Capitolo XX

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-Perché non mi hai detto nulla?- la voce di Anna era alterata, quasi furiosa.

-Io...- non seppi trovare le parole.

Intanto la stanza d'attesa si riempiva sempre di più, le visite su una sola persona duravano un'eternità e questo tempo mi serviva per elaborare un piano, non sapevo se Anna mi sarebbe stata d'aiuto quindi potevo contare solo su me stessa.

Ogni persona che finiva le visite riceveva un cartellino nel quale vi era scritto che non era infetto, e bisognava attacarlo con una spilla alla maglietta.

-Anna, ho bisogno di te. Devi aiutarmi a recuperare uno di quei cartellini-

Lei con sguardo arrabbiato mi osservò senza dire una parola, le braccia incrociate la facevano sembrare ancora più incazzata.

-Se non vuoi aiutarmi allora me la caveró da sola-

Mi feci spazio fra la gente per uscire dalla stanza ma all'esterno vi era una guardia robusta, la sua faccia contrariata faceva benissimo intendere che da quella stanza non si poteva uscire senza un cartellino.

I minuti passavano e io non aveva idea di come uscire da lì, inziai a perdere fiducia nelle mie capacità e la mia forza di volontà diminuiva sempre di più, stavo per cedere.

Tra quell'ammasso di gente vidi Anna che cercava qualcosa con lo sguardo, per sbaglio andò a scontrarsi con un uomo anziano, mortificata gli chiese scusa e si avvicinó a me.

Mi prese la mano e senza destare sospetti mi diede il cartellino, la guardai sorpresa e le mimai un grazie con le labbra.

-Scappa e non farti più vedere da queste parti-

Diedi un ultimo sguardo d'addio ad Anna,  lei mi guardava fiduciosa con gli occhi lucidi.

Senza perdere tempo mi diressi verso la porta ove vi era la guardia, il signore anziano a cui Anna gli rubó il cartellino cercava inutilmente il cartellino per terra, sovrastato dalla folla di quella stanza.

Dopo aver superato la folla con molta fatica, arrivai davanti la guardia e gli mostrai il cartellino, la sua corporatura mi spaventava e quei suoi occhi minuscoli e neri emanavano malignità, velocemente gli mostrai il cartellino cercando di nascondere la preoccupazione e il disagio. Lui gli diede un semplice sguardo e con un cenno mi lasció oltrepassare la porta.

Mi sentí libera e correndo attraversai quel corridoio, che il quel momento mi sembró infinito, oltrepassavo i medici vestiti di bianco,le porte bianche, i muri bianchi, tutto quel bianco che all'inizio mi faceva sentire in paradiso ora mi sembrava l'inferno. Oltre quei muri bianchi, dopo interminabili minuti di corsa, riuscí a scorgere la porta. La raggiunsi, finalmente riuscivo a toccare quella maniglia che mi avrebbe portato alla libertà, la afferrai ma nel mentre mi sentí una presa alla spalle mi voltai e vidi la guardia che mi teneva e dietro di lui Anna e un dottore, tutto diventó buio riuscivo solo a sentire debolmente la voce di Anna che diceva di portarmi al laboratorio.

Una luce puntata sui miei occhi mi fece riprendere conoscenza, attorno a me tra dottori mi osservavano, prima gli occhi poi la bocca e il battito cardiaco, io ero ancora intontita e non capivo cosa stesse succedendo. Mi guardai attorno e mi trovavo su un lettino in una stanza che sembrava una sala operatoria, sulla pancia avevo dei segni fatti con il pennarello come se dovessero operarmi a breve.

-C-che succede?- chiesi debolmente.

Da dietro i medici sbucó Anna che rispose alla mia domanda.

-Dobbiamo toglierti quel bambino che hai in grembo, se il morso dello zombi non ha avuto conseguenze su di te allora le avrà avute sul bambino e sei in pericolo.-

-No, no, no, no, non potete farlo no!-

Cercai di dimenarmi ma avevo i polsi e le caviglie legati con dei cinturini. -Mi dispiace Chaterine.-

Mi misero una mascherina e mi addormentai.

Quando mi risvegliai ero in una stanza diversa, una camera da letto senza finestre e con un vecchio armadio nero affiancato al letto. Mi guardai la pancia e trovai una ferita ancora fresca chiusa con dei punti.

Con un molta fatica mi alzai dal letto e davanti mi ritrovai una culla, avevo paura di cosa avrei potuto trovare all'interno.

Mi avvicinai e sotto la copertina si poteva intravedere una piccola sagoma, la sollevai abbastanza per riuscire a intravedere un feto morto.

Urlai, urlai così tanto che quasi non riuscivo a respirare. Avevano ucciso il mio bambino, avevano ucciso l'unica speranza per far rinascere questo mondo. Anna si sbagliava, quella creatura non poteva farmi del male perché l'unica cosa che ha eliminato il virus è stato l'aver combattuto insieme. Il virus può colpire un essere vivente e ucciderlo ma se ne colpisce due che vivono nello stesso corpo non può uccidere. Avró la mia vendetta e chiunque mi abbia fatto ciò morirà.

5 agosto 2020

Dopo quell'orrendo avvenimento, imitai la parte della ragazza grata ai medici per avermi salvato, conobbi un uomo che faceva parte della resistenza contro gli zombie e contro coloro che facevano solo del male. Decisi di unirmi a loro una volta guarita. Elaborai un piano di fuga, ma prima dovevo compiere la mia vendetta. Dopo circa tre settimane andai a trovare Anna e il mio addio fu spararle in testa. Dopo aver ucciso Anna andai a cercare i medici che si trovavano in quella stanza e feci fare a loro la stessa fine della dottoressa.

Ora mi ritrovo qui a scrivere su un carro armato, sul diario che mi ha accompagnato in questi momenti pieni di emozioni e di dolore. Credo che sia ora di smettere di scrivere e di pensare al dolore passato. Non ho più lacrime da versare ma ho solo momenti preziosi da ricordare.

Ragazzi! Siamo giunti alla fine di questa storia e devo dire che mi dispiace un sacco terminarla, ormai Chaterine era diventata una parte di me, scusate se vi ho fatto attendere molto per questo ultimo capitolo ma come sempre non avevo molto tempo a disposizione e poi quasi non lo volevo più scrivere perché non voglio che questa storia finisca! (Ma purtroppo devo concluderla per mancanza di idee, non avete idea di quanto ho faticato per mandare avanti gli ultimi capitoli!)

Vi ringrazio di cuore per tutto l'appoggio che mi avete offerto, e per tutto i complimenti e i suggerimenti! Senza di voi non sarei mai riuscita a concluderlo. Vorrei scusarmi anche per aver ucciso praticamente tutti i personaggi (sembro  George R.R. Martin ahahah).

Non smettete di seguirmi perché l'altra storia horror ci sarà (solo che non ho idea su cosa) e appena la scriverò aggiornerò un capitolo di carne viva affinché possiate leggerla.

Un abbraccio,

Redhair31

Carne viva.Where stories live. Discover now