Twenty-six.

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[ IRAMA ]

Ero psicologicamente distrutto, destabilizzato.
Erano passate due settimane dall'uscita di Drey, sapevo del patto che aveva fatto con la produzione perché ci avevano avvisati.
Aveva lasciato un vuoto immenso nel cuore di tutti, particolarmente nel mio.
Si era fatta voler bene da ogni singola persona presente in quel programma; persino i collaboratori dietro le quinte si erano lasciati andare in un pianto, anche se leggero.
La notte non riuscivo più a dormire, avevo un pensiero che mi tormentava ed era semplicemente la preoccupazione di non averla più sotto controllo.
Avevo paure che potessero farle qualcosa, lei era fin troppo fragile per affrontare determinate situazioni da sola.
«Come stai?» Biondo mi aveva raggiunto e si era accomodato al mio fianco; eravamo tutti seduti lì,  aspettando che la produzione ci portasse in studio per la puntata.
Eravamo rimasti in pochi, mancavano solo quattro settimane alla fine di tutto.
«Non lo so» risposi, facendo spallucce.
Il ragazzo cinse le mie spalle con un braccio e sospirò. «Sono settimane che stai così, ti devi un attimo riprendere! Non puoi continuare con questa depressione continua»
Annuii pienamente d'accordo, sapevo che era così. Il problema era la mia forza di volontà che era andata leggermente a fanculo.
Non sapevo più cosa fare. Vedevo Drey ovunque, la aspettavo ovunque, era un pezzo fondamentale della mia vita.
Mi mancava tutto, di lei.
Le sue sclerate ogni volta che la svegliavo di prima mattina.
I suoi occhioni neri che non riuscivano a reggere i miei per più di tre secondi.
Le sue guance rosse ad ogni complimento.
Il suo sorriso timido.
Il suo modo di agitare la gamba destra, quando era presa dall'ansia.
Mi mancava averla al mio fianco e sentirla mia.
Mi mancava ogni singola cosa.
Vivevo nei ricordi di un amore irruento ma, al contempo, decisamente paragonabile alla perfezione.

Flashback.

«Mi stai sulle palle in una maniera smisurata!» roteai gli occhi alle parole della mia ragazza, passandomi una mano sul viso.
Alle volte sapeva essere davvero stressante, soprattutto quando era gelosa.
«Ma te non eri quella che non provava gelosia?» chiesi, inarcando un sopracciglio.
Sbuffò rumorosamente, incrociando le braccia al petto. «Non sono gelosa, mi da' fastidio! Ogni volta che usciamo, ti fermi sempre a guardare qualche bionda sexy» affermò, come fosse la cosa più strana del mondo.
Accennai ad una risata e scossi la testa. «Gli occhi son fatti per guardare, Audrey»
«Prima cosa: non chiamarmi Audrey, al massimo chiamami Drey» stava gesticolando, segno che avevo superato il limite. «Seconda ed ultima cosa: Sei incoerente. Perché ti piacciono le bionde e stai con una mora che sembra Mercoledì Addams» indicò sé stessa ed io mi avvicinai a lei, piegando la testa su un lato.
«Uh, quindi dovrei mollare te e prendermi una bionda, dici?» domandai, divertito dalla situazione.
«Irama, giuro che ti tiro uno schiaffo talmente forte che ti aggiusto il naso!» scoppiai a ridere alla sua esclamazione, mentre Drey aveva un broncio stampato in volto.
Posai le mani sui suoi fianchi scoperti dal crop-top e l'avvicinai al mio corpo, passando la lingua tra le labbra. «Lo hai detto tu, amore»
«Io non ho detto questo» mormorò con tono offeso; sembrava una bambina ed io amavo il suo modo di fare.
«Dammi un bacio» soffiai, avvicinando le mie labbra alle sue. Percepii il suo sorriso, dato che lo stavo sfiorando.
I suoi denti, però, afferrarono il mio labbro inferiore e strinsero così forte da farmi gemere dal dolore. Lancinante.
«Drey, minchia!» non accennava a staccarsi, nonostante i miei tentativi di allontanamento.
Lo faceva spesso quando voleva "punirmi" e, a dire il vero, la cosa era davvero eccitante.
Si allontanò poco dopo e si avviò alle scale, alzandomi il medio. «Vai a baciare una bionda, playboy delle mie dr. Martens!» ammiccò, sparendo sulle scale.
Era incorreggibile.

Tornerai da me. [ IRAMA ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora