❝ 𝐫𝐞𝐦𝐞𝐦𝐛𝐞𝐫 𝐭𝐨 𝐥𝐢𝐯𝐞

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In lontananza scorse la cima del ripido scoglio che aveva scalato con molta fatica. Si avvicinò zoppicante e a corto di fiato al limitare del precipizio, sporgendosi cautamente ad osservare ciò che si stagliava sotto diversi metri da dove si trovava lui. I suoi occhi luccicarono impercettibilmente alla vista delle onde color pece che si scuotevano agitate e sbattevano furiosamente contro le rocce. Gli strinse il cuore: era quella la sua agognata meta.

C'erano momenti, quando si sentiva sopraffatto dall'odio e dalle ingiustizie, che voleva essere potente e impavido come quella vasta distesa d'acqua.

Il satellite perlaceo seguì la sua sfiancante corsa sin dal principio e dall'alto della sua posizione pareva giudicarlo con i suoi grandi occhi nascosti dall'oscurità della notte, perché vedere un giovane cantante di nota fama correre a perdifiato sotto la sua tonda sagoma non era certo una cosa a cui si assisteva tutti i giorni.

L'irritante ticchettio proveniente dal piangente cielo tetro tamburellava fastidiosamente sulla sua nuca e non aveva alcuna intenzione di fermarsi nel giro di pochi istanti.

Quando le sue semplici scarpe calciarono alcuni sassolini erroneamente, facendoli cadere al di sotto e sprofondare nelle profonde acque nere, sospirò leggermente. Con ancora quell'opprimente peso sul cuore, si piegò sulle ginocchia e cominciò a slegare i lacci consumati delle calzature. Le sue esili dita si destreggiavano delicatamente con le due strisce di tessuto, districandone con calma i nodi.

Mentre i suoi piedi nudi venivano a contatto con il terriccio umido, luccicante grazie alla luce naturale del cielo che lo sovrastava, i suoi tristi occhi si posarono sull'ampia superficie d'acqua che si dimenava a diversi metri sotto di lui.

Gli era sempre piaciuto il mare. Sin da bambino esso lo aveva intrigato. Adorava vedere come una cosa potesse essere sia calma, bellissima ed infinita, e allo stesso tempo feroce, crudele e maestosa.

In quel momento si ricordò quando sua sorella Sodam, poco tempo prima, gli stette vicino durante la sua ennesima ricaduta e, mentre lui si era assopito sul letto di camera sua, lei gli sussurrò memorabili parole che arrivarono ovattate alle orecchie del fratello.

«Quando arrivano i tempi difficili, hai davvero solo due opzioni: puoi combattere le onde o puoi cavalcarle. Puoi spendere tutte le tue energie desiderando che le cose siano diverse e desiderando che le situazioni e le persone cambino. Puoi trascorrere il tuo tempo prezioso combattendo contro la realtà e tutto ciò che è— oppure puoi lasciarti andare e cavalcare le onde. Puoi accettare che la vita te le offra. Alcune saranno senza dubbio meravigliose, ma altre saranno incredibilmente toste. Fratellino, spero tanto che tu possa imparare a cavalcare le tue maestose onde.»

Ormai le lacrime gli percorrevano incessanti il profilo affilato del volto, lasciandosi dietro gelate scie a causa dell'inoltrato inverno. Il suo naso era arrossato e fu costretto ad aspirare forte a causa della goccia pronta a cadergli dalla narice destra. Si strofinò le fredde mani tra di loro, in un invano tentativo di procurarsi del calore da sé, mentre inclinò leggermente il suo viso all'insù, serrando gli occhi e socchiudendo le sottili labbra.

Poco prima di scappare dalla sua abitazione, aveva scritto un messaggio frettoloso alla persona più importante della sua vita, colei che sempre lo aveva supportato in momenti difficili e che gli aveva spesso offerto una spalla su cui piangere.

I messaggi che scrisse a sua sorella risultavano abbastanza enigmatici, ma aveva bisogno di farglielo sapere, di farle intuire la sua prossima e folle mossa. Nel lungo tragitto che lo separava dal suo appartamento alla rupe aveva sempre tenuto stretto il telefono tra le dita infreddolite e, attraverso le lacrime che gli offuscavano la vista, le scrisse a spezzoni il suo addio a quel mondo crudele.

𝐁𝐋𝐀𝐂𝐊 𝐖𝐀𝐕𝐄𝐒Where stories live. Discover now