04. Amane Aritomo

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Amane Aritomo era nato e cresciuto in Giappone da una normale e tranquilla famiglia benestante.
All'età di otto anni, fu vittima del primo bullismo: vocalmente e fisicamente. Ogni giorno, ovunque andasse, vi era sempre qualcuno pronto a colpirlo e ferirlo brutalmente. Non raccontò mai nulla ai suoi genitori degli accaduti, inventava scuse su scuse per andare a parare e non mettersi in maggiori guai, fino a quando, tornò a casa con la maggior parte delle ossa rotte e finì in coma per qualche lunga settimana.
Non appena raggiunse i quattordici anni, durante il ritorno da scuola, un gruppo di ragazzini lo seguì silenziosamente e, una volta raggiunto un punto cieco del marciapiede, estrassero delle mazze da baseball di legno iniziando a colpirlo, colpirlo e colpirlo ancora.
A causa di quel trauma, Amane riesci a manifestare il suo Stand: Cursed Ball. Una volta tornato a scuola, Amane si vendicò contro i bulli diventando il ragazzo più popolare fra le ragazze e rispettato da tutti.
Il sogno di Amane Aritomo era soltanto uno: trovare il colpo di fulmine e sposarsi il prima possibile, adorava le donne dal carattere forte e superiore. Era sempre stato attratto dalle storie romantiche da film.
A causa del passato, Amane soffriva di solitudine e aveva paura di morire senza avere nessuno al suo fianco.

- Il mio nome è Amane Aritomo, ho diciott'anni – Sospirò, rimanendo disteso nel futon – Vorrei chiedervi scusa... n-non so cosa mi sia preso!
- Amane Aritomo... – Ripeté Jotaro, rimanendo distaccato e appoggiato al muro con la schiena – Hai scelto di seguire Dio, non è vero?
- Cosa vorresti dire?
- Ti controllava il cervello tramite un germoglio, mi è già capitato di vederlo. Vengono piantati quando si giura di proteggere e stare accanto di Dio, forse era un momento disperato e hai chiesto aiuto.

I corpi di Amane e Yumeko erano distesi sui materassi, entrambi profondamente feriti. Holy era riuscita a curarli tramite il kit medico, era molto abile in quel campo.
La donzella stava ancora dormendo profondamente, mentre, il ragazzo si era svegliato da poco e non si ricordava quasi nulla dell'accaduto successo poche ore prima.
Possibile che il potere di Dio, in qualche modo, stava ancora funzionando nonostante fosse rinchiuso nel corpo della donna?

- Dovrei picchiarti a sangue per diversi motivi – Sussurrò il ragazzo, sistemandosi il cappello sulla testa – Hai invaso la mia proprietà, hai traumatizzato mia madre e ferito la mia ospite.
- M-Mi dispiace!
- E non è tutto – Continuò – Davanti casa mia c'è un cadavere di una donna, cosa pensi succederà ora?
Dovrò chiamare la fondazione Speedwagon per risolvere il problema.
- P-Perdonami! Non volevo ne anche attaccarvi. È vero – Sospirò – Dio mi ha in qualche modo manipolato e, sicuramente, avrò ferito moltissime persone per raggiungerla...
- Jotaro, basta dare fastidio al ragazzo! – Sbuffò Holy, varcando nella stanza – Il cuore di questo ragazzo non è mai stato cattivo, era Dio Brando a renderlo tale – Si sedette accanto a Yumeko, appoggiandole uno straccio caldo sulla fronte – Certo che hai ridotto proprio male la povera Yumeko...
- Yumeko...? – Amane ci pensò su – In realtà è stata lei a volersi ferire.
- Che intendi dire?
- Ora che ricordo... è andata contro la palla, non l'ha evitata di sua volontà. Non ha usato la pala per colpirmi, l'ha buttata poco prima che venisse colpita.
- Non dirmi che... – Continuò Jotaro, avvicinandosi alla donna – in qualche modo voleva morire o forse era Dio che aveva bloccato il suo corpo per permettere il colpo?
- Ti pare siano parole belle da dire, Jotaro?! – Gridò Holy – Come può desiderare di morire una ragazza cosi giovane!
- Come darle torto – Sospirò continuando – Probabilmente avrà tentato svariate volte di suicidarsi in queste settimane: reggere quel peso ti farà impazzire.
- E perché non farlo? – Continuò il ragazzo, alzandosi dal letto con fatica – Se morirà anche Dio se ne andrà, non è forse un bene per tutti? Quel bastardo...

JoJo: The Heart BroochDove le storie prendono vita. Scoprilo ora