I can't imagine a life without you by my side.

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La casa a due piani di Durdam Lane, 27 era stranamente silenziosa per essere un venerdì sera. Solitamente i suoi tre abitanti sarebbero stati in soggiorno a ridere di un film squallido insieme o a sfidarsi a uno dei loro amati sparazombie, o magari si troverebbero in qualche folle avventura; invece l'unico suono era il rumore ovattato della musica che Edd stava ascoltando con le cuffie, steso a pancia in giù sul letto della sua stanza, con Ringo sulla sua schiena e un'espressione di pura noia in viso.

Quella settimana era stata particolarmente fortunata per i suoi coinquilini, a quanto pare: Tom aveva ricevuto un'offerta per un concerto a un bar giù in città che l'avrebbe impegnato fino a tarda notte, e Matt era tornato a casa un paio di giorni prima spiegando con un luccichio estasiato negli occhi che una ragazza conosciuta dal parrucchiere aveva accettato di uscire con lui.
Per quanto Matt chiaramente adorasse sé stesso più di ogni altro essere umano da lui conosciuto, ciò non voleva dire che non avesse anche lui il desiderio di una persona amata con cui poter condividere la sua bellezza, e Edd sapeva che avrebbe dovuto essere felice per lui.

"Avrebbe dovuto essere felice", che indica una situazione non concreta.

Edd sapeva che sarebbe stato meglio smettere di pensare a come stesse andando l'appuntamento di Matt (perché pensare che stesse andando bene non faceva altro che aumentare il suo umore depresso, ma sperare che stesse andando male lo faceva, a suo malgrado, sentire in colpa), ma con la casa vuota non aveva nulla per tenere la sua mente occupata.

Disegnare? Non ne aveva voglia, e poi con Matt che occupava quasi il 100% dei suoi pensieri attuali non ci sarebbe stata molta... varietà nei soggetti.

Bere Coca-Cola? Anche la bevanda zuccherina non l'avrebbe aiutato a dimenticare, e se Tom e i suoi passati drammi erano un esempio, attaccarsi a una bottiglia, qualunque bottiglia, per motivi sentimentali era una cattiva idea.

Uscire? ...beh, in effetti...
Fuori di casa sicuramente ci sarebbe stato qualcosa utile a distrarre Edd almeno fino alla fine della serata.

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Dopo aver passato non meno di dieci minuti a incoraggiare gentilmente (da leggersi: pregare esasperato) Ringo di non affondare i suoi artigli nella sua schiena, Edd si alzò dal letto e dopo essersi preparato, uscì di casa.
L'aria fresca già aiutò un pochino Edd a distrarsi dai suoi pensieri turbolenti, ma uscendo dal quartiere residenziale e passando accanto al museo di storia gli scattò la scintilla.

Il diario di Edward! Ma certo!

Edd ricordava il pomeriggio di qualche mese prima, quando i tre furono sorpresi da una tempesta durante una passeggiata e, dopo essersi rifugiati nel museo, avevano letto il diario del suo antenato (incredibile come gli ci fossero voluti vent'anni per scoprire di avere un antenato che si trovava in un museo.)

Leggere la storia della gita in America per salvare il principe Matthew, sebbene si ricordasse già come andava, sarebbe stata sicuramente un buon modo per passare la serata; ma mentre apriva di nuovo il volume sul leggio, Edd notò qualcosa scorgere dalla parte interna della giacca del manichino: dopo essersi avvicinato, capì che c'era una tasca interna alla giacca e dentro di essa si trovava un altro libriccino. Curioso, lo aprì, riconoscendo la scrittura del suo antenato; a prima vista sembrava semplicemente un secondo diario, datato un anno successivo al precedente. Perchè non era esposto insieme all'altro?

Con la curiosità che ormai aveva preso controllo di lui, Edd cominciò a leggere il secondo diario di Edward Gold.

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EddMatt - Paralleli [ITA]Where stories live. Discover now