Capitolo XIX

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In quell'areo mi sentivo più sola che mai, accanto a me sul sedile sinistro vi era la dottoressa che mi stringeva la mano.

-Sono da sola, sono tutti morti.- ripetevo tra le lacrime.

-Non sei da sola ci sono io e il tuo bambino.-

-Grazie...-

-Chiamami Anna- mi sorrise.

Sforzai un sorriso.

-Isaac...era il padre del bambino? -

-Oh, no.Hans è il padre- dissi con lo sguardo addolorato.

-E lui ora dov'è? -

-L'ho lasciato seduto accanto ad un albero...- esitai un attimo a finire la frase- con un proiettile in testa-

Anna mi guardó sbarrando gli occhi e mi abbracció quando le ennesime lacrime iniziarono a cadere.

Nell'aereo vi erano molte persone, alcune donne, hostess improvvisate, passavano accanto ai passeggeri e gliporgevano del cibo e delle bevande. Una di quelle donne passò accanto ad Anna e a me e ci porse delle barrette energetiche e una bottiglietta d'acqua, sfoggiando un grande sorriso pieno di tristezza.

Anna mi porse una barretta.

-No, non ho fame-

-Devi mangiare, se non vuoi farlo per te fallo almeno per tuo figlio-

Non avevo voglia di ascoltare le sue paranoie riguardo al mangiare quindi ne afferrai una e iniziai a mangiarla, Anna mi sorrise.

-Dove siamo diretti? - chiesi prima di mordere il mio cibo.

-In un altro centro di accoglienza, questa volta si trova su un'isola, dicono che li i morti non ci sono. Purtroppo non mi hanno riferito di che isola si tratti.-

-Io voglio solo un pó di pace, sono stanca...- e mi addormentai.

Era davvero difficile continuare a vivere dopo tutto quello che è accaduto, i morti ci hanno sconfitto e ora siamo costretti a rifugiarci in chissà quale isola sperduta nell'oceano. Forse sarebbero riusciti a trovare una cura, magari potevo offrirmi come volontaria ad alcuni esperimenti visto che nonostante io sia stata morsa sono ancora qui.

-Chaterine non hai idea di dove siamo finite! È pazzesco!- mi urlò Anna ormai già sulla terra ferma.

Arrivai alla scala per scendere dall'aereo e mi ritrovai davanti a un paesaggio stupendo. Notai subito delle enormi statue, forse altre 10 mentri, scolpite nel tufo , con labbra serrate con il mento alto e gli occhi i quali le orbite erano vuote. Erano delle statue moai, mi trovavo quindi nell'isola Rapa nui (comunemente chiamata Isola di Pasqua).

Il mare ci circondava e si distingueva benissimo il rumore delle onde. Da bambina uno dei miei desideri era visitare quest'isola, non credevo di poterci arrivare superando così tanti ostacoli.

Raggiunsi la dottoressa e salimmo su una macchina, un fuoristrada che ci portó in una struttura all'apparenza anonima, come un semplice palazzo di città con muri e finestre bianche, ma all'interno i medici visitavano,da capo a piedi senza tralasciare nulla, le persone che erano riuscite a salvarsi dal bombardamento.

Attraversammo un lungo e semplice corridoio, dalle pareti bianche con porte a destra a sinistra sempre di colore bianco, tutto quel bianco mi fece pensare di essere arrivata in paradiso. Arrivammo davanti ad una sala d'aspetto stracolma di gente che tossiva e cianciava, riuscivo a intravedere una porta aperta ove un dottore stava ispezionando la bocca di un uomo. La prima cosa a cui pensai fu che avrebbero scoperto il mio morso e sarei sicuramente morta o nel migliore dei casi sarei diventata una cavia da laboratorio. Entrammo nella sala d'aspetto, le sedie era ovviamente tutte occupate, mancavano le finestre e con tutta quella gente ammassata si faceva molta fatica a respirare, un ottima scusa per fingere uno svenimento e sfuggire da quella visita. Ma essendo una ragazza onesta, fingere non è una delle mie migliori qualità e dopo averci pensato mezz'ora decisi di dire la verità alla dottoressa. Afferai per mano Anna e la trascinai verso un angolino di quella stanza quadrata, affinché quasi nessuno potesse sentirmi.

-Anna, prima di affrontare questa visita ho bisogno che tu veda una cosa- le sussurrai all'orecchio sinistro.

Lei mi guardó incuriosita, così le mostrai la cicatrice che mi aveva provocato il morso di quello zombie sulla mia mano destra.

-Tempo fa un morto mi ha morsa- pronunciai tutto d'un fiato.

Ehilà ragazzi!!! Non basterebbero milla scuse per farvi capire quanto mi dispiace aver pubblicato il capitolo solo ora. Non ho avuto molto tempo a disposizione per dedicarmi alla storia ma soprattutto non avevo idea di come mandarla avanti quindi mi sono presa una piccola pausa e ho iniziato a vedere la serie tv The Walking dead,  e grazie a ciò sono riuscita ad avere l'ispirazione. (Molti mi hanno detto che alcuni punti della storia assomigliano a quelli della serie tv e io non posso far altro che confermare! La cosa strana è che io non avevo mai visto quella serie tv fino a 2 settimane fa, una coincidenza? )

Un abbraccio,

Redhair31

Carne viva.Where stories live. Discover now