ᴇʀɪ ᴜɴᴀ ᴄɪᴘᴏʟʟᴀ,sᴇɪ ʀɪᴍᴀsᴛᴀ ᴜɴᴀ ᴄɪᴘᴏʟʟᴀ!!

ᴘɪᴀᴄᴇʀᴇ,ᴇʟᴀɪɴᴇ

Silenzio. C'è solo silenzio intorno a me. In questa orribile scuola privata, mi sento in trappola quasi quanto a casa. Che odio, dico davvero. E poi io, a differenza di altre persone, detesto il silenzio, quando potrei parlare con Nigel o con Norman. Voglio scappare da qui, da questo inferno. Mi fa schifo, schifissimo. Eppure devo rimare qui, a scrivere questo tema riguardante la mia famiglia,se cosí posso definirla. La mia famiglia è Norman, mio fratello maggiore. Mi vuole bene. E basta. Non c'è più nessuno nella mia famiglia. Mio padre? Lui non farà mai parte della mia famiglia, nemmeno se mi sparisse l'eredità di famiglia che mi spettava. La mia matrigna? Nemmeno lei fa parte della mia famiglia, quella cialtrona ha solo fatto andare via mamma. Mamma. Nemmeno mamma fa parte della mia famiglia, e la detesto per avere lasciato me e mio fratello in mezzo ai guai. Dio mio, fa che questa ora passi, passi più velocemente possibile. Vorrei piangere, ma poi mi guarderebbero tutti malissimo, quindi opterò per mandare indietro le lacrime e farle scendere in camera mia, da sola. Con nessuno che mi consoli, come al solito. Norman è ad allenamento, papà non mi calcola, quella poco di buono di Clotilde mi insulterebbe. Fatemi uscire- fatemi uscire-fatemi uscire-
"signorina Reggie, deve consegnare il suo tema, è ora di tornare nella propria dimora"

Oh no. Non ho scritto quasi niente. Dannazione, ed ora come reagirà mio "padre"?

-È finita, finalmente!- sbotto con fare sollevato.
-Hey, Elaine, non dovresti passare a salutare Norman?- domanda Nigell, il mio migliore amico
-Oggi no, è mercoledí e ha allenamento-
Chiacchieriamo fino alla fermata del bus, da qui dobbiamo dividerci per andare nelle nostre rispettive case.
Ci salutiamo e mi in cammino verso quella che era la mia villa, ora è di... Che novità, ora è di Clotilde! Yeeee... Che gioia. Bleh. Casa mia non dista molto dalla scuola privata, sono pochi metri che posso percorrere in circa 10 minuti. Arrivo all'ingresso e mi aspetta mia padre. Cioè in realtà non mi aspetta,semplicemente controlli che io arrivi a casa sana e salva, oppure chiamerà i carabinieri, come l'ultima volta...
Entro frettolosamente e mi dirigo subito in camera mia e da Latte, il mio adorato petauro dello zucchero. - Ciao Latte! Almeno tu sai consolarmi. -
Dico in tono triste. Mi siedo sul mio morbido letto e dó da magiare a questa palla di pelo, poi prendo le mie cuffie e inizio a deprimermi un po', ripensando a quando ero relativamente felice. Era tanto tempo fa, quando c'era ancora la mamma a prendersi cura di me e mio fratello. Lei era gentile e ci ascoltava. Ci leggeva le favole della buonanotte ogni sera, escluso il sabato, che era il giorno dove tornava più stanca da lavoro. Funzionava cosí: ci prendeva in braccio, ci cullava e iniziava a sfogliare i libri più belli che aveva. In particolare c'è n'erano due stupendi e profumatissimi: il primo, era di Steven Universe e parlava dei giardini di infanzia, parlava di Rose e di come volesse salvare la terra. Il secondo era un libro pop-up di Robin Hood, ed era talmente perfetto che riuscivi quasi a sentire il rumore dell'arco che scoccava mentre le ghiandaie cinguettavano... E rimanevo sempre meravigliata dalla sua voce, voce splendida e soffice come lo zucchero filato Blu...
-ELAINE!! CHE CAZZO STAI FACENDO?! PERCHÉ SEI ANCORA DI SOPRA! SE TI PRENDO TI FACCIO VEDERE IO, CANAGLIA!-
magia interrotta. È Clotilde che vuole che io pulisca la sua orrenda camera, sempre sporca e puzzolente di fumo. Ugh.
Non mi ero neanche accorta di stare piangendo, tanto ero presa nei miei ricordi... Ma ora è tutto passato,io odio mia madre e la odierò per sempre per averci lasciato qui. Per avermi lasciato da sola, la maggior parte del tempo. Scendo di sotto e, da brava ragazza, inizio a lavare le lenzuola zuppe di coca cola.