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Il fatidico venerdì è arrivato così in fretta, come un battito di ciglia, che Eren non se ne era nemmeno accorto. Mikasa gliela ricordato a colazione, troppo eccitata per trattenersi.

Nei due giorni di attesa lui e Armin si sono scambiati qualche messaggio, ma nulla di importante o lungo.

Invece sul gruppo della band ogni ora c'era un nuovo messaggio:l'argomento principale erano le prove e da quello che ha capito, Armin per poco non si accampava a teatro sfinito.

Eren con la parola 'sorprendimi', non intendeva 'prova in continuazione fino a quando non svieni'. Gli ha scritto preoccupato, ricordandogli di mangiare, idratarsi e riposarsi. Armin ha risposto con un suo selfie che lo ritraeva seduto sul divano di casa, un panino in bocca e i capelli legati in uno chignon fatto male. E grazie a ciò Eren ha notato i piercing sul suo orecchio.

Il locale Ackerman quel giorno è semplicemente perfetto:Mikasa maniaca della precisione quanto lo zio Levi, ha pensato ad ogni angolo e centimetro.

Ha allestito personalmente il piccolo palcoscenico, per separare pubblico e band. Ha aggiunto dei tavolini per chi ordina solo da bere. Ha realizzato un cartellone all'esterno del locale, per annunciare la novità ai curiosi. Ha persino aggiunto un quadro d'arte contemporanea che dovrebbe rappresentare una band che suona.

Aveva pensato addirittura di aggiungere dei bodyguard, ma lo zio ha rifiutato l'idea:sarebbe solo altro spreco di soldi per una serata di prova.

Per i clienti la serata sarebbe iniziata alle 20, ma alle 19 la band è già lì, ben vestiti a trasportare i propri strumenti.

Un vantaggio per Armin era non dover faticare o sprecare energie per il peso di uno strumento. Uno svantaggio era dover mettere a riposo la voce per non rischiare di perderla, dopo due giorni intensi di prova.

Per tutta la giornata ha comunicato il minimo indispensabile, per non sforzarsi ulteriormente.

Mentre gli altri si organizzano per i preparativi, lui vaga per il locale aspettando l'arrivo di Eren. Quando ne è stufo si posiziona davanti al bancone, prendendo il cellulare e pensando a cosa scrivere ad Eren.

"tu sei Armin giusto?" chiede una voce femminile alle sue spalle, che stranamente riconosce. Si gira trovando la migliore amica di Eren sorriderle in modo dolce.

"sì, sono io" dice e si rende conto di non sapere nemmeno il suo nome. Dovrebbe scusarsi, chissà se si è lamentata di lui con Eren.

"io sono Mikasa, non so se ti ricordi di me" dichiara Mikasa porgendo, di nuovo, la mano per presentarsi a dovere. Armin la stringe subito e annuisce.

"certo che mi ricordo...anzi scusa per l'altra volta, ero nervoso per la sorpresa ad Eren e-" tenta di giustificarsi imbarazzato, parlando più del dovuto. Ma Mikasa lo interrompe.

"l'avevo capito, non ti preoccupare. Inoltre Eren mi ha parlato bene di te" dichiara Mikasa guardando Armin arrossire e mordersi il labbro. Gli poggia una mano sulla spalla e sorride.

"puoi ordinare tutti i cocktail che vuoi per stasera, offre la casa! Eren arriverà alle 20 precise, stava finendo di studiare" spiega rassicurandolo. Armin annuisce e la ringrazia, pensando che sia inutile scrivergli e disturbare il suo studio.

"hey, offri qualcosa al cantante" ordina Mikasa ad un ragazzo dietro al bancone, che annuisce e prende la prima bottiglia che trova sotto il naso.

"no, grazie. Io non pos-" borbotta Armin a disagio quando si tratta di alcol. Ma non vuole essere scortese, non con la migliore amica di Eren. Quest'ultima lo invita a divertirsi e va via. Il ragazzo posiziona sul bancone un bicchiere mezzo pieno di birra e Armin lo fissa senza dire una parola.

Lo guarda come se la scelta di berlo o no, ne dipendesse la sua stessa vita. Deglutisce pensando che in fondo è una piccola quantità, non può fargli del male e allunga la mano per prendere il bicchiere.

Ma quando nota che sta tremando ricorda che anche in passato era sempre e solo una 'piccola quantità'...e nel giro di poche ore era in un vicolo buio a vomitare, da solo.

Possibile che una semplice bevanda abbia così tanto potere su di lui? Ne è così dipendente che a stento riesce a trattenersi.

Inoltre è da un mese sobrio, è un piccolo traguardo che ha raggiunto con grandi difficoltà. Vuole davvero buttare tutto all'aria per qualcosa che si può evitare facilmente? E se bevesse sarebbe in grado di cantare davanti ad Eren? E se non bevesse ne sarebbe in grado lo stesso? Non sarà colto dall'ansia da palcoscenico? Forse una goccia per allentare la tensione non è così male.

Tuttavia la sua mano trema ancora, rifiutandosi di reggere quel dannato bicchiere. In suo soccorso arriva un'altra mano, che prende il bicchiere e lo riporta alla realtà.

"il tuo sponsor verrà?" chiede Jean sorseggiando la sua bevanda. Armin non ha bisogno di distrazioni o tentazioni dopo appena un mese. Quest'ultimo sussulta alzando lo sguardo sull'amico, nasconde velocemente la mano dalla vergogna.

"non gliene ho parlato, non mi fido ancora" borbotta Armin infilando il cellulare nella tasca dei pantaloni. Nonostante la disponibilità e la gentilezza del suo sponsor, non gli va ancora a genio essere controllato da uno sconosciuto:e se avesse brutte intenzioni? E se volesse solo usarlo?

Pensa che dovrebbe prima conoscerlo per affidarsi a lui, ma si contraddice da solo liquidando ogni forma di conversazione che l'adulto tenta di intrattenere con lui.

"non ti fidi di lui, ma ti fidi di Eren che conosci da quattro giorni" ribatte Jean trattenendo una risata. Pensa che Armin per essere una persona sveglia, a volte fa discorsi incoerenti.

"è diverso, io e Eren siamo coetanei!" esclama Armin giustificandosi, non sa che è arrossito e questo intenerisce Jean. Si limita ad annuire e finire di bere la bevanda.

"lo vuoi un consiglio?" chiede Jean retorico, posando il bicchiere vuoto sul banco che Armin involontariamente guarda.

"no" risponde con aria seccata, ma Jean si aspettava già una risposta negativa.

"oggettivamente parlando:la serata offre drink gratis ai membri della band e nessun alcolista si farebbe scappare un'occasione del genere. Quindi chiama il tuo sponsor, lo inviti alla serata e non rischi una ricaduta" spiega Jean pensando che non può controllare Armin per tutta la serata e non dovrebbe nemmeno farlo. Ma ha bisogno di qualcuno con maggiore esperienza che lo freni quando è sull'orlo della tentazione. Togliergli sempre il bicchiere da sotto il naso non è un metodo efficace.

"è tardi per invitarlo" ribatte Armin trovando una scusa, non è nemmeno sicuro di avere ancora il suo numero di telefono.

"rischieresti di rovinare la tua prima esibizione solo perché odi chiedere aiuto" ribatte in tono severo, cercando di fargli capire che ora ha dei limiti che non deve oltrepassare se non vuole rovinarsi da solo la vita.

"non sai niente!" esclama Armin stringendo i pugni irritato, comportandosi in modo infantile perché non è in grado di superare il passato e affrontare a petto nudo la realtà.

"ti stai impegnando così tanto, ma potresti cedere da un momento all'altro perché non sai gestire il dolore pas-" ribatte Jean che non lo dice per fargli una ramanzina o incomparlo, ma pensa di dover essere sincero con lui. Armin lo interrompe, stufo di essere esposto così.

"smettila!" esclama tentando di spintonarlo, ma la differenza di altezza glielo impedisce e finisce per stringergli la felpa rossa. L'attenzione dei pochi presenti in sala si sposta sui due e Armin vorrebbe solo sparire dalla vergogna.

Tenta di fare un respiro profondo e pensare in maniera lucida.

"perché non provi a mangiare qualcosa piuttosto? Hai bisogno di energie" propone Jean che teme di essere stato troppo duro. Armin si concentra sul proprio respiro, come gli ha insegnato Historia, e caccia dalla mente pensieri di troppo.

"puoi chiamarlo tu?" chiede Armin in un sussurro e Jean capisce che si riferisce al suo sponsor.

"certo" dice accennando un sorriso, contento che con un passo alla volta stia accettando il loro aiuto.

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