𝕋𝕒𝕝𝕜 𝔽𝕒𝕤𝕥

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"Jen l'aula è qua, siamo arrivati a destinazione" mi urla Demetri dopo che avevo continuato a camminare fino alla segreteria, strillo che sto arrivando e mi scuso.
Lui mi osserva e si ferma di fronte alla porta lignea color ardesia.
In caso ve lo chiediate, sì, mentre gridavamo tutti si sono girati a guardarci.
Corro verso il ragazzo che mi sta aspettando mentre si sistema il colletto storto della camicia, o almeno tenta di farlo.
"Faccio io" affermo una volta arrivata dinanzi a lui, alzo gli occhi al cielo e glielo aggiusto immediatamente. Entriamo in classe prima del suono della campanella mentre il corvino mi ringrazia, "grazie a te per non avermi fatto girovagare per tutta la scuola in cerca dell'aula di letteratura" rispondo sorridente.

"Sono un buon samaritano e tu un caso disperato, che ci vuoi fare" afferma ghignando.

Eli e Miguel sono già seduti ai loro posti, in due banchi differenti l'uno di fronte a l'altro. Decido di dirigermi accanto al ragazzo olivastro considerando il suo perenne sguardo su di me come un invito silenzioso a sedermi vicino a lui.

"Certo che parli tanto eh" esclama Demetri rivolgendosi a me. Il ragazzo gira il busto verso di noi imitando Eli che aveva direttamente girato la sedia per conversare meglio con me e il mio compagno di banco.
"Da che pulpito, anche tu parli moltissimo" dico incrociando le braccia al petto e guardandolo nei suoi occhi marroni? Verdi? Non ho ancora capito quale sia il colore delle sue iridi.

"Potreste essere fratelli" afferma Eli dando una gomitata al suo fratello binario. "Qualcuno di voi è stato adottato?" Miguel appoggia l'amico ridacchiando.
Il ragazzo che aveva precedentemente parlato afferra il suo inalatore dalla tasca dei jeans e lo posiziona alla bocca celermente.

"Se devo essere sincero, non vorrei mai essere tuo fratello. Immagina che fastidio che daresti se abitassimo insieme" risponde Demetri giocherellando con il tappo color cipria della sua bottiglietta di plastica piena d'acqua per poco meno della metà. Successivamente la lancia prontamente in alto e allunga un braccio convinto di poterla acchiappare con una sola mano, come previsto fallisce e la bottiglia cade rovinosamente sul pavimento.

Il colpo fa aprire il recipiente che rapidamente si svuota creando una piccola pozza trasparente sul tratto di pavimento che si trova tra i nostri due banchi.
"Tu allagheresti la casa fratellino" commento frugando tra le tasche della mia giacca appoggiata allo schienale blu della seduta. Una volta tirato fuori il pacchetto che si trovava sul fondo del taschino colmo di aggeggi, afferro velocemente uno dei tanti candidi fazzoletti che vi si trovano all'interno.
Dopo aver posato il pacco verde scuro accanto all'astuccio, mi abbasso per tentare di rimediare al danno provocato da Demetri.

"Me ne potresti passare un altro Miguel?" chiedo colpendogli più volte la coscia coperta dai jeans con il pugno destro. Il ragazzo mi raggiunge sotto al banco e si inginocchia iniziando a pulire per terra assieme a me.
"Grazie"
"Non ti azzardare a ringraziarmi, quell'idiota di Demetri dovrebbe spaccarsi la schiena per pulire" afferma Miguel senza alzare lo sguardo.
"Farò finta di non averti sentito" grida il ragazzo calando il capo verso di noi e facendoci l'occhiolino.

"Guarda che non lo sto facendo mica per lui, a fine lezione sarei sicuramente scivolata rischiando di rompermi il femore" rido recuperando un ulteriore fazzoletto di carta mentre osservo il pavimento sudicio, che schifo.

"Lascia, faccio io" si offre Miguel stringendomi la mano con la quale stavo strofinando sulle mattonelle costringendomi a terminare il mio operato.

"Manca pochissimo, non ti preoccupare" lo liquido concentrata sui suoi profondi e vivaci occhi color nocciola con l'intenzione di finire ciò che avevo iniziato.

Miguel mi guarda, le sue espressive iridi color cioccolato vagano per il mio volto. Lentamente il suo viso ovale e delicato si avvicina al mio, riesco a vedere bene il suo naso, il quale dona alla sua figura un portamento contrassegnato da una grande eleganza, le sue lunghe ciglia colme di grazia e le sue labbra rosee e carnose sempre meno distanti da me.
Il suo sguardo si abbassa per un attimo sulle mie labbra schiuse per la confusione e, in men che non si dica, si alza andando a scrutare la mia fronte.
"Hai-" sussurra interrompendosi improvvisamente continuando a fissarmi negli occhi.
Voglio parlare ma cosa potrei dire? Inoltre non penso di essere capace di formulare una frase sensata in questo momento.

Miguel è troppo vicino... Non riesco a parlare perché mi mette ansia, ecco.

"Hai un-" un problema mentale, ne sono consapevole Miguel.
Persiste nel fissarmi gli occhi, poi osserva le mie labbra e si tuffa nuovamente nei miei occhi.
"Hai una ciocca di capelli fuori posto" afferma finalmente Miguel allontanandosi da me mentre ricomincio a respirare. Immediatamente si avvicina nuovamente al mio viso tentennando, questa volta l'insicurezza, l'esitazione e il dubbio dominano il suo sguardo. In poco tempo le dita dello studente si avvicinano alla mia guancia ancora abbronzata e sistemano i miei capelli dietro all'orecchio sinistro.

"Interrompo qualcosa?" domanda Demetri all'improvviso facendomi quasi venire un colpo.

"No, assolutamente no" dice il ragazzo mentre mi distanzio da lui.

"Qualcosa cosa? Sai, sei davvero divertente Demetri, forse siamo davvero imparentati" mormoro elevandomi per andarmi nuovamente a sedere; continuo a ridacchiare come un'idiota mentre mi accomodo sullo schienale.
"Finisci tu di asciugare il pavimento, vero?" domando rivolgendomi a Miguel che si trovava nella medesima posizione dall'intervento di Demetri, guardandolo bene sembrava addirittura pietrificato.

"Certo Jen" mi risponde fissando il vuoto, osservava attentamente l'area nella quale mi trovavo io poco prima come se avesse visto un fantasma.

"Ti serve l'inalatore di nuovo?" chiede Eli premuroso abbassando il volto.

"No, grazie" enuncia Miguel agitando la testa, subito dopo ricomincia ad asciugare il pavimento.

𝘍𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘺 𝘺𝘰𝘶 𝘤𝘩𝘰𝘰𝘴𝘦//𝐶𝑂𝐵𝑅𝐴 𝐾𝐴𝐼Where stories live. Discover now