Four.

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[ DREY ]

Odio dover fare i conti con il passato. Si ripresenta sempre troppo prepotentemente tanto da stravolgere la tua vita con il doppio dell’intensità che aveva prima.
E’ vero quando dicono che tutto torna e starà a te decidere cosa fare.
Ma se quel che era passato l'ho definito tale contro il mio volere? Quando si ripresenta che si fa?
L'unica cosa che posso fare è restare con i piedi ben saldi a terra, ma la testa? Ed il cuore?
Odio trovarmi di fronte a quegli occhi che per primi mi fecero innamorare.
Odio guardare di nuovo quel sorriso, quel sopracciglio alzato tanto sexy quanto fastidioso.

«Baby, r u okay?»  Sospirai quando udii la voce di Emma e chiusi l'acqua della doccia, uscendo da essa.
Legai un asciugamano attorno al mio corpo e mi posizionai di fronte allo specchio.

«Yes honey, I'm okay!»  Risposi, dopo aver preso la spazzola.
Iniziai a pettinare i miei lunghi capelli neri, alle volte mi sembrava di essere Mercoledì Addams, stesso umore, stessi capelli, stessi occhi.
Guardavo la mia figura allo specchio e mi ripetei che dovevo essere più forte di lui e dei miei sentimenti.

«Baby noi usciamo, raggiungici al bar in piazza!» urlò Biondo dalla stanza.

«Okay biondino, a dopo»  risposi, per poi sentir sbattere la porta d'entrata.

Tirai un sospiro di sollievo, finalmente erano andati ed io potevo rilassarmi.
Il mio problema non erano Emma e Biondo, ma quell'altro.
Che dilemma era.
Filippo o Irama, questo è il dilemma?
Che simpaticona la voce nella mia testa, molto divertente, sì.

Scossi la testa e mi accorsi di aver dimenticato il cambio in camera, feci per imprecare ma ricordai di essere completamente sola, per fortuna.

Scrollai le spalle e, dopo aver spazzolato un'ultima volta i capelli umidi, uscii dalla stanza.
Controllai che non ci fosse nessuno e andai verso il piccolo armadio.

Lasciai scivolar via l'asciugamano e indossai l'intimo, canticchiando sottovoce la canzone di Irama. Mi era praticamente entrata in testa.

«Che vuoi che sia»  canticchiai, indossando la lunga felpa rossa che mi copriva fino a metà coscia.

«Ti trucchi un'altra volta, andiamo via» e no, non ero stata io.
Mi girai di scatto ed era lì.
Il solito sorrisetto divertito, gli occhi cristallini tremendamente profondi, la spalla poggiata al balcone semi aperto e la solita sigaretta quasi finita tra le labbra, che lasciava sfuggire qualche nuvola di fumo qua e là.
Ma da quanto stava guardando? Porca miseria, iniziamo bene.

«Ma che fai? Mi spii? Che ansia»  mi lamentai roteando gli occhi al cielo.
Mosse qualche passo verso di me ed il mio cuore iniziò ad accelerare.
«Fino a prova contraria, è anche camera mia» colpita e affondata «e poi, niente che io non abbia già visto.»  mormorò in tono roco, gettando la sigaretta fuori al balconcino.
Incivile!!
Alle sue parole strinsi i pugni e percepii il calore espandersi sulle mie guance.
Odiavo sentirmi impotente, e mi sentivo così solo con lui.

[IRAMA]

Biondo ed Emma erano usciti, io decisi di passare la serata in stanza. Dovevo sistemare le mie cose ma, prima, mi concessi una sigaretta.

Uscii in balcone e la accesi, tenendo lo sguardo fisso all'orizzonte.
Mi ero reso conto solo in quel momento di quanto avessi sentito la mancanza di Drey, in quegli anni. Era cambiata molto, caratterialmente.
Fisicamente no. Sempre bassa e magra, soliti capelli lunghi e neri, gli occhi scuri e profondi.
Era sempre lei, solo con uno scudo. Ed era colpa nostra. Di entrambi.

I miei pensieri furono interrotti dalla porta del bagno, mi avvicinai lentamente e mi poggiai al balcone.
Era di spalle; i capelli gli coprivano parte della schiena nuda, il suo corpo era così..arte.
Sarei stato ore ed ore a guardarla, ad apprezzarla ed a ripeterle quanto bella fosse, fino allo sfinimento pur di farlo pensare un minimo anche a lei.
Era tanto bella quanto fragile, coperta dei suoi mille scudi, ma gli occhi..
Quegli occhi non mentivano mai, neri come la pece, ma così veritieri da mettere i brividi.

Udii la sua voce cantare la mia canzone, dunque entrai silenziosamente e la continuai.

Il suo sguardo imbarazzato fu epico, era rossa in volto e divenne ancor più paonazza quando dissi che avevo già visto il suo corpo. Lo avevo visto ed amato.

Flashback.

«Non guardarmi, Filo»  la sua voce mi parve quella di una bambina indifesa e mi si sciolse il cuore. Non era la prima volta che facevamo l'amore, ma lo sembrava, come sempre.
Con lei mi sentivo sempre inesperto e non perché lei lo era più di me; perché io ero stato la sua prima volta e solo al pensiero di poterle fare del male, mi si lacerava il cuore.

«Filo» sussurrò per risvegliarmi dai miei pensieri. Ero rimasto incantato dalla sua bellezza, lei non si apprezzava abbastanza, nascondeva ogni sua curva e si vergognava del suo corpo.
La punta delle mie dita passò a carezzare la pelle nivea di Drey, per tutto il suo corpo nudo. Ero certo di aver sentito trilioni di brividi attraversarla.
Sorrisi per il suo imbarazzo e posai un soffice bacio sulla punta del suo naso.
«Sei la mia opera d'arte, Drey.»

Fine flashback.

«Non osare più dire una cosa simile! E che ci fai qua, perché non sei con gli altri?»  La sua voce mi fece tornare al presente ed era misto tra furiosa e..e basta, era furiosa perché agitava le mani. Io sorrisi, era buffa.

«Ho pensato di restare qui, come te del resto. O sbaglio?»  Lei assunse un'espressione imbronciata, che mi portò alla mente mille ricordi, ed annuì.

«A debita distanza, grazie»  mormorò infine, arrampicandosi sul suo amato letto, affondando la faccia nel cuscino.

Era meglio uscire. Non potevo tenerla lì, così lontana.

Presi la mia giacca ed uscii dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle.
Avevo bisogno di aria.

[ DREY ]

Era uscito? Wow, maturo Irama. Bravissimo! Non avvisarmi tranquillo.

Affondai il viso nel cuscino e vi lanciai un urlo liberatorio, stringendo la stoffa tra le dita.
Stavo diventando pazza, la sua vicinanza non mi faceva bene, mi faceva perdere la pazienza.

Lo schiocco di qualcuno contro la porta, mi costrinse ad alzarmi e ad assumere un'aria nettamente normale.
Quando aprii, mi ritrovai una Nicole entusiasta gironzolare per i metri quadri della camera.

«Non puoi capire cosa è appena successo!» urlò emozionata, trascinandomi sul mio letto «Alessandro. Ale, Ale, Ale!»
«Ale che cosa?» sgranai gli occhi entusiasta quanto lei e la invitai a proseguire
«Mi ha baciata! Prima, poco fa, tre secondi fa» scoppiai a ridere al suo sfogo e mi unii a lei, stringendola in un abbraccio.

Finalmente quei due avevano capito di piacersi, beh, era evidente che fosse così. Io ho sempre ragione.
Mi raccontò del modo "romantico" con cui Alessandro l'aveva sbattuta al muro, premendo le labbra sulle sue e di Davide che li aveva interrotti sul più bello.

«Ora, però, ho una domanda» affermò la mia migliore amica, guardandomi dritto negli occhi. Io annuii e le feci segno con la mano di poter chiedere «Cosa c'è tra te ed Irama? Non mentirmi, voglio sapere tutto».

Tornerai da me. [ IRAMA ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora