era nella mia camera.

"Cristo hai gli ultrasuoni." Si massaggiò le orecchie.

Stavo respirando pesantemente, cercando di calmarmi ma non riuscivo a credere che fosse sdraiato nella mia stanza.
Ero stata presa di sprovvista essendo solo in un'asciugamano.
La vulnerabilità della situazione mi aveva resa ancora più nervosa, non riuscivo a respirare.

"Cosa stai—" non riuscivo a finire le mie frasi per via del mancato respiro.
"Cos—"

Avevo bisogno del mio inalatore.

Camminai verso la mia valigia stringendo l'asciugamano, mi abbassai stando attenta a non esporre nessuna parte del mio corpo nudo.

Frugai tra le mie cose con una mano, l'altra occupata a stringere l'asciugamano. Afferrai il mio inalatore di plastica, lo stappai e lo portai alla bocca, spruzzando l'aria chimica nella mia bocca e giù per la mia gola.

Nel momento in cui presi l'aria fresca rimisi il tappo e lo lanciai nella valigia, girandomi verso di lui.

"Cosa ci fai qui!" Finalmente ebbi le parole per parlare.

"Hai l'asma?" Disse con il mio portfolio ancora aperto, parlando attraverso il lecca lecca.

"Come sei entrato nella mia stanza?"

"La tua donna delle pulizie era qui con la porta aperta, quindi sono entrato." Aggrottò le sopracciglia come se stessi facendo una domanda stupida.

"Perché sei qui? Ti ho detto che sarei venuta da te dopo essermi lavata e vestita." Non riuscivo a non essere incazzata, non aveva idea di cosa fosse la privacy.

"Ci stavi mettendo troppo." Scosse la testa come se fossi io ad essere in torto.

"Bene, puoi andartene per favore?"

Guardò di nuovo il portfolio, la schiena contro la testiera del letto e le gambe estese e incrociate l'una sull'altra.

"Sono nel tuo portfolio." Lo girò per mostrare la foto. Lo avevo tra le mie foto. Era la foto che gli avevo scattato due anni prima al concerto con Marissa.

Mi avvicinai al letto e lo strappai dalle sue mani.

"Avevo intenzione di toglierti." Mormorai, lanciando il portfolio sulla mia valigia. Non avevo nemmeno idea di come avesse fatto a trovarlo e da dove lo avesse preso.

"Sei esuberante oggi." Potevo sentire il ghigno sulle sue labbra.

"Mi sono svegliata ammanettata al letto." Afferrai dei vestiti a caso dalla mia valigia, avendo bisogno di coprirmi il più velocemente possibile in modo da non essere nuda nelle sue vicinanze.

"La scatola delle tue pillole anticoncezionali dice che il cambio di umore può essere un effetto collaterale." Mormorò.

Mi girai di colpo e lo vidi nello stesso posto ma con la confezione delle mie pillole tra le mani, letteralmente leggendo le indicazioni come se fossero affari suoi.

Camminai di nuovo verso di lui e glielo strappai dalla mani, stringendo fermamente l'asciugamano. Avevo dimenticato di averle lasciate sul mio comodino.

Mi sorrise, sapendo di avermi infastidita quando le strappai dalle sue mani.

"Hai persino saltato la pillola di Sabato." Puntualizzò, succhiando il suo lecca lecca con sfacciataggine.

Duplicity •Traduzione•Where stories live. Discover now