Her car, bro!

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Her car, bro!

Charlotte’s pov

Accesi l’auto, ma non sapevo dove andare.

Era troppo presto per andare a bere, ma era troppo tardi par farsi una camminata a piedi.

Alla fine optai per andare a bere, ma non in un bar e di farmi un giro a casa di uno dei ragazzi.

Decisi di andare da Austin che viveva solo a qualche isolato da me. Nell’ultimo periodo avevamo legato molto ed eravamo sempre molto in sintonia, quindi stare un po’ con lui giusto per sbollirmi un po’ non era proprio una brutta idea.

Suonai al campanello e dopo essermi fatta 12 rampe di scale arrivai al suo appartamento.

‘Hey inverse! Che succede? Sembri incazzata a bestia’

Mi fece spazio per entrare e ci sedemmo entrambi sul divano.

‘non è che sembro incazzata, sono incazzata!’

Ci versammo entrambi del whisky con ghiaccio nel bicchiere e lo mandammo giù tutto d’un colpo.

In quel momento entrarono in salotto alcuni ragazzi che non avevo mai visto girare a casa sua o comunque nel quartiere, sembravano vivessero con lui dato che uscirono proprio da una delle stanze da letto. Non sapevo avesse dei coinquilini.

‘pensavo vivessi con la tua ragazza..’

Abbassò lo sguardo sul bicchiere e incomincio a girare il dito sul bordo. Era visibilmente a disagio.

‘Char.. ci siamo lasciati qualche giorno fa, volevo dirvelo, ma con la storia della gara, poi la festa ecc.. non ne ho avuto modo.’

Restai a bocca aperta. In questi giorni avevano tutti attenzioni solo per me, nessuno pensava più agli altri o semplicemente a se stesso. Tutti non facevamo altro che pensare al lavoro, ne eravamo immersi al 100 % e ultimamente se uscivamo insieme era per festeggiare per il guadagno, non per altro.

‘mi dispiace tantissimo, se lo avessimo saputo non avremmo festeggiato in quel modo’

Mi sentii terribilmente in colpa.

Avevano una relazione stabile da almeno due anni ed era ovvio che non potesse scordare in qualche giorno una persona che ha amato e con cui ha vissuto per così tanto tempo.

‘oh, tranquilla. Non mi ha fatto altro che bene e a te che succede?'

In fondo, sembrava l’avesse presa abbastanza bene, ma solo i fessi ci sarebbero cascati. Non stava bene per niente, era il trucco più vecchio del mondo cambiare argomento quando si parla di qualcosa che ti fa particolarmente soffrire.

Che l’avesse presa bene o male, lasciai perdere comunque. Era ovvio che non ne volesse parlare e incominciai a raccontargli dell’ennesima lite con mia sorella. Trovai una certa serenità nel parlargli, forse anche perché stavo mandando giù una quantità di alcool assurda, ma stavo bene, mi piaceva parlargli, mi piaceva il modo in cui sembrava mi capisse (o almeno provasse a capirmi). Annuiva, mi ascoltava, ed era proprio quello di cui avevo bisogno.

La serata non fu affatto male .

Dopo aver raccontato il tutto ad Austin ci lasciammo andare anche a qualche scherzo e a qualche risata. I suoi coinquilini si unirono ai vari giochi e alle conversazioni successive. Si rivelarono dei ragazzi abbastanza simpatici. Uno in particolare era davvero carino. Si chiamava Jai, un tipo alto con un corpo ben fatto. Avevo avuto modo di scoprirlo grazie ad uno degli stupidi giochetti che ci eravamo inventati li al minuto, si era sfilato per penitenza la maglietta (si moriva di freddo in quella casa!) lasciando libera visione di quel corpo pazzesco e dei molteplici tatuaggi. Lui l’aveva trovata una penitenza esagerata, si sarebbe preso una polmonite di li a poco, mentre io la trovavo più che adeguata, i miei occhi godevano a quella vista.

Inverse || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora