64. Fanculo chi dice che avere un atleta come ragazzo non abbia vantaggi

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"Guarda me, Addison, guarda me." Mi sollecita lui e con lentezza faccio salire il mio sguardo dai miei piedi lungo tutta la sua figura, fino ad arrivare al volto.
I suoi occhi verdi così familiari ma allo stesso tempo così profondi, gli zigomi alti e apparentemente scolpiti e ovviamente le sue labbra carnose, per nulla screpolate e dal colore rosso vivo.
"Ti amo." Non riesco a fermarmi dal dire, mentre rivedo in lui tutto ciò che non pensavo di desiderare e che invece mi ha completamente migliorato la vita.
"Ti amo anche io." Sussurra lui sorridendo apertamente e facendomi sospirare.
"Comunque non sei scarsa." Asserisce dopo poco facendomi confondere.
"In che senso?" Domando confusa.
Mi fa un cenno verso le mie spalle e quando mi giro quasi strillo.
"Logan."
"Addison." Mi copia ridacchiando.
Mentre ero impegnata a perdermi in lui, Logan ha iniziato a pattinare tenendomi per la vita e facendomi scivolare tranquillamente sul ghiaccio.
Ora che ne sono consapevole, però, il panico dilania in me e mi osservo di nuovo i piedi, distraendomi dall'aggrapparmi a lui.
Non so bene cosa succeda dopo, so solo che provando a mettere un pattino sulla punta per arpionarci e fermarci, ci ritroviamo sdraiati per terra, con le spalle di logan contro il ghiaccio e con il mio corpo sopra il suo.
Ansimo mentre lui scoppia a ridere.
"Come non detto, sei davvero scarsa." Esclama prima di scoppiare a ridere e lasciarmi interdetta.
Rimango bloccata per qualche secondo, verificando di avere tutti gli arti al posto giusto e poi lo fulmino con lo sguardo.
"Potevi ucciderci." Lo accuso aumentando le sue risate.
"Piccola, stiamo solo pattinando, al massimo ci faremo qualche livido." Mi dice dopo un po', accompagnando alle sue parole un sorriso dolce.

Provo a farmi forza sulle braccia per spostarmi da lui ma quando mi trovo con le ginocchia sul ghiaccio capisco di non sapere come alzarmi.
Logan, invece, impiega dieci secondi netti a rimettersi in piedi e ad apparire irraggiungibile dalla mia posizione.
"Rialzarsi è la parte più divertente del gioco, ti insegno." Esclama poi.
"Mettiti in ginocchio con i palmi aperti sul ghiaccio, alza il piede destro arpionando la punta alla pista e poi spingi con forza sulle braccia." Spiega, mentre io eseguo passo per passo i suoi comandi, fino a trovarmi pericolosamente tremolante ma in piedi.
"Ce l'ho fatta." Dico sorridendo e lui ricambia il mio sorriso annuendo.
"Adesso riproviamo a fare un giro della pista insieme, va bene?" Domanda.
"Si, però tu reggimi." Lo prego,  ottenendo una risata da parte sua.
Intreccia le nostre dita congelate per via del ghiaccio e gli lascia un dolce bacio che mi fa rabbrividire.
"Ma certo, ora andiamo." Replica, iniziando a tirarmi verso il centro della pista.

Se non fosse per il mio equilibrio inesistente la situazione sarebbe quasi romantica. Quasi.
Il fatto che Logan sui pattini appaia come un angelo, con il freddo che gli colora le guance, gli occhi che appaiono più chiari che mai, e le labbra spesso dischiuse per la concentrazione, mi mette ancora più in crisi. Fortunatamente però dopo qualche giro riesco a sciogliermi e inizia a procedere tutto bene.

Non so quanto tempo sia passato quando Alex e Jake escono dagli spogliatoi e ci raggiungono con due evidenti sorrisi.
"Tutto bene?" Chiede Logan, fermandosi al bordo pista e aiutando anche me.
"Benissimo, ma io dovrei tornare a casa, stasera avevo promesso ai miei genitori che avremmo cenato tutti insieme." Risponde Alex.
"Tra un po' andiamo via anche noi, il tempo di rimettere al loro posto i pattini e chiudere tutto." Gli dice Logan circondandomi di nuovo la vita.
"Abbiamo finito?" Domando a Logan in tono più dispiaciuto di quello che effettivamente dovrei avere visto il mio lamentarmi continuamente di quest'idea.
"Iniziavi a divertirti?" Mi incalza lui, ottenendo da me solo un veloce scuotimento di testa, nonostante un sorriso evidente mi compaia sulle labbra.
Distolgo lo sguardo da Logan per salutare Alex e Jake con un abbraccio a bordo pista prima che escano dalla palestra.

"Usciamo?" Mi domanda Logan distogliendo la mia attenzione dalla porta.
"Va bene, alla fine mi sono divertita però, grazie." Ammetto dopo essermi voltata verso di lui, un po' in imbarazzo.
"Ne ero sicuro, da quando ero piccolissimo pattino ogni qualvolta che sento il bisogno di non pensare." Racconta, facendomi sentire grata per il fatto che man mano che il tempo passa si senta sempre più a suo agio a parlarmi di sè.

Ogni secondoWhere stories live. Discover now