Caro cavaliere...

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Ricordo perfettamente ogni momento passato insieme; tu no?

Ricordo il primo giorno, quando ci siamo incontrati. Mi trovavo nel grande prato del maneggio insieme alla mia mamma: che bei ricordi; allora potevo pensare semplicemente a correre e ad essere spensierato. Il dolore non esisteva.

Tu mi hai visto bambino e io ho visto te. Credo sia stato amore a prima vista.

Tu mi hai indicato felice e ti sei messo a correre verso di me, io ti sono venuto incontro.

Poi non ci siamo più visti per un infinità di tempo, io crescevo e tu pure. 

Ci saremmo mai rivisti? Mi avresti mai riconosciuto?

Otto anni. Sai quanti sono otto anni tuoi per un cavallo? Tanti.

Otto anni dopo ci siamo rivisti, ma tu non mi hai riconosciuto.

Mi hai visto e ti sei ripresentato; come se fossimo due estranei; e il mio cuore ha perso un battito.

Nonostante tutto il tempo io non mi ero dimenticato di te; perché tu invece non rammenti? 

Sei andato dalla tua mamma e le hai detto che io ero perfetto.

Mi hanno allontanato dalla mia casa, dai miei amici. Ma non ero spaventato, venivo a trovare te.

Tanti altri anni abbiamo passato insieme, tanti bei momenti sono trascorsi.

La prima galoppata, i primi salti, il primo concorso...Mi ricordo tutto.

Mi ricordo che, dopo ogni lezione ci sentivamo entrambi stanchi ma felici di aver passato del tempo insieme, di aver fatto le stesse cose, di averne apprese di nuove.

Ogni volta che tu mi montavi io mi sentivo pervadere dall’eccitazione.

Durante le nostre galoppate diventavamo una cosa sola, durante i salti trattenevamo entrambi il respiro, durante le gare l’emozione cresceva ma la paura si attenuava al solo pensiero di essere insieme; di non essere soli.

Ci è voluto tanto per arrivare fin qui; il nostro percorso non è stato tutto rose e fiori.

Tu dovevi imparare a farti comprendere, io a comprenderti.

Ricordo le lezioni più difficili, i miei errori e i tuoi.

Andavamo però di pari passo, sempre.

Siamo sempre stati uniti, fino a poco tempo fa.

Com’è possibile che dopo quel giorno tutto sia finito?

E’ impossibile, non puoi odiarmi per una cosa del genere.

Non sono stato in grado di saltare l’ultimo ostacolo, e abbiamo perso. Abbiamo fallito miseramente.

Ma nel corso di una vita i fallimenti sono presenti. Forse quella volta non siamo andati di pari passo; forse tu mi avevi superato.

Oppure sono io che sono rimasto troppo indietro? Rispondimi ti prego.

Non sei più passato a trovarmi da quel giorno. Era amicizia dunque la nostra?

Mi manchi.

Mi mancano le tue carezze, i tuoi sorrisi, i tuoi abbracci.

Mi manca il suono della tua voce, mi mancano i tuoi buffetti affettuosi.

Non sei più passato a spazzolarmi, a farmi una doccia. Se non ci fosse stato lo stalliere ora il mio corpo sarebbe morto.

Si, dico il mio corpo perché la mia anima è già morta tempo fa.

E’ morta quando ho visto il disprezzo nei tuoi occhi; rivolto a me.

E quel giorno è stata la mia fine: la notte non riesco a dormire assillato da questo incubo, il cibo e l’acqua hanno perso ogni sapore.

La vita ha perso significato.

Tu non ti degni nemmeno di non farmi soffrire.

Hai idea di quale tormento sia per me vederti montare altri cavalli? vederti sorridere in groppa ad essi?

Come mai tu non ti preoccupi se gli altri montano me? Non conto più niente io?

Con gli altri non è come con te; loro non sono te.

E adesso il sole ha perso ogni colore e la notte diventa ogni giorno più buia.

Sto sprofondando in un abisso, non vedi? E non riesco ad uscirne.

Lo conosco il detto “se ami qualcuno, lascialo andare” ma come posso?

Ti vedo felice insieme al tuo nuovo prediletto; ti vedo radioso.

Anche con me sei stato radioso, ma ormai i ricordi si sbiadiscono, e perdono di significato.

Era dunque tutta una bugia?

Hai idea di quanto mi sono impegnato per soddisfarti? Ho fatto cose del tutto innaturali, cose prive di senso per un cavallo, ma ti compiacevano ed era l’unico e fondamentale motivo, mi bastava sapere quello per dare il massimo e impegnarmi nell’esecuzione.

Ed è bastato un errore, un istante, per far crollare tutto.

Pensavo che la nostra amicizia fosse solida come il ferro; si è rivelata malleabile come burro.

Ma c’è sempre uno spiraglio di speranza, ogni volta che tu passi davanti al mio box; la speranza che ti fermerai anche solo per un saluto.

La speranza che un giorno, forse, ti ricorderai di me.

E ogni notte prego Dio che quel giorno si avvicini.

E ogni notte penso a quanto sarebbe bello rivedere il tuo sorriso rivolto a me, anche solo un ultima volta e potrei morire in pace.

Ti prego: ricordati di me.

Ti prego: non lasciarmi.

Te ne prego.

                                                                                                          Il tuo cavallo.

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