Sushi e mazzi di rose.

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Alla fine Charles è entrato, portandomi le medicine. Come faceva a saperlo? Beh mia madre é una chiacchierona e guarda caso era a casa Leclerc quando ho chiamato, e il pilota era appena rientrato da Barcellona per salutare la madre prima di tornare in Italia. Le mie solite fortune.
"Le persone ammalate di solito mangiano un brodino non 3 kili di sushi" nota il mio (ex) amico e io ne approfitto per scagliare una freccia delle mie.
"Gli amici di solito non pronunciano certe frasi, si vede che qui a Monaco funziona diversamente"
"Touché" mi risponde lui, abbassando lo sguardo.

Sono ancora sul divano avvolta in 3 coperte, Charles invece mi sta sistemando il tavolino dove prima era appoggiato il mio cibo. In maniche corte. Con i muscoli in bella vista.
Di sicuro sto delirando per la febbre, non lo penserei veramente dopo ciò che mi ha detto.
"Se vuoi puoi mangiarlo il sushi avanzato, io lo butterei via.."
"Finalmente me lo hai detto, ci stavo sbavando su da quando sono arrivato"
Effettivamente gliel'ho detto perché so quanto gli piace, non lo avrei buttato sul serio. Si lo so che sono incoerente e che ho detto che non lo avrei mai perdonato, ma quando si tratta di lui io mi trasformo, non so stare arrabbiata.
"Non mangiare quello cominciato, non vorrei che ti ammalassi.. Mattia già mi odierà per tutto il casino, ci manca solo che faccia ammalare il suo pilota prima del mondiale"
"Mattia non ti odia, ci ho pensato io a parlare con lui" mi dice Charles mentre si sta strafogando di sushi, mentre io lo guardo come se fosse la cosa più bella del mondo. Ed effettivamente per me lo é, peccato sia una testa di cazzo.

"Tieni, Tachipirina e vitamina C" mi dice il mio connazionale, porgendoti un bicchiere di acqua con le pillole. "Devi prenderle ogni 6-8 ore finché non ti scende la febbre"
"Lo so papà grazie" gli dico, stiamo conversando come se non fosse successo nulla ma dobbiamo per forza parlare di ciò che è successo. Magari non con la febbre a 39.
"Dovresti andare a casa, non voglio che ti ammali"
"Tranquilla mamma, ho già fatto l'influenza quest'anno e poi la tua é una Charlite acuta, non é influenza vera" mi risponde lui, facendomi arrossire leggermente.
"No, si chiama mal di stupidità allora" gli rispondo a tono io.
"Senti Sophie.. mi dispiace per tutto... io non ho più capito nulla quando..."
"Ne riparleremo Charlie, adesso non sono in grado di affrontare una conversazione"
Il pilota fa un sorriso bellissimo in mia direzione "Charlie... era una vita che non mi chiamavi così.."

Sono accoccolata a pisolare sul suo petto mentre lui si sta guardando la tv e mi accarezza i capelli. Quando eravamo più piccoli stavamo sempre così le serate invernali, quando faceva troppo freddo per uscire con gli amici. I nostri genitori ci facevano dormire tranquillamente assieme, perché tra di noi non c'è mai stata alcuna malizia, o almeno fino a quando non ha iniziato a crescere e diventare uomo. Io ho cambiato totalmente modo di guardarlo e le serate così erano diventatate rare, soprattutto quando é arrivata Giada.
"Stavo pensando..." dice Charles interrompendo i miei pensieri
"Ah tu pensi ogni tanto?" Gli dico, lanciando un'altra delle mie frecce
"Simpatica.... dicevo che stavo pensando a quando stavamo così da ragazzini.. le sensazioni erano le stesse sai"
Mi sorprendo a questa sua affermazione e cerco di controllare il mio cuore per evitare che acceleri troppo e che lo possa sentire.
"Comunque... senti Sophie non voglio girarci intorno.. ho sbagliato a dire ciò che ho detto ma quando ti ho vista con... lui... ho perso la testa. Perché vorrei che tu fossi... beh... nel senso..."
"Non ora Charles"
Non voglio illudermi ancora e lui non finisce la frase, restando ancora una volta in sospeso.

Mi risveglio e guardando l'iPhone noto che sono le 2:30 e Charles é ancora sul mio divano "Rimani qui stanotte, ormai é tardi" gli dico, mentre sta guardando concentrato non so cosa sul suo cellulare"Eh? Ah ok si va bene" mi risponde, bloccando im...

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Mi risveglio e guardando l'iPhone noto che sono le 2:30 e Charles é ancora sul mio divano
"Rimani qui stanotte, ormai é tardi" gli dico, mentre sta guardando concentrato non so cosa sul suo cellulare
"Eh? Ah ok si va bene" mi risponde, bloccando immediatamente il telefono come a nascondermi qualcosa. Vabbè chi ti capisce é bravo!
Mi alzo per andare in camera mia ma poi mi giro, notando che Charles si é steso sul divano con una coperta che prima copriva me.
"Cosa fai?"
"Beh.. dormo"
"Dai scemo alzati vieni a letto, non ti faccio dormire sul divano a distruggerti la schiena"
Come finisco la frase é già in piedi che mi segue in camera.
Mi metto sotto le coperte con il mio pigiama di pile con i gattini, mentre lui resta in maglietta e boxer. Mi sa che la mia temperatura é salita di colpo, ma stavolta la febbre non conta
"Buonanotte Chérie" mi dice Charles lasciandomi un bacio sui capelli e appoggiando una mano sul mio fianco.
"Buonanotte..."

Mi sveglio di soprassalto lanciando le coperte, mentre il campanello suona all'impazzata"Ma cosa cazzo

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Mi sveglio di soprassalto lanciando le coperte, mentre il campanello suona all'impazzata
"Ma cosa cazzo.. arrivo sta calmo"
Noto subito che Charles non é più con me, stupida ad essermi illusa di trovarlo qua. Apro il portoncino e vado sullo stipite ad aspettare non so chi.
Quasi caccio un urlo pensando di essere nei deliri della febbre quando vedo un mazzo di rose che cammina.
"Ma cosa..."
"Signorina Sophie? Una consegna per lei" mi dice un ragazzo comparso da dietro i fiori
Entro in casa, appoggiando i fiori sul tavolo. Noto che sono tutte rosse tranne quella al centro, e vedo un bigliettino.

15 rose rosse per dirti quanto sono pentito dei miei errori
1 rosa gialla di gelosia.
16
CL

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