CAPITOLO 1 - parte 1

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CAPITOLO I

Si sentiva affaticata, stremata e non capiva da cosa. Alzò lo sguardo verso il cielo che in pochi istanti si era rabbuiato, diventando cupo e minaccioso, delle nubi nere avevano ricoperto la volta celeste, creando un vortice scuro ed emanando delle violentissime scariche elettriche. Improvvisamente vide un enorme fascio di luce abbagliante innalzarsi e attraversare le nuvole. Un castello tetro e funesto si erigeva arroccato su un profondissimo baratro, le sue torri aguzze, così scure, s’illuminarono di colpo con la luce azzurrina. Il cuore cessò di batterle e il respiro le si mozzò in gola. Non vide più nulla e non sentì più alcun suono: era sopraffatta dalle tenebre…

Il fastidioso rumore dei freni del treno fece sussultare Elys, svegliandola. Erano alcuni giorni che faceva sempre lo stesso angosciante sogno e si risvegliava indebolita e sudata con il cuore che le batteva all’impazzata. Ma stavolta non ebbe il tempo per riprendersi con calma dall’incubo: il nome della stazione dipinto sui muri che intravide aprendo gli occhi, la riportò immediatamente alla realtà. Il treno sarebbe ripartito a breve e se non si sbrigava a scendere avrebbe rischiato di perdere la fermata. Prese la valigia dallo scomparto e si diresse, quasi correndo, verso l’uscita.

Suo padre sarebbe stato all’estero per un periodo e così avrebbe passato un po’ di tempo da suo zio Albert. Non faceva però i salti di gioia: l’ultima volta che gli aveva fatto visita, quattro anni prima, sua madre era ancora viva, il soggiorno non era stato dei più piacevoli e l’idea di fermarsi da lui più di tre giorni la infastidiva molto. Lo zio Albert non brillava per cordialità e affetto, viveva solo nel suo piccolo castello, circondato dalla poca servitù e da immensi boschi. Era un uomo scorbutico e cupo, che viveva in un lusso decadente e passava le giornate chiuso nel suo studio, chino sui libri. Non amava la compagnia della gente, tantomeno quella dei parenti. L’unica persona con cui aveva avuto un po’ più di confidenza era stata sua sorella, la madre di Elys.

La ragazza si avviò verso l’uscita della stazione e si sedette su una panchina in attesa del signor Norton, che l’avrebbe accompagnata in automobile sino alla villa. Quel piccolo paesino non offriva molto, ma il paesaggio e i boschi circostanti erano un panorama incantevole da ammirare, soprattutto in quella stagione, l’autunno, in cui le fronde degli alberi si tingevano di rosso e di sfumature dorate. Elys chiuse gli occhi e respirò a fondo: amava l’odore dei boschi e dell’erba appena tagliata. Una leggera brezza le scompigliò i lunghi capelli ramati che le ricadevano morbidi sulle spalle. Per un attimo ricordò come da piccola adorava quelle vacanze in campagna; un tempo lo zio non era così duro nei suoi confronti e giocava spesso con lei facendola ridere. Non rammentava quando accadde, ma a un tratto cambiò, divenne serio e austero, non concedendole nemmeno più una carezza. I suoi pensieri furono interrotti da una voce familiare.

-        Signorina Elys! Benarrivata! - Il signor Norton le apparve sulla sinistra, come sempre vestito di tutto punto, con il cappello nero calato sulla fronte. Elys lo salutò con entusiasmo, era, infatti, uno dei pochi, assieme al giardiniere e suo figlio che apprezzava veramente in casa di suo zio. Era un signore distinto sulla sessantina, che l’aveva sempre trattata come fosse sua nipote. - Suo zio la sta aspettando! - la esortò, prendendole il bagaglio.

-        Ah, non ne dubito! - replicò ironica. Le avevano sempre rimproverato di avere la lingua troppo affilata.

-        Non dica così, signorina Elys, anche se suo zio può risultare un uomo freddo, le assicuro che tiene molto a lei, oltre a essere una persona giusta e generosa.

Poco convinta, salì sull’auto, chiedendosi come mai il signor Norton avesse tanto riguardo e ammirazione verso suo zio. Dopotutto era il suo datore di lavoro, non poteva certo parlarne male davanti alla sua unica nipote, ma a ogni modo non vedeva tutta questa umanità in lui, da quando era cambiato non lo sopportava proprio.

ELYS E LA GOCCIA DI LUNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora