Ricordi del primo incontro

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Premessa: molte cose che sono e che verranno scritte NON saranno messe in ordine cronologico, spiegarlo è difficile, ma se continuerete a leggere la storia sarà più chiaro per comprendere il concetto. 😂

Ciao a tutti, e benvenuti all'inizio di questa storia.
Per me scrivere questa fanfiction è una sfida personale, è la prima volta che scrivo di due donne non conoscendone così bene i dettagli, al contrario di altre fanfiction che ho scritto scritte in precedenza. Spero che la storia vi piaccia.

MARIA

"Ma come diavolo fai a non rendertene conto?" mi domando mentre ti guardo ridere. "Stai fingendo di non capire o davvero non lo comprendi?". Ormai è così chiaro, tutti lo hanno capito: Rudy, Gerry, Teo, persino il pubblico. Ti sto guardando ridere mentre sei seduta su quella poltrona, e la mia mente si assenta, per risalire a dei ricordi. Di te e di noi. Mi soffermo su un ricordo in particolare: il nostro primo incontro. Ormai saranno passati circa 15 anni, eppure è ancora vivido nella memoria.
Eravamo a "c'è posta per te", nel lontano 2005, ho sorriso durante la consegna della posta, eri così imbarazzata e così timida. Quando entrasti in studio ti sorrisi, e mi avvicinai stringendoti la mano per salutarti. Eri così bella nel tuo vestito nero, inizialmente non ci feci molto caso al perché, ma mi sarei fermata ore a parlarti. Mi feci ridere fin da subito, la tua energia in quel momento mi colpì nell'anima. Passarono i minuti, e scoprii che anche tu avevi il mio stesso tic: accompagnavi la tua risata nervosa mettendoti la punta del pollice tra i denti. Finito l'incontro, ti salutai, dandoti due baci sulle guance, erano calde e ho sentito il tuo profumo, era dolce, come te. Dopo che te ne andasti dietro le quinte, sperai che la registrazione finisse il prima possibile. Avevo il desiderio di conoscerti meglio, di parlarti, e di sentire di nuovo il tuo profumo. Ti ho sempre ammirata come attrice e successivamente anche come persona.
Alla fine della registrazione ti raggiunsi dietro le quinte, nel tuo camerino. Tuttavia, quando arrivai davanti alla porta, me ne pentii.
"che le dico?" mi chiesi.
Indugiai, presi coraggio, respirai a fondo, e finalmente bussai.
"È fatta" mi dissi.
Quando hai aperto la porta un sorriso spontaneo apparve sul mio volto.
"Sei stata molto brava in puntata, ti volevo ringraziare per aver partecipato, mi ha fatto piacere incontrarti" ti dissi, sperando di nascondere il mio tono emozionato. Facevo sempre la parte della disinvolta con le persone, ma con te non ci riuscii. Ricambiasti il sorriso e mi dissi con accento romano:
"grazie a voi e a tutto il lavoro che fate, ma senza quel signore non sarei mai venuta fin qui, non è roba pe' me. È stata la prima volta che prendo parte ad un programma, senza sapere quello che succede, ero molto emozionata ma mi sono divertita, e poi finalmente ho potuto conoscerti, è stato un onore per me". "Anche per me lo è stato" ti dissi, e aggiunsi, senza pensarci troppo:
"ti andrebbe di andare a prendere un caffè? Conosco un bar carino in periferia"
"certo me farebbe piacere" mi rispondesti.
Andai nel mio camerino e mi cambiai. Indossai una maglietta bianca e un paio di jeans neri e ovviamente le scarpe da ginnastica. Odiavo i tacchi, mi facevano le vesciche. Mentre ora, mi costringo a metterle. Uscita dal camerino ti raggiunsi. Eri seduta su un divanetto rosso in corridoio. Notai che non ti eri cambiata, ma non te lo feci notare. "Pronta?" mi chiedesti.
Ed io ti feci segno con la testa. Presi il mio cellulare e mandai un messaggio.
Raggiungemmo il parcheggio. Ad aspettarci c'erano tre body-guard. Uno sarebbe salito in macchina con me, e gli altri due ci avrebbero seguito con un'altra macchina.
Raggiungemmo il bar.
Era un bar con le altalene all'interno, mi piaceva molto quell'ambiente era simpatico ed accogliente. Una guardia del corpo entrò con noi, ma si sedette lontano dal nostro tavolo, ma fece in modo che ci potesse osservare.
Passammo la giornata a parlare del più e del meno, ma senza scendere troppo nel dettaglio. Purtroppo la giornata venne a termine, e dovemmo salutarci. Fuori dal locale, mi consegnasti un foglietto diventando rossa, mi dicesti:
"questo è il mio numero, spero che lo userai" mi hai detto timidamente.
"Lo farò" ti dissi semplicemente sorridendoti.
Ci salutammo.
In macchina il mio sguardo passava dalla strada, allo specchietto retrovisore fino a posarsi sulla borsa dove avevo il tuo biglietto. Mi domandai:
"quando lo userò?".

Una voce mi fa tornare alla realtà:
"okay, siamo di nuovo in onda".
La puntata riprese tranquilla.

Fino a quando....

La nostra storiaWhere stories live. Discover now